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Europei, Scozia qualificata: dopo 25 anni sfiderà di nuovo l'Inghilterra a Wembley

Europei

Filippo Benincampi

Grazie alla vittoria ai calci di rigore contro la Serbia negli spareggi della Nations League, la nazionale scozzese si qualifica a Euro 2020 e dopo 23 anni tornerà a giocare un grande torneo internazionale. Grande attesa per la sfida a Wembley contro l'Inghilterra, a 25 anni di distanza dalla partita decisa da Gascoigne a Euro '96. E per celebrare il traguardo la Federazione ha parafrasato una delle citazioni più celebri di Trainspotting

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“E’ una merda essere scozzesi” urlava al mondo un disperato Mark Renton in una scena cult di Trainspotting di Danny Boyle, versione cinematografica dello straordinario romanzo di Irvine Welsh. Come se fosse una condizione, un destino ineluttabile a cui ogni scozzese doveva fare i conti dal giorno della nascita. Una cruda iperbole di una visione della vita ben definita con un inevitabile riflesso triste e malinconico anche nello sport, dove il rugby resta la più grande passione seppur senza suscitare grande entusiasmi a livello di vittorie negli ultimi anni. Il calcio, invece, ha sempre avuto un significato molto forte ma prevalentemente a livello locale con sfumature che esondano dagli aspetti squisitamente calcistici. Quindi a Glasgow, o sei figlio d’Irlanda o presti giuramento alla Corona. A Edimburgo o giri per Leith con una sciarpa dell’Hibernian al collo o hai un Heart tatuato sul cuore.

Una delusione storica... fino a Belgrado

La nazionale, da sempre seguita in massa ovunque più per folklore che per reale fiducia nell’esito sportivo, con tutti quei pittoreschi kilt che suscitano simpatie ancor prima del calore che questo popolo è effettivamente capace di offrire, ha sempre dovuto convivere col sentimento della delusione. Fino a una bagnata e silenziosa notte di Belgrado. Dove per una volta, per causa di forza maggiore (si potrebbe dire l’unica possibile) la Tartan Army, la colonna del tifo scozzese, non era presente ma costretta nelle case. Da Glasgow a Inverness, passando per Aberdeen e Dundee dove forse un timido sguardo malinconico sul mare buio avrà ispirato un po’ di fiducia.

25 anni dopo si torna a Wembley

Dopo 22 anni dall’ultima volta, anzi 23 visto lo slittamento degli Europei, la nazionale scozzese di calcio tornerà a giocare una grande manifestazione internazionale. Lo farà con la squadra più forte delle ultime generazioni, capace di rimanere imbattuta per 9 partite consecutive, la miglior striscia di risultati in 32 anni. Il premio è una rivincita servita sul piatto d’argento. Contro l’Inghilterra, 25 anni dopo. Per riscattare quel minuto d’orrore sportivo. Il rigore sbagliato da McAllister e il gol più bello della carriera di Paul Gascoigne. Festeggiato con “l’Electric Chair”, una sensazione che in fondo al cuore qualsiasi tifoso scozzese sente bruciare ancora.

Essere scozzesi non è poi così male

Wembley non ha più le due torri, ma un arco ed è lì che la Scozia proverà a riscrivere il suo destino. Le altre due partite, contro Croazia e Repubblica Ceca, le giocherà a casa, ad Hampden Park. La Tartan Army probabilmente non ci sarà, molto dipenderà dalla capacità del mondo di rialzarsi. Questioni più importanti, ma per il momento va bene così. Se il calcio nasce come veicolo di svago, portatore di gioia, allora la Scozia per un giorno può sorridere. A Euro 2020, ci saranno anche loro. I fiori di Scozia. 23 anni dopo Francia ’98. In fondo, essere scozzesi, per una volta, non è poi così male.