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Festa della donna, l'Uomo della Domenica è dedicato alle "Giovinette"

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La Festa della donna ha radici parallele alla storia del calcio femminile. L’Uomo della Domenica rievoca una vicenda lunga più di un secolo che conduce fino alla nostra Nazionale azzurra

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Non è casuale che la Festa internazionale della donna, che ogni anno il mondo celebra l’8 marzo, e la tradizione del calcio femminile, che è molto lunga, come pochi sanno, affondino le rispettive radici storiche nello stesso grumo di mesi, posto all’inizio del ‘900, nel fatidico ‘17.

 

La nascita dell’8 marzo è probabilmente legata a una grande manifestazione femminista tenutasi a San Pietroburgo l’8 marzo del 1917, che avrebbe dato avvio anche alla Rivoluzione russa e al crollo dello zarismo. Mentre falsa sarebbe la vulgata che fa discendere la ricorrenza dal rogo di una fabbrica newyorkese nel 1908 in cui morirono molte operaie.

Più noto e condiviso è invece il calcio d’inizio del football femminile, unanimemente fatto risalire allo stesso anno 1917 ma in terra britannica. L’Europa era dilaniata dalla guerra, gli uomini al fronte, le donne in fabbrica. In Inghilterra, a Sheffield, capitale industriale, il lavoro è più usurante che altrove, le ragazze si sfiancano per assemblare granate, proiettili, bombe per armare l’esercito. E’ in quel ruvido contesto che arriva il football ad alleviare la fatica di un gruppo di operaie in pausa pranzo. Trovano un pallone nel cortile e ne fanno un simbolo di emancipazione. Si chiamano Rosalyn, Violet, Olivia, Penelope, giocano, danno scandalo, accendono fuochi, “prendiamo a calci la fottuta palla - è il ruggito delle più politicizzate - perché è anch’essa un prodotto dell’industria, figlia del meccanismo che ci sfrutta”.

 

In quell’anno così cruciale per le sorti dell’Europa e del mondo prendono vita dunque due grandi storie legate all’universo femminile: una data-simbolo da far ricordare al mondo anno dopo anno e un gioco che rappresenta un festoso attacco a un radicato feudo maschile, la prima crepa nel muro dell’egemonia maschilista nello sport del calcio. 

Ma mentre la celebrazione dell’8 marzo ha conosciuto una progressiva e costante diffusione nel pianeta, molto più tortuosa e frammentaria è stata l’affermazione di un movimento calcistico femminile, che solo negli ultimi anni sta approdando a una dimensione internazionale (anche se in molti paesi manca ancora di ogni forma organizzata).

 

Sky Sport ha creduto fin da subito nel valore sportivo e spettacolare del calcio femminile e da anni ne sostiene la crescita con le sue trasmissioni. Non c’è modo migliore quindi, per celebrare l’8 marzo su Sky Sport che vedere o rivedere la bella puntata della serie “L’uomo della domenica” (in questo caso idealmente ri-declinato al femminile di Fruttero-Lucentiniana memoria che ispirò questo titolo) che ripercorre l’evoluzione dell’arte pedatoria delle donne.

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Dall’Inghilterra del 1917 si passa per la vicenda delle “Giovinette”, che durante il fascismo, a Milano, sfidarono sul campo erboso il pregiudizio machista dell’ideologia di regime che voleva la donna solo angelo del focolare. Il calcio si trasforma in qualcosa di molto più di un gioco, diventa terreno sul quale riflettere attorno alla condizione della donna, al suo futuro, alle ambizioni di parità in ruoli culturalmente e sportivamente appaltati all’uomo. Si arriva così alla dimensione attuale di uno sport ormai emerso e in forte crescita, come testimonia in puntata la testimonianza di Sara Gama, il nuovo idolo di molte ragazzine di oggi, alcune delle quali speriamo saranno le calciatrici di domani capaci di sostenere i colori azzurri. In attesa del prossimo mondiale in Australia e Nuova Zelanda 2023.