LA FOTOGALLERY. Contro le attese, finora la Coppa è stata un successo, anche se non ha brillato nella comunicazione. Dal “calcio nel sedere” di Valcke, a “quello che c'era da rubare, l'hanno già rubato” di Joana Havelange, ecco le frasi che rimarranno

Era il 31 ottobre 2007 quando la Fifa annunciò che il mondiale 2014 sarebbe stato organizzato nel Paese del "futebol". Il Presidente Lula e il Brasile festeggiarono come fosse un carnevale. Quell'allegria s'è presto trasformata nelle proteste popolari -
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“Non spenderemo un solo centesimo pubblico per costruire gli stadi”, disse l'ex ministro dello Sport Orlando Silva un mese dopo l'assegnazione del mondiale. Fu una profezia nefasta: il conto per il Brasile è arrivato a circa 2,75 miliardi di euro -
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“Se il Brasile non sarà pronto tornerò a nuoto dal Sud Africa”, disse Lula da Johannesburg durante il mondiale del 2010. Con il senno del poi fu una promessa incauta, visti i ritardi nelle infrastrutture e negli stadi -
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“Sembra che la priorità sia vincere la Coppa e non organizzarla. Bisogna impegnarsi di più. Il Brasile meriterebbe un calcio nel sedere”, disse il segretario generale della Fifa Jerome Valcke nel 2012. Poi arrivarono le scuse -
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Anche il Fenomeno è inciampato nella comunicazione. In un video del 2011, tornato sui media durante le proteste del 2013, Ronaldo diceva: “la Coppa non si fa con gli ospedali, ma con gli stadi”. Quella volta il dribbling non gli riuscì benissimo -
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Dal Fenomeno al Re del calcio, durante la Confederation Pelè ha colpito il palo: con un milione di persone nelle strade e il Paese in subbuglio, disse in televisione: “Scordiamoci delle manifestazioni e appoggiamo la Seleção” -
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A Romario la sincerità non ha mai fatto difetto. Durante la Confederation disse: “Il vero presidente oggi è la Fifa. Viene, monta il circo, non spende niente e poi si piglia tutto”. Più di recente ha definito Blatter un “figlio di...”. Poco diplomatico -

Ci vuole umorismo per sdrammatizzare. A fine anno, con molti stadi ancora da consegnare e il fiato della Fifa sul collo, il ministro dello Sport Rebelo disse: “Gli stadi sono come le spose, arrivano in ritardo all'altare, ma poi il matrimonio si fa” -
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A 48 giorni dalla Coppa Dilma disse a una radio del Parà “abbiamo fatto la nostra parte: gli stadi e gli aeroporti sono pronti. Il Brasile farà la Coppa delle coppe”. Purtroppo l'Itaquerao di San Paolo e l'Arena Pantanal erano ancora cantieri aperti -
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“Quello che c'era da rubare è già stato rubato. Se c'era da protestare bisognava farlo prima”, ha scritto candidamente Joana Havelange, nipote dell'ex presidente della Fifa João, in un testo pubblicato su Instagram il 27 maggio scorso -
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“Qui comandano i brasiliani, non la Fifa. Un Paese con cinque mondiali vinti deve essere rispettato”, ha tuonato a due settimane dal calcio d'inizio l'ex idolo Rivellino, con la Coppa del Mondo nelle mani -
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Il giorno prima dell'apertura del Mondiale la madrina dell'evento, Claudia Leitte, si è fatta fotografare in conferenza stampa con la maglia del Barcellona. Peccato che gli sponsor della Coppa non fossero quelli del Barça. Alla Fifa non è andata giù -
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Nella partita di esordio della Francia contro l'Honduras al Beira Rio di Porto Alegre si è sfiorato l'incidente diplomatico: gli inni nazionali delle squadre non sono stati suonati. L'impianto audio dello stadio era guasto -
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"Sei a Rio? Single? Vuoi un principe incantato tra i gringos in città...", scriveva sul profilo Twitter Luciano Huck, presentatore di punta della rete TV Globo. Il tweet, rimosso, ha causato polemiche: sembrava un incentivo al turismo sessuale -
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