Chelsea-Arsenal, le chiavi tattiche della finale di Europa League

Europa League

Dario Pergolizzi

Chelsea e Arsenal hanno sempre dato vita a sfide equilibrate e appassionanti in campionato: la finale di Europa League mette di fronte due squadre che cercano un trofeo per dare un senso alla loro stagione

CHELSEA-ARSENAL LIVE

Nella straniante cornice di Baku andrà in scena una finale di Europa League tra due squadre in cerca di un motivo per ricordare positivamente questa stagione travagliata. Il Chelsea di Sarri, nonostante il terzo posto alle spalle di due squadre che quest'anno sono sembrate quasi imbattibili come Liverpool e City, ha rischiato più volte di naufragare nel corso della stagione, e il progetto tattico non è mai sembrato entrare nel vivo, lasciando molto fredda, a tratti persino ostile, anche la tifoseria. Per Emery invece è una partita ancor più decisiva, per conquistare non solo un trofeo che già conosce benissimo (avendolo vinto già tre volte in carriera), ma anche la qualificazione diretta alla prossima Champions League, gettata alle ortiche con tre sconfitte consecutive in campionato nella seconda metà di aprile.

Chelsea e Arsenal sono due squadre con diversi problemi ancora irrisolti, e nessuna delle due può realmente vantare una superiorità tecnica sull'altra: quanto basta per rendere incerto l’esito finale.

La dipendenza da Jorginho

Partiamo dal Chelsea. Nel triennio napoletano era già chiara l’importanza di Jorginho nell’impalcatura tattica di Sarri, in entrambe le fasi. Il suo trasferimento a Londra ha definitivamente confermato che il numero 6 è il riflesso in campo del suo mister, e infatti, così come Sarri, Jorginho non ha passato una stagione felicissima.

Le ragioni sono da ricercare probabilmente nello scarso feeling creatosi con la coppia di difensori centrali, David Luiz e Rüdiger (che però sarà assente per infortunio), che insieme al centrocampista della Nazionale non sono mai riusciti a creare un polo di palleggio rapido e sicuro per reagire al pressing degli avversari più organizzati. Jorginho difficilmente scende in mezzo ai centrali, ma cerca di mantenersi alle spalle della prima linea di pressione, e questo richiede ai due difensori (che rimangono abbastanza stretti) una certa fluidità nel palleggio in situazioni di estrema pressione e in poco spazio.

Le avversarie del Chelsea hanno dunque sempre avuto ben chiaro che schermare Jorginho fosse il modo migliore per arginare le risalite, e chi ha sfruttato al meglio questo punto debole è stato proprio Emery nella partita del 23 gennaio, utilizzando Ramsey come vertice alto nel 4312. Il gallese è un giocatore con pochi eguali in termini di abnegazione nella rosa dell’Arsenal, e in questo senso la sua assenza potrebbe essere un problema in termini di controllo di Jorginho. Özil, candidato a un posto da titolare, non può garantire la stessa intensità in fase di non possesso, anche se potrebbe dire comunque la sua senza il pallone grazie alle doti di lettura delle linee di passaggio.

Al di là dei giocatori impiegati, comunque, Emery dovrà trovare un modo per ostacolare le ricezioni di Jorginho, perché in sua assenza il Chelsea fa effettivamente troppa fatica nello sviluppo della manovra: con le mezzali poco avvezze agli smarcamenti funzionali per il gioco di posizione, David Luiz finisce per essere la seconda migliore arma creativa dei Blues, limitandosi però a una precisione chirurgica sul lungo (che il Chelsea fatica a sfruttare anche a causa delle caratteristiche dei giocatori avanzati) e a una buona conduzione.

Già contro il Napoli, l’Arsenal ha dimostrato di poter imporre ritmi di pressing intensi e di saper marcare bene anche a uomo sulla costruzione avversaria.

L’Arsenal sa come mettere in crisi la difesa del Chelsea

Con due punte mobili come Aubameyang e Lacazette, inoltre, l’Arsenal ha un’arma anche per mettere in crisi i terzini avversari. Nell’ultima partita tra Arsenal e Chelsea i "Gunners" avevano trovato proprio nella distanza tra Alonso e David Luiz uno spazio da attaccare per andare in porta il più velocemente possibile. Lacazette si smarcava rapidamente alle spalle del terzino spagnolo e forniva una linea di passaggio immediata per la profondità, trovando terreno fertile per poter rifinire attraverso cross e dando una grande preoccupazione alla linea del Chelsea.

Dall’altra parte, Azpilicueta mantiene un atteggiamento più conservativo, stringendo la sua posizione per formare una linea difensiva a tre in fase di possesso. Aubameyang ha sfruttato questa tendenza in maniera opposta rispetto al compagno di reparto, partendo largo per accentrarsi e influenzare ulteriormente la posizione di Azpilicueta verso il centro, creando così spazi importanti per le sovrapposizioni di Kolasinac, che rimane sempre largo per dare ampiezza.

Un esempio dalla sfida di Premier. Bellerin pesca quasi a memoria lo scatto in profondità di Lacazette nello spazio tra Alonso e Luiz. Dall’altra parte, Aubameyang attira Azpilicueta dentro il campo, arrivando comunque in una posizione di vantaggio sul cross bruciandolo sullo scatto.

Questi comportamenti mettono facilmente in crisi la difesa dell’area da parte del Chelsea; la cura della linea arretrata è stata indicata da Sarri come uno dei più grandi rammarici della stagione. Il tecnico ha infatti espresso il suo dispiacere per non essere riuscito a lavorare come avrebbe voluto sull’organizzazione delle scalate e delle coperture.

Nel gol subito dall’Eintracht si nota la disabitudine della difesa ai più naturali meccanismi di copertura, necessari per il corretto funzionamento della zona di Sarri. David Luiz esce sull’attaccante ma Christensen (papabile titolare in finale) rimane passivamente anch’egli fuori dalla linea, senza scappare indietro per coprire lo spazio lasciato libero dal compagno.

Insomma, per il Chelsea potrebbe essere problematico gestire sia le marcature centrali che l'ampiezza, soprattutto se l'Arsenal riuscisse ad attaccare tutti i corridoi contemporaneamente.

Anche l’atteggiamento spregiudicato dell’Arsenal in fase di pressing potrebbe mettere in seria difficoltà la manovra del Chelsea, con la squadra di Emery che al contempo però dovrà essere perfetta nel non concedere ai "Blues" troppi spazi alle spalle delle linee.

D'altra parte, anche Sarri avrà lo stesso problema: la gestione dello spazio tra difesa e centrocampo in fase di non possesso è stato un altro dei problemi che hanno caratterizzato questa stagione, al pari della questione punta. La scelta al centro dell’attacco tra Giroud, Higuain e Hazard sarà un altro snodo mai realmente risolto dal tecnico toscano: il Chelsea ha avuto qualche problema di riempimento dell’area quando ha giocato senza un riferimento fisso, quindi è verosimile che uno dei primi due partirà dal primo minuto al centro dell'attacco.

Se ogni problema rappresenta un'opportunità, si preannuncia quindi una finale appassionante, che si giocherà sul filo del rasoio. Come entrambe le precedenti sfide di campionato, d'altra parte.