I 10 migliori portieri che parteciperanno ai Mondiali

Mondiali
Courtois e de Gea, Alisson e ter Stegen, solo alcuni dei più forti portieri in Russia (Foto Getty)

Sfumato l'accesso al 6° Mondiale in carriera, Buffon non sarà presente in Russia a differenza dei portieri più forti su scala internazionale. Abbiamo selezionato i dieci migliori nel ruolo attesi dalla fase finale, solo uno per Nazionale: non mancano protagonisti tra i pali direttamente dalla Serie A

MONDIALI, LE 10 COSE DA SAPERE SU RUSSIA 2018

Non ci sarà Gianluigi Buffon, leggendario numero uno della Nazionale italiana. Complice la fallimentare fase di qualificazione degli Azzurri, il prossimo appuntamento in Russia negherà la partecipazione al 6° Mondiale della sua carriera: niente record in solitaria per Gigi, primatista per presenze (176) con la maglia dell’Italia. L’élite dei migliori portieri su scala internazionale perde quindi un interprete assoluto, assenza che tuttavia non esclude la ribalta per i grandi specialisti nel ruolo. Non ne abbiano a male i vari Akinfeev e Muslera, Ochoa e Ospina, portieri apprezzati per mezzi ed esperienza sebbene esclusi dalla nostra top 10 mondiale.

10. KASPER SCHMEICHEL (DANIMARCA)

Buon sangue non mente, difficile tuttavia raggiungere i livelli del padre Peter considerato uno dei migliori portieri degli anni Novanta. Ciò nonostante il 31enne Kasper è uscito dall’ombra del genitore solo due anni fa grazie a Claudio Ranieri, artefice dell’impresa targata Leicester. Un titolo blindato tra i pali dal ragazzo di Copenaghen, una lunga gavetta di prestiti dal Manchester City prima della fiducia delle Foxes nel 2011 all’epoca guidate da Eriksson. Buoni numeri in stagione con 35 gare e 9 clean sheet, impossibile agganciare il record di presenze in Nazionale detenuto proprio da Schmeichel sr (129). Quasi un centinaio in più rispetto all’attuale numero uno danese, certo è che gli scandinavi possono ambire al passaggio del turno a discapito di Perù e Australia alle spalle della Francia. Peter fu campione d’Europa nel 1992 e raggiunse i quarti a Francia '98, chissà se il figlio ne eguaglierà il cammino mondiale.

9. YANN SOMMER (SVIZZERA)

Un perfezionista in campo, portiere maniacale nei dettagli soprattutto negli interventi aerei complice la statura ridotta di 183 centimetri. Tutt’altro che un ostacolo in carriera per il classe 1988 originario di Losanna, erede di Benaglio in Nazionale dove a partire dal 2012 ha accumulato una trentina di gettoni. Appassionato di musica e cucina, cresciuto nel vivaio del Basilea imponendosi in squadra e in patria con 5 titoli prima dell’addio con destinazione Bundesliga. Dal luglio 2014 difende infatti la porta del Borussia Mönchengladbach, affare da 9 milioni di euro che ne ha amplificato il valore in Europa: già 172 le presenze accumulate in Germania, impatto e titolarità dettati da un profilo da portiere moderno. Dal campionato tedesco alla Svizzera il suo rivale è Roman Bürki, 27enne in forza al Borussia Dortmund che dovrebbe fargli da secondo nelle gerarchie del Ct Petkovic. Già aggregato nella spedizione mondiale del 2014 senza scendere in campo, Sommer affronterà le sfide contro Brasile, Serbia e Costa Rica.

8. RUI PATRÍCIO (PORTOGALLO)

Da anni uomo mercato più volte accostato alla Serie A, lui che da sempre veste la maglia dello Sporting Lisbona. Una bandiera dei Leões, orgoglio che risale dai tempi del settore giovanile e che in prima squadra l’ha portato a disputare 464 partite a -30 dal leader all-time Hilário. E pensare che da ragazzo veniva schierato centravanti, ruolo stravolto dall’avvento in biancoverde. In Portogallo lo strapotere di Porto e Benfica impoverisce la sua bacheca con 7 coppe nazionali, tuttavia il trionfo a Euro 2016 porta eccome la sua firma: unico giocatore di Fernando Santos a disputare per intero tutte le gare della Nazionale, Rui Patrício si è laureato campione d’Europa trovando spazio nell’undici ideale della rassegna. Sono 68 gli incontri da lui maturati nella selezione di Cristiano Ronaldo, quanto basta per garantirsi la titolarità nonostante la comparsa del bravo Anthony Lopes. Da dimenticare l’ultimo Mondiale con l’infortunio all’esordio e la prematura eliminazione: a 30 anni ci riprova nel girone contro Spagna, Iran e Marocco.

7. KEYLOR NAVAS (COSTA RICA)

Qualcuno storcerà il naso, certo è che il portiere dei Ticos da anni inanella trionfi e conferme nell’Europa che conta. Merito dell’appartenenza al Real Madrid, direte, guai tuttavia a trascurare il valore di Keylor Navas. Idolo oltreoceano nonché mito in patria, talvolta un mistero nel Vecchio Continente ma non in Spagna dove milita dal 2010: Albacete, Levante e poi la chiamata dei Blancos che lo acquistano per 10 milioni di euro. Oggi 31enne e da quattro stagioni in rosa, il numero uno costaricense ha collezionato titoli agli ordini di Ancelotti e soprattutto di Zidane. Ogni estate para anche i rumors di mercato, nient’altro che un’abitudine per chi vive di critiche dagli inizi da adolescente (troppo basso) alle lacune tecniche nell’impatto tra i professionisti. Balotelli ammise di non conoscerlo ai Mondiali in Brasile, purtroppo ricordiamo tutti come andò l’avventura degli Azzurri a differenza dei centroamericani arrivati fino ai quarti di finale. Navas venne eletto due volte uomo partita contro Grecia e Olanda, vedremo se saprà ripetersi nel terribile gruppo E.

6. WOJCIECH SZCZESNY (POLONIA)

Ecco l’erede designato di Buffon alla Juventus, regina d’Italia che lo prelevò un anno fa dall’Arsenal per 12 milioni di euro con il compito di sostituire degnamente l’eterno Gigi. Ottimo il primo assaggio in bianconero (21 presenze e 14 clean sheet), conseguenza diretta delle qualità del 28enne polacco prossimo al gruppo H: gli uomini di Nawalka affronteranno nell’ordine Senegal, Colombia e Giappone, avversarie insidiose per una delle squadre chiamate a sorprendere in Russia. E tra i protagonisti in squadra non può che esserci il buon Szczesny, "solo" 33 match disputati con i biancorossi a causa della fresca concorrenza di Fabianski. Pochi dubbi sulla titolarità del portiere di proprietà della Juve, intuizione giovanile di Wenger che gli ha concesso ben 181 partite tra i pali dei Gunners. Scalzato nel 2015 dall’arrivo di Cech, il ragazzo di Varsavia ha raccolto solo conferme nel biennio in prestito alla Roma con l’apice nel secondo campionato (14 gare da imbattuto, record stagionale). Da lì il ritorno a Londra, la chiamata della Juve e un futuro a tinte bianconere.

5. HUGO LLORIS (FRANCIA)

Come dimenticare il numero uno dei Bleus di Deschamps, capitano della Francia e del Tottenham dove milita da 6 stagioni. Classe 1986 di origini spagnole ma nato a Nizza, suo trampolino di lancio tra i professionisti prima della fortunata parentesi al Lione. Solo due titoli collezionati in carriera proprio all’OL, digiuno che non ne ha pregiudicato il riconoscimento tra i migliori portieri d’Europa per mezzi e continuità. Verosimilmente in Russia taglierà il traguardo delle 100 presenze in Nazionale, selezione nella quale ha esordito nel 2008 con l’allora Ct Domenech presenziando da allora a tutti i campionati europei e mondiali. Apprezzato per leadership e davanti nelle gerarchie a Mandanda e Areola, Lloris è diventato uno dei simboli degli Spurs disputando oltre 250 partite ufficiali nel club. Come detto il suo profilo non è impreziosito da un palmarès troppo povero, lacuna ribadita dall’epilogo all’Europeo vinto dal Portogallo contro la Francia padrona di casa. Quale migliore occasione per invertire il trend in Russia a partire dal gruppo C?

4. THIBAUT COURTOIS (BELGIO)

Ai piedi del podio indichiamo il 26enne belga da anni ai vertici tra i migliori portieri su scala internazionale. Emerso nel florido vivaio del Genk, gigante che sfiora i 2 metri d’altezza, Courtois venne prelevato a 19 anni dal Chelsea per 9 milioni di euro e subito parcheggiato all’Atletico Madrid per tre stagioni. Qui inizia la ribalta del giovane Thibaut, punto fermo di Simeone che propizierà due titoli europei e il clamoroso scudetto in Liga del 2014. Se tra i Colchoneros è stato sostituito dall’ottimo Oblak, il numero uno belga ha scalzato il veterano Cech di ritorno tra i Blues prima di Mourinho e poi di Conte varcando le 150 presenze totali. Senz’altro convincente la parentesi londinese, tuttavia difficilmente Courtois rinnoverà il suo contratto in scadenza nel 2019. Prima delle voci e delle strategie di mercato, sarà il più giovane esordiente di sempre tra i pali dei Diavoli Rossi a spingere la spedizione mondiale sebbene priva di Nainggolan. S’inizia dal girone G contro Panama, Tunisia e soprattutto Inghilterra, prime tappe del discusso Ct Martínez.

3. MARC-ANDRE TER STEGEN (GERMANIA)

No, nessuna bocciatura per l’iconico Manuel Neuer certamente preso in considerazione da Joachim Löw nella campagna di Russia. L’incognita è tuttavia legata all’utilizzo del portierone del Bayern Monaco lontano dai campi da settembre, assenza forzata che spalanca i pali dei campioni del mondo in carica al più giovane collega del Barcellona. Classe 1992 originario di Mönchengladbach, squadra dove si affacciò ad alti livelli nel calcio europeo, Ter Stegen ha presto convinto per la freschezza del repertorio e per la grande abilità nel gioco con i piedi. Inevitabile che ad assicurarselo fossero i catalani nel 2014, affare da 12 milioni di euro ma con una clausola fissata a 80 milioni. Il numero uno tedesco vince la concorrenza di Bravo e spodesta da subito la new entry Cillessen impreziosendo la sua bacheca con 11 titoli azulgrana, trionfi dettati da un rendimento in ascesa stagione per stagione. Non è un caso che ad oggi figuri tra i migliori portieri del mondo, una sicurezza per la Germania dell’intoccabile Neuer senz’altro in ottime mani qualora abdicasse.

2. ALISSON (BRASILE)

A referto la percentuale più alta di parate (79.26%) dell’ultimo campionato, ben 17 i clean sheet a piazzarlo alle spalle del solo Reina. E poi i miracoli in serie, la venerazione dei tifosi della Roma fino alla sirene di mercato provenienti da mezza Europa. Merita solo applausi la prima vera stagione italiana di Alisson, 25enne brasiliano acquistato dai giallorossi nel 2016 per 8 milioni di euro. Oggi vale almeno 6 volte tanto, d’altronde il portierone della Seleçao è stato uno dei volti copertina dell’ottima annata targata Di Francesco in Serie A e in Champions. Da totem dell’Internacional a monumento nella Capitale, consacrazione esaltante per chi ha vissuto il battesimo in Italia da comprimario di Szczesny. Se la titolarità non può essere in discussione, la questione relativa al suo futuro andrà esaminata dopo la vetrina in Russia. Tite non può che avere l’imbarazzo della scelta tra i pali complice la presenza di Ederson, straordinario numero uno del Manchester City: due portieri impeccabili per valore assoluto, pure nella gestione del pallone.

1. DAVID DE GEA (SPAGNA)

Nessun dubbio invece alla guardia dei pali della Roja di Lopetegui, Nazionale che ha trovato nel 27enne madrileno l’erede del leggendario Iker Casillas. Ad accomodarsi in panchina saranno l’esperto Reina e il rampante Kepa, nemmeno in ballottaggio con il portiere del Manchester United dal 2011. Vi arrivò a 21 anni non ancora compiuti dall’Atletico Madrid, sua culla dal settore giovanile alla prima squadra con due titoli continentali in dote da protagonista. I Red Devils hanno investito 25 milioni di euro per blindarlo, ne avrebbero incassati molti di più nell’estate 2015: peccato che l’operazione chiusa con il Real Madrid andò in fumo per ritardi tecnici nel deposito del contratto. Una telenovela che da allora ha alimentato la sua permanenza in Inghilterra: oltre 300 partite disputate, prestazioni di livello assoluto e una candidatura costante tra i migliori portieri del panorama mondiale. Già decorato due volte con l’U-21, De Gea insegue la prima affermazione con la selezione pluricampione d’Europa e del mondo: difficile eguagliare la carriera di Casillas, perché non ribadire il proprio spessore nella manifestazione più importante?