Rangers in finale di Europa League e l'esultanza di Marco Negri: la sua storia
Tra i tanti tifosi dei Rangers che hanno festeggiato per la conquista della finale di Europa League c'è anche un italiano. E' Marco Negri, attaccante che a Glasgow ha lasciato bei ricordi e che è rimasto appassionato ai colori di Ibrox. La sua esultanza sui social e la sua storia da numero 9 in Scozia, non priva di ostacoli, come l'infortunio all'occhio in una partita di squash
Di Filippo Benincampi
RANGERS IN FINALE, L'ESULTANZA DI MARCO NEGRI - EINTRACHT-RANGERS LIVE
ONCE A GER FOREVER A GER. Una volta che entri nella famiglia dei Rangers, ne fai parte per sempre. Ad Ibrox non è un motto ma un fondamento della fede calcistica in un luogo dove la fede intesa a 360° determina chi vuoi essere. Marco Negri non gioca più nei Rangers da 21 anni ma il legame è profondo, quasi viscerale. Al punto da vivere gli ultimi minuti della semifinale di Europa League in totale apnea, in un’agonia sportiva che diventa gioia e liberazione al fischio finale. I Rangers di Glasgow sono in finale di Europa League.
LA MAGLIA. Nelle ore precedenti al kick off, Negri aveva lanciato un contest su Instagram chiamando in causa i suoi followers per una scelta difficilissima: “quale maglia indosso questa sera?”. Per i cultori del genere, le maglie dei Rangers tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 sono tra le più belle mai realizzate. Il vintage che abbraccia la modernità non dimenticando la sacralità delle origini. Il blu accarezzato da una riga rossa per ricordare a tutti la bandiera che il club rappresenta: l’Union Jack.
INSIEME A RINGHIO. Un blu che assume tinte azzurre alla fine degli anni ’90 con l’arrivo dal Perugia di un giovanissimo Gennaro Gattuso. Al tempo i minorenni non erano vincolati e Rino si presenta in Scozia con l’aria smarrita del classico adolescente all’estero. Probabilmente non immagina neanche l’ira di Gaucci che lo vede andare via gratis. Ecco perché quando i Rangers vogliono acquistare Negri, devono pagare un rimborso extra al Perugia. Poco male per chi in testa ha un solo obiettivo: rimpiazzare una leggenda come Ally McCoist.
IBROX. L’atmosfera, l’amore della gente, l’accoglienza di un popolo che ti fa sentire a casa anche quando non lo sei. Negri ama quello stadio ma soprattutto ama Loch Lomond, uno dei laghi più famosi delle Highlands. I Rangers lo portano lì per fargli vedere che sì l’Italia è bella, ma anche la Scozia sa difendersi. E poi per sentire l’Italia basta guardare i compagni: Gattuso, Amoruso, Porrini, ma anche Gascoigne, un inglese che a Roma ha lasciato il cuore.
LA DOMANDA DI SEAN. I gol sono tanti, addirittura 5 in una partita contro il Dundee. Poi gli ostacoli. L’infortunio all’occhio in una partita di squash, la polmonite, l’ernia. “Cosa ti è successo, Marco?”, a chiederlo non è una persona qualsiasi. È Sean Connery, il più celebre tifoso dei Rangers. “E’ una lunga storia”. Lo chiamavano “one season wonder”, uno che gioca bene una sola stagione e poi viene dimenticato. A Glasgow però lo ricordano tutti. L’espressione “one season wonder” è rimasta, è il nome della birra a lui dedicata. In pieno stile scozzese.
