Tre partite da disputare a porte chiuse, multa di 100mila euro e obbligo di esporre uno striscione con la dicitura "#EqualGame" a ogni partita casalinga. Questi i provvedimenti del CEDB nei confronti della nazionale di Marco Rossi
Pugno duro della Uefa contro l'Ungheria, che dovrà giocare le prossime tre partite ufficiali a porte chiuse e pagare una multa di 100mila euro. Il tutto a causa dei propri tifosi che, durante le partite giocate dalla nazionale nel gruppo F di Euro2020, hanno avuto comportamenti discriminatori nei confronti dei tifosi della squadre avversarie. Oltre alle partite da giocare a porte chiuse e alla multa, la CEDB (Organo disciplinare ed etico della Uefa), ha ordinato alla Federcalcio ungherese di esporre a ogni partita ospitata in Ungheria uno striscione con la dicitura "#EqualGame" e il logo della Uefa.
Ungheria, gli episodi discriminatori
La Uefa ha deciso così di punire i comportamenti dei tifosi magiari che, nella partita contro la Francia giocata alla Puskas Arena lo scorso 19 giugno, avevano lanciato dei cori razzisti contro i calciatori di colore della formazione di Deschamps. Quelli contro i francesi non sono stati gli unici episodi che hanno fatto finire la squadra di Marco Rossi nel mirino dell’Uefa. Quest’ultima, infatti, lo scorso 25 giugno aveva aperto un'indagine per fare luce su potenziali incidenti discriminatori avvenuti nella terza gara del girone all'Allianz Arena di Monaco contro la Germania, nella quale i tifosi ungheresi avrebbero intonato cori omofobi e mostrato uno striscione dal contenuto discriminatorio. Anche nella prima partita del girone contro il Portogallo, giocata a Budapest, i tifosi di casa non avevano tenuto un comportamento impeccabile. Da qui la decisione dell'Organo disciplinare ed etico della Uefa di sanzionare la nazionale ungherese.