Usa, Nazionale femminile vince battaglia su parità salariale. Rapinoe: "Giornata storica"
Calcio femminileLa nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti ha vinto la sua battaglia sulla parità salariale dopo 6 anni di lotta. L'accordo vedrà la Us Soccer pagare alle giocatrici un totale di 24 milioni di dollari e promette la parità di retribuzione con la squadra maschile
La parità salariale femminile sbarca-finalmente- nel calcio a stelle e strisce. Dopo le parole, negli Stati Uniti, sono arrivati i fatti ma grazie solo ad un ricorso in Tribunale: la US Soccer Federation si è impegnata a pagare la squadra nazionale femminile allo stesso livello della squadra maschile tramite un accordo sottoscritto con un gruppo di calciatrici, tra cui la star americana Megan Rapinoe, che aveva citato in giudizio la stessa federazione.
Stessi premi e stessi bonus per le squadre nazionali
Ventotto calciatrici della nazionale femminile degli Stati Uniti, campione del mondo in Francia nel 2019, avevano intentato una class action contro la politica discriminatoria della federcalcio americana. L'accordo dovrebbe porre fine alla querelle avviata da questo gruppo di giocatrici: in ballo ci sono anche 24 milioni di dollari di indennizzo, praticamente un risarcimento danni complessivo che evidenzia una tacita ammissione della disparità di trattamento subita per anni. "D'ora in poi Us Soccer - spiega un comunicato congiunto - si impegna a pagare gli stessi premi e gli stessi bonus per le squadre nazionali femminili e maschili in tutte le amichevoli e i tornei, compresa la Coppa del Mondo".
Joe Biden: "Ora chiudiamo gap salariale in tutte le industrie"
"Questa è una vittoria attesa a lungo nella battaglia per la parità di salario. Sono orgoglioso della nazionale di calcio femminile Usa per non aver mai mollato, dentro e fuori il campo. Ora chiudiamo il gap salariale in tutte le industrie": è il tweet di Joe Biden a commento dell'accordo tra la Federazione calcio americana e decine di giocatrici per parificare gli stipendi con quelli delle squadre maschili.
Il precedente della Norvegia, ora tocca alle Matildas
L'applicazione dei termini dell'accordo sarà subordinata alla ratifica di un contratto collettivo tra i calciatori delle Nazionali e la Federazione. La presidente della Us Soccer, Cindy Parlow Cone, lei stessa un'ex nazionale, aveva dichiarato a settembre di puntare ad "armonizzare" i bonus della Coppa del Mondo per le squadre maschili e femminili degli Stati Uniti, al fine di risolvere il contenzioso aperto dalle giocatrici della squadra nazionale di calcio americana. La questione di questi bonus è stata una parte importante della causa intentata dalla squadra femminile americana nel 2019, e in particolare promossa dalla Rapinoe, che accusava la Federazione di "rifiutarsi ostinatamente" di pagare i suoi giocatori in modo equo. Un'analoga azione era stata intrapresa con successo, prima che lo facessero le americane, dalle calciatrici della nazionale della Norvegia. Lo stesso stanno per ottenere le "Matildas" della selezione femminile australiana.
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Megan Rapinoe: "Una vittoria per le nuove generazioni"
"E' una giornata davvero fantastica. Penso che guarderemo indietro a questo giorno nuovo e diremo che questo è il momento in cui il calcio americano è cambiato in meglio", le parole di Megan Rapinoe. "Una cosa del genere non accadrà mai più e possiamo andare avanti nel rendere il calcio il miglior sport possibile in questo paese. E' una vittoria per le nuove generazioni".
A livello di club c'è ancora grande disparità
Il prossimo passo sarà cercare di cambiare le cose anche a livello di club, dove però tutto appare più difficile. Basti pensare che a Miami, l'ex Napoli e Juve Gonzalo Higuain, guadagna 4,7 milioni di dollari all'anno mentre la calciatrice più pagata della lega professionistica (Nwsl), l'attaccante Trinity Rodman (figlia dell'ex superstar dei Chicago Bulls) a Washington prende 285mila dollari all'anno.