Atletico Madrid, Simeone re di Coppe: i numeri incredibili del Cholo dal 2011 in poi

Europa League

L'allenatore argentino è riuscito nell'ennesimo capolavoro della sua carriera, consegnando nelle mani dell'Atletico la terza Europa League. "Merito del Cholismo, la qualità abbinata al sacrifico" spiega Adani. La storia dei Colchoneros è infatti completamente cambiata con l'arrivo di Simeone, specie in Europa, dove nessuno è riuscito a fare meglio di lui

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Il ritorno al successo per cancellare le due macchie precedenti. Diego Pablo Simeone ce l'ha fatta ancora. È riuscito ad alzare una Coppa - l'ennesima della sua giovane ma già vincente carriera -, ripartendo a testa alta e petto in fuori dopo le delusioni consumate contro i cugini madridisti nelle finali di Champions League del 2014 e di due stagioni dopo. La finale di Europa League ha ribattezzato il trionfo del Cholismo, un tipo di calcio alcune volte criticato per la sua poca estetica, ma terribilmente efficace nell'ottenere i risultati. Un modo di interpretare il calcio che ha regalato tanti successi negli ultimi anni e che Daniele Adani ha provato a spiegare al termine del match: "I Colchoneros erano quasi obbligati a vincere - ha affermato l'opinionista di Sky -, ma raramente una squadra favorita ha poi dimostrato in finale di meritare il trofeo. Il Cholismo è un percorso che passa dalla sofferenza per arrivare alla gloria. L'Atletico i primi 20 minuti ha sofferto sapendo di farlo e accettando di farlo, lasciando la partita all'avversario per poi colpire alla prima occasione. Ha anche aspettato un segnale dalla sorte, che si è materializzato con l'infortunio del giocatore migliore del Marsiglia, Payet, ma poi non ha più permesso niente all'avversario. Ha surclassato la formazione francese col pressing, con la compattezza, con il sacrificio e con la grande qualità. Se c'è una cosa che caratterizza il Cholismo è infatti la qualità dei giocatori abbinata al sacrificio che portano alla causa comune".

I numeri del Cholo nelle Coppe

L'apporto dato da Simeone alla storia dell'Atletico Madrid è infatti ormai fuori discussione. Sono i numeri a parlare per lui, in particolare quando il club spagnolo si esprime nelle coppe, sebbene l'allenatore sia riuscito anche a trionfare in campionato, riconsegnando la Liga nelle mani dei Colchoneros a quasi 20 anni di distanza dall'ultima volta. Con l'Europa League conquistata a Lione - la seconda dell'era Simeone e la terza nella storia della società -. sono diventati 6 i trofei vinti dal Cholo in 7 anni, riuscito nell'impresa di portare i suoi in una finale europea per 4 volte. Per capire lo straordinario percorso compiuto dall'ex mister di River Plate, San Lorenzo e Catania, basti pensare che prima del suo arrivo, quindi in 108 anni di storia, l'Atletico aveva raggiunto una finale in sole cinque occasioni. Un percorso di crescita basato soprattutto sulla solidità del proprio sistema difensivo. In queste sette stagioni infatti, i biancorossi hanno incassato solamente 107 gol, mantenendo la porta inviolata per ben 113 volte. E se ancora queste statistiche non rendono onore a Simeone, va aggiunto che l'argentino dal 2011 in poi è l'allenatore con la maggior percentuale di vittorie in Europa, considerando coloro che sono stati protagonisti in Champions o in Europa League con almeno una partita in ognuno degli ultimi 7 anni. Ha vinto il 62% degli incontri, meglio del 58.3% ottenuto da Guardiola e del 58.2% totalizzato da Mourinho. Il Cholo è riuscito a fare anche meglio di Klopp, finalista della Champions con il suo Liverpool, e uscito vincitore nel 53.6% dei casi, e di Unai Emery, in grado di vincere per tre anni di fila l'Europa League con il Siviglia e conquistare il 52.7% di successi.

Da Parigi... a Lione

Curiosamente, proprio 20 anni fa, e precisamente il 6 maggio 1998, Diego Simeone vinse la Coppa Uefa da calciatore con la maglia dell'Inter. La finale si giocò sempre in Francia, a Parigi, e fu vinta 3-0 contro la Lazio, club alla quale sarebbe poi approdato l'anno successivo e che insieme ai nerazzurri avrebbe rappresentato una sorte di ponte tra le due avventure vissute in maglia Colchoneros da giocatore, la prima dal 1994 al 1997 e la seconda dal 2003 al 2005, prima del suo definitivo ritiro in Argentina con il Racing.