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Italia, Jorginho: "So cosa vuole Spalletti. Se c'è un rigore, pronto a tirarlo"

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Le parole in conferenza stampa del centrocampista dell'Arsenal, tornato a vestire la maglia azzurra cinque mesi dopo l'ultima volta: "Mai pensato di aver lasciato la nazionale, voglio risentire quello che ho provato dopo l’Europeo. Qui stanno crescendo nuovi leader. Il rigore sbagliato a Roma non mi blocca". E sul suo futuro: "Tornerò a giocare in Italia, ma non so quando"

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Da Enschede a Roma, dalla Spagna alla Macedonia del Nord. Cinque mesi dopo l'ultima volta Jorginho tornerà a vestire la maglia della Nazionale e per la prima volta lo farà con Luciano Spalletti in panchina. Il CT ha dato fiducia al centrocampista dell'Arsenal, convocato per le partite decisive verso Euro 2024 contro Nord Macedonia e Ucraina. "Mi ha accolto bene, mi ha fatto piacere che mi abbia chiamato" ha ammesso Jorginho in conferenza stampa.

Come stai dopo il piccolo infortunio?

"Sto bene, ho subito una contusione superficiale. Mi sento benissimo, sono contento".

 

Come ti ha accolto Spalletti?

"Mi ha accolto bene, mi ha fatto piacere che mi abbia chiamato. Ci tenevo. Siamo molto motivati per queste partite, per andare all'Europeo. Abbiamo parlato solo di campo e di cosa si aspetta da me. Cercherò di fare il bene della squadra".

 

Secondo te l'Inghilterra è la favorita per l'Europeo?

"Sono sempre i favoriti, hanno una squadra con tanti talenti. Per vincere, però, il talento non basta. Rispettiamo, tuttavia, una grande squadra".

 

Sono stati fatti tanti confronti tra Serie A e Premier. Qual è la tua idea? 

La Premier League è bellissima, ma la Serie A non è da meno. Nelle partite più sentite può succedere di tutto, chi guarda i match cerca di diversi".

Dopo la Nations League hai pensato che quella potesse essere l'ultima volta in Nazionale?

"No, non ho mai pensato di aver lasciato la Nazionale. Penso che devo fare ancora tanto con la Naizonale, farò sempre di tutto per venire qui e aiutare la squadra. Quello che ho provato dopo l'Europeo lo voglio risentire. Cercherò di fare il possibile".

 

Dopo l'esperienza in Premier, quali differenze hai notato con l'Italia?

"C'è maggiore intensità, ma credo sia un fatto di cultura. Dipende da come vedono la partita. In Italia è quasi una partita a scacchi, molto pensata. Lì c'è maggiore istinto, si buttano a tutta senza pensarci tanto. Questa è la differenza".

 

Vuoi tornare in Italia la prossima estate?

"Vorrei tornare, ma non so quando sia il momento giusto. All'Arsenal sono felicissimo, sento di dover fare ancora tanto lì".

 

Torni a Roma dove hai sbagliato il rigore che poteva portarci in Qatar. L'hai rimosso?

"Tornare a Roma è una grande motivazione. Speriamo che lo stadio sia pieno, avremo bisogno di tutti e dell'energia positiva dei tifosi. Non ho alcun blocco, non vedo l'ora di giocare".

 

Dovesse esserci un altro rigore, lo calceresti di nuovo?

"Se capita, non mi tirerei indietro. Non lo decido io, ma sarei pronto".

 

Tu vedi un giovane che possa prendere in futuro il tuo posto?

"Non saprei, penso che ci sono tanti giovani che stanno emergendo. Verrà fuori qualcuno che potrà fare bene tanto quanto".

Che Macedonia ti aspetti?

"Mi aspetto una squadra chiusa e compatta, che cercherà di colpirci in contropiede. Dovremo essere bravi a giocare senza concedere, servirà concentrazione. Contro di loro abbiamo subito due gol in due tiri, dovremo essere attenti".

 

Giocare all'estero può essere la chiave per i giocatori italiani?

"Dobbiamo credere di più nei nostri talenti e nei nostri giovani, che sia all'Italia o all'estero. Ognuno ha il suo percorso. A volte non si crede tanto nel talento italiano, forse il problema è questo".

 

C'è un ricambio generazionale in corso. Quali sono i nuovi leader?

"Ci sono giocatori di grande personalità che possono lasciare il loro timbro in Nazionale come Di Lorenzo, Cristante, Locatelli. Questi stanno venendo fuori con grande personalità".

 

Sei stato il fulcro dell'Italia di Mancini. Quali sono le similitudini e differenze tra lui e Spalletti?

"Non mi piacere comparare due allenatori, ognuno è diverso e ha capacità diverse nel proprio lavoro. Sono due allenatori con esperienza e grande sincerità. È importante che la squadra senta la chiarezza da parte del CT".