Il ct della Spagna si presenta al ritorno in panchina dopo il grave lutto familiare: Moreno mi ha detto che voleva esserci per l'Europeo e che se volevo, dopo sarebbe tornato a essere il mio secondo. Capisco che ha lavorato molto per diventare allenatore della Nazionale ma per me è stato sleale. Non obbligo nessuno a stare nel mio staff, possono andarsene quando vogliono"
"L'unico responsabile del fatto che Robert Moreno non sia qui nello staff sono io. Mi ha detto che voleva esserci per l'Europeo e che se volevo, dopo sarebbe tornato a essere il mio secondo. Capisco che ha lavorato molto per diventare allenatore della Nazionale ma per me è stato sleale". Luis Enrique non usa mezze misure per rispondere sulla vicenda Moreno, suo secondo che ha preso le redini della nazionale spagnola dal 19 giugno, nei mesi che hanno visto il ct abbandonare la panchina per stare vicino alla figlia Xana, scomparsa tragicamente ad agosto. L'ex allenatore, tra le altre, di Roma e Barcellona, sarà di nuovo il commissario tecnico delle Furie Rosse a partire dall'1 gennaio. Moreno era stato sollevato dall'incarico nei giorni successivi alla qualificazione della Spagna per gli Europei 2020 e aveva ammesso il suo desiderio di guidare la Spagna fino alla competizione, facendo un passo indietro rispetto alle dichiarazioni rilasciate al suo insediamento in panchina, quando si era detto disposto a cedere il posto a Luis Enrique non appena il ct fosse tornato disponibile. "Non voglio nessuno nel mio staff con quelle caratteristiche - ha detto Luis Enrique di Moreno - capisco la sua decisione ma non la condivido. Gli ho detto che non lo vedo più come mio vice e che sono forte. Sotto il punto di vista professionale non ho nulla da dire su Robert Moreno, è molto preparato. Non sono il buono del film ma nemmeno il cattivo". Alla base della scelta c'è un retroscena: "A fine ottobre, durante una riunione a Saragozza con la Federazione, ho detto che con me non avevano nessun obbligo. Mi hanno mostrato interesse per un mio ritorno e io ho esposto il mio punto di vista. Mi sento responsabile, non orgoglioso di come è finita la vicenda. Non obbligo nessuno a stare nel mio staff, possono andarsene quando vogliono".
Moreno-Luis Enrique, una settimana di botta e risposta
Alla base delle polemiche sull'asse Moreno-Luis Enrique c'è stata anche la tempistica adottata dal presidente della Federazione spagnola Luis Rubiales e dal direttore sportivo José Francisco Molina per annunciare il ritorno di Luis Enrique alla guida della Spagna. "Abbiamo avvisato Robert Moreno che stavamo soltanto valutando il ritorno di Luis Enrique - aveva spiegato Rubiales - lui il giorno dopo mi ha mandato un messaggio chiedendomi che voleva andare via e che dovevamo accordarci per la sua uscita dalla Nazionale. A quel punto siamo stati costretti ad accelerare e chiamare Luis Enrique per definire la sua disponibilità a tornare". Moreno aveva liquidato il tutto con un lapidario "non so cosa sia successo, chiedete a Luis Enrique, credo che per entrambi la cosa migliore sia che tutto resti tra di noi ma se l'altra parte coinvolta vuole, parli pure". Luis Enrique lo ha fatto, chiarendo la sua posizione nei confronti dell'ormai ex vice. La fortissima amicizia tra i due si è così incrinata e in eredità restano le ultime parole di Moreno nel giorno dell'addio alla Nazionale: "Ho sempre affermato che non sarei stato un ostacolo se Luis Enrique avesse deciso di tornare ad allenare - aveva spiegato - così è stato, anche se questo ha causato la mia uscita di scena. Gli auguro il meglio, perché le sue gioie saranno le nostre".
"La mia famiglia è d'accordo con il ritorno in panchina"
Nel corso della sua conferenza di presentazione, Luis Enrique si è soffermato sul percorso di qualificazione della nazionale spagnola agli Europei ("Un cammino brillante, abbiamo un'ottima squadra, i giocatori stiano tranquilli") e ha parlato anche dell'avallo dato dalla famiglia alla sua scelta di tornare in panchina: "Mi supportano completamente, era una cosa della quale avevo già parlato con mia moglie. Dobbiamo tornare alla normalità, abbiamo vissuto momenti di grande dolore come tante altre famiglie, purtroppo. C'è molta paura, disperazione. Vedere le persone che soffrono attorno a te quando c'è un dolore grande come questo è brutto. Non c'è una regola matematica per tornare alla vita che facevi prima. Noi come famiglia abbiamo scelto questo percorso e sono orgoglioso della forza che mi danno. Non esiste un giorno esatto in cui ho deciso il mio ritorno, ma è stato molto presto". Il nuovo contratto porterà Luis Enrique fino ai Mondiali 2022, ma per il ct le date non contano: "Io non firmo mai contratti molto lunghi, ma questo è quanto mi ha proposto la Federazione. Ovviamente, se poi non si è contenti le strade si separano. A me questa situazione va bene, voglio partire con un nuovo ciclo. Se in qualsiasi momento penseranno che non vado più bene, allora io non sarò un problema. Il tempo dirà se questa è la soluzione migliore".