Donadoni, a un rigore dal sogno: "Dovevo tirare rasoterra"
MondialiL'INTERVISTA. L'ex-centrocampista della Nazionale di Vicini ricorda la semifinale del 1990, persa dal dischetto contro l'Argentina. "Goycochea? Portiere mediocre, ma bravo ai calci di rigore. Gli italiani tifavano per Maradona? Leggende. Erano con noi"
GIOCA A FANTASCUDETTO MONDIALE
di Vanni Spinella
Il risveglio dalle “notti magiche” di Italia ‘90 fu da incubo. Un incubo che per gli Azzurri, a distanza di venti anni, si materializza ancora nella lunga chioma di Caniggia che anticipa Zenga e nei guantoni di Goycochea che ai rigori porta l’Argentina in finale. Roberto Donadoni è uno di quelli che sul dischetto ci è andato, senza paura. Sbagliarono lui e Aldo Serena, e le “notti magiche” finirono lì.
Donadoni, quel Mondiale ha lasciato l’amaro in bocca a molti.
“Anche a noi Azzurri. All’interno del nostro gruppo eravamo consapevoli di essere un’ottima squadra e di potercela giocare con le favorite”
Mai avreste pensato, però, che a Napoli, contro l’Argentina, molti italiani avrebbero tifato per Maradona.
“Questa è una vicenda di cui si è parlato molto, ma credo che la stampa abbia contribuito a gonfiarla. Spesso piace porre l’attenzione sui particolari che creano più interesse e chiacchiericcio: così vengono ‘utilizzati’ nella maniera più conveniente”
E nella realtà invece?
“Dal campo noi percepivamo che l’Italia faceva il tifo per noi”
Finisce pari ai supplementari, si va ai rigori. Come è stato deciso l’ordine dei tiratori?
“C’era più o meno una lista di candidati. Poi però subentrano sempre i problemini fisici e c’è chi non se la sente, così c’è stato un cambio di ‘scaletta’”
Lei era nella lista iniziale?
“No, non ero nei cinque”
E con che stato d’animo ha tirato?
“Tranquillo. Nelle squadre in cui ho giocato c’era sempre il rigorista designato per cui non ero mai la prima scelta. Ma anch’io ho tirato i miei rigori in carriera”
Il gol del pareggio di Caniggia scaturì dal primo errore difensivo dell’Italia in tutto il Mondiale. Può aver influito al momento dei rigori?
“Indubbiamente psicologicamente abbiamo un po’ pagato quella situazione. A livello inconscio ci siamo sentiti derubati di quello che pensavamo di esserci guadagnati sul campo.
Non è un’attenuante, ma si sa che i sentimenti a volte hanno questo potere”
Vi eravate preparati alla possibilità di finire ai rigori?
“Ci si allena sempre a calciarli, al termine di ogni seduta. Ma sperando di non arrivarci. A meno che…”
A meno che?
“A meno che non ti senti inferiore all’altra squadra, e allora cerchi di trascinare la partita e giocartela dal dischetto, dove vengono meno le qualità di squadra. Ma non è il nostro caso. Noi non ci sentivamo inferiori all’Argentina”
Goycochea parò due rigori: bravo o fortunato?
“È sempre l’insieme delle due cose. Anche se come portiere, secondo me, non era un granché. Non mi sembrava completo. Era molto bravo sui calci di rigore, quello sì, come dimostrò anche in altre occasioni”
Lei dove aveva deciso di tirarlo?
“La mia intenzione era di tirarlo dove l’ho tirato. Non era neanche così male come rigore”
E allora dove ha sbagliato?
“Forse l’errore è stato non tirarlo rasoterra, ma un po’ più alto. In quel caso se il portiere intuisce è agevolato”
Resta comunque il ricordo di una Nazionale molto amata dagli italiani.
“Me lo dicono in tanti. E molti la considerano una delle più forti di sempre. Nel calcio però va così, è successo anche ad altri. Basta pensare all’Olanda di Cruijff: è sempre arrivata lì lì e non ha mai vinto nulla”.
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Donadoni, quel Mondiale ha lasciato l’amaro in bocca a molti.
“Anche a noi Azzurri. All’interno del nostro gruppo eravamo consapevoli di essere un’ottima squadra e di potercela giocare con le favorite”
Mai avreste pensato, però, che a Napoli, contro l’Argentina, molti italiani avrebbero tifato per Maradona.
“Questa è una vicenda di cui si è parlato molto, ma credo che la stampa abbia contribuito a gonfiarla. Spesso piace porre l’attenzione sui particolari che creano più interesse e chiacchiericcio: così vengono ‘utilizzati’ nella maniera più conveniente”
E nella realtà invece?
“Dal campo noi percepivamo che l’Italia faceva il tifo per noi”
Finisce pari ai supplementari, si va ai rigori. Come è stato deciso l’ordine dei tiratori?
“C’era più o meno una lista di candidati. Poi però subentrano sempre i problemini fisici e c’è chi non se la sente, così c’è stato un cambio di ‘scaletta’”
Lei era nella lista iniziale?
“No, non ero nei cinque”
E con che stato d’animo ha tirato?
“Tranquillo. Nelle squadre in cui ho giocato c’era sempre il rigorista designato per cui non ero mai la prima scelta. Ma anch’io ho tirato i miei rigori in carriera”
Il gol del pareggio di Caniggia scaturì dal primo errore difensivo dell’Italia in tutto il Mondiale. Può aver influito al momento dei rigori?
“Indubbiamente psicologicamente abbiamo un po’ pagato quella situazione. A livello inconscio ci siamo sentiti derubati di quello che pensavamo di esserci guadagnati sul campo.
Non è un’attenuante, ma si sa che i sentimenti a volte hanno questo potere”
Vi eravate preparati alla possibilità di finire ai rigori?
“Ci si allena sempre a calciarli, al termine di ogni seduta. Ma sperando di non arrivarci. A meno che…”
A meno che?
“A meno che non ti senti inferiore all’altra squadra, e allora cerchi di trascinare la partita e giocartela dal dischetto, dove vengono meno le qualità di squadra. Ma non è il nostro caso. Noi non ci sentivamo inferiori all’Argentina”
Goycochea parò due rigori: bravo o fortunato?
“È sempre l’insieme delle due cose. Anche se come portiere, secondo me, non era un granché. Non mi sembrava completo. Era molto bravo sui calci di rigore, quello sì, come dimostrò anche in altre occasioni”
Lei dove aveva deciso di tirarlo?
“La mia intenzione era di tirarlo dove l’ho tirato. Non era neanche così male come rigore”
E allora dove ha sbagliato?
“Forse l’errore è stato non tirarlo rasoterra, ma un po’ più alto. In quel caso se il portiere intuisce è agevolato”
Resta comunque il ricordo di una Nazionale molto amata dagli italiani.
“Me lo dicono in tanti. E molti la considerano una delle più forti di sempre. Nel calcio però va così, è successo anche ad altri. Basta pensare all’Olanda di Cruijff: è sempre arrivata lì lì e non ha mai vinto nulla”.
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