Anche se Patrick conosce bene le gerarchie, l'exploit del polacco potrebbe metterlo in discussione. E provocare la sindrome da Higuain, la crisi da mancanza di considerazione
PIATEK, IL PRIMO CORO DEI TIFOSI DEL MILAN - I NUMERI DI PIATEK
"Piatek ha fatto la differenza, negli ultimi venti metri è un cecchino". Gattuso fotografa così l’exploit del Robocop appena spiovuto dalla Bassa Slesia. "L'avevo detto che ero pronto e ho fatto doppietta. È solo l’inizio" commenta lui, il killer milanista del Napoli di Coppa Italia. Vero, è solo l’inizio. Ma di cosa? Il paragone con Ibra e Sheva, idoli rossoneri indimenticabili, affiora già nelle menti dei tifosi. E Cutrone? Il centravanti che in questi mesi ha fatto tutto quel che ci si aspettava da Higuain, 9 reti in sette partite tra campionato e Coppe, gioielli d’esecuzione gli ultimi due ai supplementari contro la Samp, deve preoccuparsi? Può essere l’inizio di un caso spinoso. Piatek titolare ieri, due gol crudeli a timbrare una serata magica, sono presupposti che non possono non pesare nella giovane mente di Patrick, per quasi tutta la partita seduto al gelo in panchina. Per ora i due centravanti non possono convivere nella stessa formazione, Gattuso in persona dixit. Dovendo scegliere, allora, chi sarà preferito d’ora in avanti? Tra il bomber spuntato dal cilindro del vivaio e quello pagato 35 milioni al Genoa, 21 gol finora in stagione con due maglie, a chi tocca? Soprattutto: Cutrone, creditore della massima fiducia sino a ieri, dovrà e saprà ingoiare il rospo polacco? O trovarsi "al di là dell’uomo", come scriveva Nietzsche, il filosofo della volontà di potenza, significa già per Piatek avere cancellato ogni concorrenza in casa? Forse è adesso il momento di porsi la domanda.