Capello: "Inghilterra in finale o per me sarà un fallimento"
MondialiIl ct della Nazionale inglese non ha dubbi sulle potenzialità del suo gruppo: "Rooney è un giocatore fantastico, Lampard e Gerrard sono due leader. Ho cambiato la mentalità dei miei giocatori con la psicologia". L'ALBUM DEI MONDIALI
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"Per me non arrivare in finale sarebbe un fallimento": il ct della Nazionale inglese, Fabio Capello, parla degli obiettivi per i prossimi Mondiali di Sudafrica 2010, del suo rapporto con il calcio inglese. Capello parla di Rooney ("è un giocatore fantastico, per noi conta moltissimo"), individua in Lampard, nello stesso Rooney e in Gerrard i leader della sua squadra (ho bisogno che stiano dalla mia parte") e dell'affare Terry, al quale il ct ha tolto la fascia di capitano dopo lo scandalo per la relazione con la fidanzata di Wayne Bridge ("è uno di quelli che fanno la differenza, un leader vero - le parole di Capello - Non potevo fare diversamente, lui lo sa che per me i valori vengono prima di tutto. Gli ho detto: il capitano deve essere anche un esempio per tutti. Non ti posso lasciare la fascia").
E racconta come ha ricostruito la Nazionale inglese: "Con la psicologia. Parlando molto, mettendo delle regole, restituendo a tutti l'orgoglio di questa maglia. Quando sono arrivato vedevo i giocatori spenti, impauriti, senza alcun senso di appartenenza. Sorprendente. Ho stretto i bulloni, ho imposto serietà, il gruppo è diventato di cemento".
L'obiettivo di Capello è la finale, ma sulla strada del tecnico friulano ci saranno "molte squadre di talento. Dico l'Argentina, la Spagna, ma soprattutto il Brasile. Una corazzata". Nessun riferimento all'Italia di Lippi ("io penso alla mia Nazionale. Non parlo degli altri ma tutti sanno che negli appuntamenti importanti l'Italia c'e' sempre. Con un'unica eccezione, la Nazionale del 1974 dove giocavo io.
Il tecnico si sofferma sulla situazione del calcio italiano che sta diventando marginale: "Come la penso l'ho detto mille volte, non è servito a niente. Tanto la verità la conoscono tutti, i problemi sono evidenti. Non c'è la volontà di affrontarli. Ma se non si interviene è finita". E sulla richiesta avanzata dalla Juventus della revoca dello scudetto 2006 assegnato all'Inter, Capello dice: "Non ci vedo niente di strano. Io e i giocatori di quella Juve sappiamo bene che lo scudetto lo vincemmo sul campo".
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"Per me non arrivare in finale sarebbe un fallimento": il ct della Nazionale inglese, Fabio Capello, parla degli obiettivi per i prossimi Mondiali di Sudafrica 2010, del suo rapporto con il calcio inglese. Capello parla di Rooney ("è un giocatore fantastico, per noi conta moltissimo"), individua in Lampard, nello stesso Rooney e in Gerrard i leader della sua squadra (ho bisogno che stiano dalla mia parte") e dell'affare Terry, al quale il ct ha tolto la fascia di capitano dopo lo scandalo per la relazione con la fidanzata di Wayne Bridge ("è uno di quelli che fanno la differenza, un leader vero - le parole di Capello - Non potevo fare diversamente, lui lo sa che per me i valori vengono prima di tutto. Gli ho detto: il capitano deve essere anche un esempio per tutti. Non ti posso lasciare la fascia").
E racconta come ha ricostruito la Nazionale inglese: "Con la psicologia. Parlando molto, mettendo delle regole, restituendo a tutti l'orgoglio di questa maglia. Quando sono arrivato vedevo i giocatori spenti, impauriti, senza alcun senso di appartenenza. Sorprendente. Ho stretto i bulloni, ho imposto serietà, il gruppo è diventato di cemento".
L'obiettivo di Capello è la finale, ma sulla strada del tecnico friulano ci saranno "molte squadre di talento. Dico l'Argentina, la Spagna, ma soprattutto il Brasile. Una corazzata". Nessun riferimento all'Italia di Lippi ("io penso alla mia Nazionale. Non parlo degli altri ma tutti sanno che negli appuntamenti importanti l'Italia c'e' sempre. Con un'unica eccezione, la Nazionale del 1974 dove giocavo io.
Il tecnico si sofferma sulla situazione del calcio italiano che sta diventando marginale: "Come la penso l'ho detto mille volte, non è servito a niente. Tanto la verità la conoscono tutti, i problemi sono evidenti. Non c'è la volontà di affrontarli. Ma se non si interviene è finita". E sulla richiesta avanzata dalla Juventus della revoca dello scudetto 2006 assegnato all'Inter, Capello dice: "Non ci vedo niente di strano. Io e i giocatori di quella Juve sappiamo bene che lo scudetto lo vincemmo sul campo".