Mondiali Russia 2018, sospiro di sollievo per l'Egitto: "Solo tre settimane di stop per Salah"

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L'attaccante egiziano Salah, foto Getty
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L'Egitto recupererà Mohamed Salah in tempo per i prossimi Mondiali, Hector Cuper potrà utilizzarlo probabilmente contro la Russia, dopo aver saltato l'esordio con l'Uruguay

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Sospiro di sollievo per l’Egitto, Mohamed Salah prenderà parte ai prossimi Mondiali in Russia. Hector Cuper potrà dunque contare sulla propria stella più lucente, anche se part-time. Proprio così, il giocatore del Liverpool infatti salterà certamente la gara d’esordio contro l’Uruguay, ma proverà ad esserci per il secondo match che metterà di fronte la selezione nordafricana alla Russia padrona di casa. A confermare la presenza di Salah è stata la stessa Federazione Egiziana con un tweet pubblicato sul proprio profilo ufficiale: "In seguito ai test medici effettuati, l'infortunio riscontrato dovrebbe tenere Momo ai box per le prossime tre settimane" si legge nel post. Una notizia positiva che permetterà a Cuper di contare su Salah per superare il girone A, obiettivo primario per gli uomini dell’allenatore argentino.

La delusione dell’infortunio

Una giornata triste che Salah difficilmente dimenticherà, in cui la sconfitta in finale di Champions è coincisa con il suo infortunio. Attimi difficili per l’egiziano quelli trascorsi nella notte di Kiev, raccontati poi successivamente a Marca da Rubén Pons, fisioterapista del Liverpool nonché l’uomo che è stato con l’egiziano dal momento in cui ha ufficialmente dovuto dare il suo forfait alla partita più importante in poi. "Sapevamo fin da quando era caduto che si trattava di qualcosa di serio, avevamo subito temuto per il peggio e così è stato una volta che abbiamo letto l’esito degli esami” le parole dello spagnolo, ex fisioterapista del Villarreal con Pellegrini e nello staff dei Reds dall’estate del 2014. “Siamo stati in campo fino all’intervallo, Momo era già devastato - prosegue Pons - ho provato a trasmettergli calma, gli ho detto che non si poteva più fare nulla per la finale e di non torturarsi ulteriormente: quello era il momento di cercare soluzioni, e lamentarsi sarebbe stato inutile. Quando siamo tornati dall’ospedale la finale era già finita, la squadra si stava cambiando ed erano quasi tutti pronti per risalire sul bus. Abbiamo aiutato noi Salah a cambiarsi perché non riusciva da solo, poi siamo andati all’aeroporto".