Tra l'Argentina e la qualificazione al Mondiale di Russia c'è un pericolo altissimo...

Mondiali

Il crocevia del cammino dell'Albiceleste verso la Coppa del Mondo è Quito, dove sfiderà l'Ecuador a 2.800 metri d'altezza. I precedenti in altura non fanno sorridere Sampaoli. Ieri, intanto, bombole d'ossigeno per il Brasile al termine della partita in Bolivia

TUTTE LE COMBINAZIONI CHE MANDANO L'ARGENTINA AI MONDIALI

Vincere con l’Ecuador per assicurarsi, quantomeno, lo spareggio con la Nuova Zelanda. Detta così, non sembra un’impresa impossibile quella che attende l’Argentina di Sampaoli nell’ultima gara del girone di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 (mercoledì 11 ore 1.30 diretta esclusiva Sky Sport 1). Gli avversari, del resto, sono terzultimi - sebbene abbiano racimolato solo 5 punti in meno di Messi e compagni - e non hanno più alcuna velleità di raggiungere la fase finale. Tuttavia, “sono le condizioni peggiori a rendere le cose straordinarie”, come diceva la voce fuoricampo di un spot televisivo di qualche anno fa. E le condizioni che l’Albiceleste troverà all’'Estadio Olímpico Atahualpa di Quito non saranno le più favorevoli. Perché? Per via dell’altitudine: circa 2.800 metri sopra il livello del mare. Per informazioni su quanto sia dura, chiedere al Brasile, magari a Thiago Silva…

Quella partita a 6.000 metri d'altezza

Il difensore del Paris Saint-Germain era in campo con la sua Nazionale a La Paz, in Bolivia. Lì, i metri di altitudine sono circa 800 in più: 3.640. Al 28’ l’ex difensore del Milan ha accusato un forte giramento di testa, si è accasciato ed è uscito in barella, sostituito da Marquinhos. Maschere e bombole d’ossigeno sono state utilizzate dai giocatori brasiliani per rifiatare a fine partita, come testimonia lo scatto postato da Neymar sul suo profilo Instagram. Ma cosa succede al corpo umano a certe altitudini? Diversamente da quanto si pensa, in montagna non c’è meno ossigeno. È la sua pressione a essere più bassa. Lo scambio di ossigeno che avviene nei polmoni tra aria e sangue sfrutta proprio la differenza di pressione tra il corpo umano e l'aria stessa. Quando questa differenza è minima il corpo fa fatica ad adattarsi: lo scambio avviene con più difficoltà, impedendo ai polmoni di assumere la giusta quantità di ossigeno. Essendo abituati a certe condizioni, i giocatori di Bolivia ed Ecuador hanno quasi sempre costruito i propri successi in casa, dove è difficilissimo vincere. In Bolivia soprattutto. La Fifa, per salvaguardare la salute dei calciatori, aveva provato a vietare le gare internazionali sopra i 3.000 metri. Per protestare, nel 2007 il presidente boliviano Evo Morales ha disputato con altri membri del governo una partita sulle Ande innevate, a circa 6.000 metri d'altezza. Per la cronaca, Morales in quell’occasione ha anche segnato il gol decisivo…

In altura l'Albiceleste si affloscia

Mancanza di fiato, minore resistenza allo sforzo, aumento del ritmo cardiaco: in altitudine l’Argentina ha sempre fatto fatica. In Bolivia ha rimediato sconfitte storiche. L’1 aprile 2009 la Nazionale allenata da Maradona fu umiliata: 6-1, con tanto di tripletta di Joaquín Botero. L’ultimo confronto, quello dello scorso 28 marzo, fu il capolinea dell’esperienza di Edgardo Bauza: 2-0 per i padroni di casa, con gol di Arce e Moreno. Ma il futuro della Selección passa da Quito. Anche sul campo degli ecuadoregni, però, il passato non fa dormire tranquilli a Sampaoli. I precedenti sono 6: 3 sconfitte, 2 pareggi e 1 sola vittoria. Era il 14 agosto 2001, 0-2 con gol di Veron e Crespo.  Sono passati 16 anni da allora.  Ripetere l'impresa è (quasi) un obbligo.