A pochi secondi dalla fine, il difensore azzurro acchiappa per la maglia l'avversario in fuga: una delle immagini più celebri della finale degli Europei, dietro la quale c'è molto più di un semplice "fallo tattico". E Harry Kane lo sa bene...
Visto come era andata l’ultima volta, a questo giro Harry ha preferito defilarsi. Partire da lontano, praticamente da centrocampo. Distante dalla terra di Chielly, dove se entri ti ritrovi in un attimo coperto di attenzioni, tra maglie tirate e alitate sul collo. Harry è Kane, e dopo quel Tottenham-Juventus di Champions, tre anni fa, in cui gli dissero “Harry, ti presento Chielly”, e quello gli si abbarbicò dal primo all’ultimo minuto, in un duello di corpi che aveva pure un suo fascino, è cambiato. Ora si abbassa, dicono. Ha imparato ad arretrare, allargando il suo raggio d’azione, viene incontro per far partire la manovra come un 10, e in effetti contro l’Italia la cosa gli riesce bene dopo nemmeno 2’.
La verità è che dietro c’è una scelta legata alla sopravvivenza, al bisogno fisiologico di respirare. Novanta minuti in un’area di rigore con Chiellini sono sfiancanti. L’immagine perfetta la trovò Morata, che di Chiellini è compagno di squadra nella Juventus. “Giocare contro Chiellini è come entrare nella gabbia di un gorilla per prendergli il cibo”, disse qualche anno fa. “Ti arriva una botta, poi un'altra botta, poi un'altra ancora…”. Sarà un caso, ma anche la Spagna, in semifinale, ha preferito non far entrare il suo centravanti nella gabbia.
Nell’Italia meno all’italiana della storia del calcio, tutta palleggio e costruzione dal basso, una certezza è rimasta: la marcatura si fa ancora come ai vecchi tempi, e in alcuni frangenti, se proprio non c’è alternativa, si ricorre al mestiere, chiamiamolo così. Ultimo minuto di recupero della finale degli Europei, solo un guizzo estemporaneo ormai può dirottarla dalla strada che porta dritta ai supplementari, e quell’idea, a un certo punto, si impossessa del giovane Saka, che evidentemente non sa. Harry non gli ha presentato Chielly.
Forte del fatto che tra lui e Chiellini corrano quasi vent’anni e diversi chilometri orari di velocità di differenza, prova a piazzare lo scatto sulla fascia approfittando di un anticipo sbagliato del suo avversario. Il resto è meme, questo è il destino nell’era social delle foto che un tempo si consegnavano alla storia. Come un papà che riacciuffa il proprio bimbo un attimo prima che attraversi la strada senza guardare, come mamma gatta fa con i suoi cuccioli, Chiellini agguanta Saka per la collottola in una scena che diventa persino divertente, se non sei Saka. Il confine tra sportività ed esperienza è sottile, ma in certi casi un marcatore non conosce buone maniere. Alla fine è sempre una questione di sopravvivenza.