Al via l'Europeo, la partita inaugurale Inghilterra-Austria oggi LIVE su Sky

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Moris Gasparri

Le inglesi, padrone di casa, guidate dalla Wiegman aprono ufficialmente l'Europeo femminile: stasera alle 21 c'è l'Austria nel match inaugurale all’Old Trafford di Manchester. Appuntamento live su Sky Sport Uno e Sky Sport Football

LE 23 AZZURRE ALL'EUROPEO

C’è una scena fondamentale per inquadrare la partita tra Inghilterra e Austria che stasera alle 21 all’Old Trafford di Manchester (pre partita dalle ore 20 su Sky Sport Football, Sky Sport Uno e Sky Sport 251) inaugura gli Europei femminili di calcio 2022. Siamo a inizio giugno, a St George’s Park, l’avveniristica “Coverciano” inglese inaugurata nel 2012 nei pressi di Birmingham, e le due nazionali maggiori, maschile e femminile, si trovano in ritiro assieme per preparare i rispettivi impegni, la Nations League per i primi e l’Europeo per le seconde. Data la concomitanza, la federazione deve stabilire la priorità per l’utilizzo del campo principale, che viene assegnata... alla nazionale femminile. Ripetiamo: la priorità per l’utilizzo del campo principale di St George’s Park viene assegnata alla nazionale femminile. Una decisione totalmente impensabile fino a pochi anni fa, che dice molto del rango e della considerazione conquistati in patria dalle Lionesses, dell’attesa che c’è su questo Europeo e, più in generale, di cosa sia nel frattempo diventato il calcio femminile.  

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Pausa-realismo. Conosciamo la posizione della vasta maggioranza degli appassionati di calcio: la versione femminile dell’arte pedatoria manca di spettacolo, forza, velocità (a volte detta posizione è espressa in forme più colorite e contrite). Pensiero rispettabile, ma che coglie la statica e non la dinamica di questo sport. Il calcio femminile è mutato negli ultimi cinque anni più di quanto abbia fatto nei precedenti cinquanta, e proprio l’Inghilterra di Sarina Wiegman è un’incarnazione di queste profonde trasformazioni atletiche e tecniche, il prototipo di una nuova era futura in cui, speriamo, il fattore principale di attenzione pubblica su questo sport non sarà quello pur fondamentale della “sociologia” e della “politologia”: tradotto, dei diritti da conquistare e riconoscere, del professionismo e dell’equal pay, bensì quello del talento, della bellezza del gioco, delle passioni popolari suscitate, della capacità attrattiva delle grandi campionesse. 

L'era Wiegman

Già, l’Inghilterra. L’era Wiegman, che un Europeo l’ha già vinto nel 2017 con la sua Olanda e che è stata chiamata sulla panchina inglese per raddrizzare un percorso in chiaroscuro nel post-Mondiali, è iniziata con dodici vittorie e due pareggi in quattordici partite, con ottantaquattro (!) gol fatti e solo tre subiti, la vittoria nell’Arnold Clark Cup lo scorso febbraio contro Germania, Spagna e le campionesse olimpiche del Canada, il roboante 5 a 1 contro l’Olanda di pochi giorni fa, preceduto dai tre gol rifilati al Belgio e seguito dai quattro gol segnati alla Svizzera.

Sarina Wiegman
Sarina Wiegman - ©Getty

Le novità tattiche della nuova Inghilterra

Due sono le novità tattiche mostrate in questi mesi, perché Wiegman, come i grandi allenatori del calcio maschile, si riconosce subito per l’impronta trasmessa al gioco della sua squadra: Leah Williamson spostata dal suo ruolo tradizionale di centrale di difesa a centrocampista capace non solo di agire in fase di copertura, ma anche di inserirsi, di essere ovunque, da vera calciatrice totale. È annunciata come uno dei volti-copertina dell’Europeo, lo scorso aprile Wiegman le ha affidato la fascia di capitana della nazionale, a soli 25 anni e con appena 6 minuti disputati allo scorso Mondiale francese, in sostituzione della veterana di mille battaglie Steph Houghton, non convocata perché ancora non totalmente guarita da un grave infortunio patito lo scorso anno. E ancora Alex Grenwood spostata da terzino sinistro a centrale, in coppia con Millie Bright. Tutte e tre sono specializzate nei lanci lunghi e nei fendenti rasoterra (giocate che non appartenevano al registro delle possibilità del calcio femminile, e perciò esplorazione di nuovi livelli, avanguardismo sportivo, accorciare tempo e conquistare spazio grazie a livelli accresciuti di forza), spesso a cercare le due esterne d’attacco, Lauren Hemp, stellina del Manchester City, da ben quattro anni nominata miglior giovane della Premier femminile e prossimo crack, e Beth Mead, da anni punto di forza dell’Arsenal, due calciatrici che promettono gol, assist, grandi giocate, spettacolo appunto. Alla voce avanguardismo c’è anche Keira Walsh, la regista di centrocampo della nazionale inglese. Chi scrive non può tacere di una passione trascinante per l’estetica del suo gioco. Allenata fin da piccola nell’arte del passaggio, ha raccontato di aver trascinato innumerevoli volte il padre fuori di casa anche d’inverno per esercitarsi assieme su questo fondamentale, e solo su questo, come se il calcio non conoscesse altri elementi, ma fosse fatto di puro passaggio, un po’ come le monocromie dei grandi artisti novecenteschi in cerca della forma pura, del colore puro. Da lì viene la sua capacità di dispensare aperture su entrambi i fronti con palle eleganti e morbide, o di trovare palle filtranti geniali per le compagne. 

Leah Williamson
Leah Williamson - ©Getty

Aspettative altissime per le Lionesses

Per tutti i motivi fin qui citati, le aspettative sulla nazionale inglese sono altissime, ma in questo Europeo non esistono squadre nettamente favorite per la vittoria finale, semplicemente perché in una competizione con format a 16 squadre il cammino per arrivare in fondo non prevede per nessuna squadra avvicinamenti facili alla notte di Wembley. Il margine di vittoria sarà sottile per tutti, giocato su dettagli, situazioni, non su egemonie precostituite, in una collocazione temporale dell’evento particolare, e, come in tutti gli sport femminili, con le variabili biologiche del ciclo mestruale, tema di grande importanza. Se non ci sono nazionali dominanti, esistono però squadre che arrivano con più certezze di altre, potendo esibire percorsi recenti e più scelte. Da questo punto di vista nessuno più della squadra inglese arriva in fiducia, forse soltanto la Svezia.

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Austria, la più sottovalutata dell'Europeo

In tutto questo, che ruolo ha l’Austria? Vittima sacrificale, avversaria facilmente resistibile? Non proprio. Semifinalista all’ultimo Europeo, la nazionale austriaca è probabilmente la più sottovalutata dell’Europeo in rapporto al potenziale, e l’emblema della sottovalutazione è Sarah Zadrazil, centrocampista e leader delle biancorosse, tra le migliori calciatrici europee per capacità di recuperare palloni e avviare rapidamente le transizioni d’attacco, solo di recente reclutata da un grande club (il Bayern Monaco), dopo molti anni passati fuori dai radar. 

Sarah Zadrazil
Sarah Zadrazil - ©Getty

Carina Wenninger, neo-acquisto della Roma

Pressing feroce e ripartenze, questo recita il manuale di gioco delle austriache allenate da Irene Fuhrmann, che può sfruttare una finalizzatrice come Nicole Billa, una delle migliori marcatrici della Bundesliga femminile (accostata anche alla Juventus la scorsa primavera), un’ala destra molto giovane e molto veloce come Julia Hickelsberger, e una grande solidità difensiva, con la capitana Viktoria Schnaderbeck (Arsenal), Carina Wenninger, neo-acquisto della Roma proveniente dal Bayern Monaco e Manuela Zinsberger, anche lei in forza all’Arsenal, nonché uno dei migliori portieri al mondo. Buon Europeo femminile a tutti.