El Fideo pubblica sui social un lunghissimo messaggio. Passione, sacrifici, dolore e gioia: "Questa è la nostra vita, cosa ne sanno loro di quello che il calcio significa per te?"
Cosa hai fatto lunedì? Sono andato ad allenarmi. Cosa hai fatto martedì? Sono andato ad allenarmi. Cosa hai fatto mercoledì, giovedì e venerdì? Sono andato ad allenarmi. Facciamo qualcosa durante il fine settimana? Non posso, devo giocare.
Quasi cinquecento parole. Un lungo messaggio su Instagram e una dedica speciale. Al calcio. Firmata Angel Di Maria. El Fideo, lo spaghetto, perché era (ed è) magro e longilineo. Uno che da bambino era approdato al Rosario Central all'età di sei anni in cambio di ventisei palloni. Un'infanzia nella povertà e il mondo del calcio, oggi una realtà. Tra sacrifici, dolore e gioia.
L'allenamento è terminato, in piedi, con la borsa sotto un braccio, ti fermi per un momento e fissi il campo, lo sporco, i sassi, l'erba, il posto in cui giochiamo. Quella terra e quei sassi dove una volta cadevamo e ci graffiavamo le ginocchia, i fianchi, i gomiti, le mani. Quella terra e quei sassi che ci davano fastidio mentre giocavamo, quella terra che ci ha fatto sporcare tutta la casa e sentirci dire dalla mamma: 'Lascia fuori scarpe e calzini e vai dritto sotto la doccia'.
E il messaggio prosegue. Lunghissimo e sempre più intenso. Sotto i commenti dei colleghi: Cavani, Marquinhos, De Paul e tanti altri.
Cosa ci dà la forza ogni anno per iniziare un campionato? 'La domenica mi piace dormire' - è quello che ti dicono tutti. 'È meglio il calcio a cinque' - ti dicono i tuoi amici. 'Non stiamo mai insieme' - ti dice tua ragazza. 'Pensa a studiare e lavorare' - ti dicono i tuoi parenti.
Tu rifletti e sorridi. Cosa ne sanno loro di quello che il calcio significa per te? Cosa ne sanno loro della tensione e dei nervi tesi che non ti fanno dormire la notte prima della partita? Cosa ne sanno loro delle partite che hai giocato infortunato? Cosa ne sanno loro di quello che provi quando fai gol e i tuoi compagni ti abbracciano disperatamente? Cosa ne sanno loro delle volte che hai corso per raggiungere l'autobus o degli ultimi cinque isolati a piedi per non arrivare in ritardo agli all'allenamenti? Cosa ne sanno loro dell'ansia quando l'allenatore sta dando la formazione? Cosa ne sanno loro di com'è la preparazione quando i tuoi amici sono in vacanza e si divertono?
Cosa ne sanno loro di quel che vuol dire ogni giorno ritrovarsi con le persone che segnano la tua vita, i tuoi amici di risate e di lacrime? Cosa ne sanno loro di tutta la pioggia che hai preso mentre ti allenavi? Terra, sassi, erba. Dieci persone con te, undici dall'altra parte, una palla e un fischio.
Questa è la nostra vita, ma loro cosa ne sanno?
Molte persone dicono che il calcio non abbia nulla a che fare con la vita. Non so quanto ne sappiano della vita. MA DI CALCIO... NON NE SANNO NIENTE!