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Lotta al razzismo in Spagna, la polizia potrà fermare le partite

Liga

Gli insulti razzisti a Vinicius nel corso di Valencia-Real Madrid dello scorso maggio sono solo l’ultimo episodio verificatosi in Spagna. Ecco perché il Ministero degli Interni ha optato per decisioni drastiche, tra le quali l’intervento della polizia nel corso dei match per contrastare il fenomeno

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Non sarà più l’arbitro a decidere se sospendere la partita in caso di insulti razzisti. É questo il nuovo protocollo che la federcalcio spagnola adotterà in circostanze simili a quella andata in scena durante Valencia-Real Madrid, con Vinicius suo malgrado protagonista. Cambia tutto rispetto a quanto deciso nel 2017, anno in cui venne ufficializzato e adottato l’attuale protocollo che, fino a oggi, prevedeva che fosse il direttore di gara a decidere sul da farsi. Ora non più. Massima discrezionalità al corpo di polizia presente allo stadio, come anticipato dal quotidiano politico madrileno El Paìs.

Lotta al razzismo, il nuovo protocollo

Le differenze rispetto al passato sono evidenti. Il nuovo protocollo, che sarà fatto pervenire alle forze dell’ordine nei prossimi giorni, prevede che sia la polizia a decidere se sospendere o interrompere definitivamente un match. Non solo. In casi estremi si procederà anche allo sgombero di interi (o solo una parte) settori dell’impianto di gioco. A gestire il tutto sarà il Coordinatore di Sicurezza, figura istituita nel 2007 e che ora, a differenza del passato, avrà molta più voce in capitolo.

Il caso Vinicius

Considerazioni trasformate in fatti concreti dopo il caso Vinicius. Non solo per l’argomento razzismo che lascia sgomenti, ma anche per le ripercussioni che l’episodio in Liga dello scorso 21 maggio ha generato. Prima l’intervento del governo brasiliano (Vinicius difende i colori verdeoro), poi le accuse di razzismo dello stesso classe 2000 a tutta la Spagna: da lì, la decisione da parte del governo spagnolo di fare qualcosa di concreto.