
Dalle stelle della divisa americana al Mondiale casalingo del 1994, alla semplicità e perfezione dell'Argentina campione in Messico. E ancora: gli scacchi della Croazia, i motivi del Messico in omaggio a Maya e Aztechi o l'arancione "meccanico" dell'Olanda 1974, con una curiosità sulla divisa indossata da Johan Cruijff

Storia e stile, ma anche maglie entrate nel mito. Perché la divisa di una squadra di calcio, specie poi durante un Mondiale, diventa anche simbolo di tutta una nazione. Dai motivi più complessi fino a quelle perfette nella loro semplicità, attraverso le varie epoche del pallone: ecco le 10 più belle di sempre mai indossate in un Mondiale ci calcio

Finita alle spalle di Argentina e Croazia nel girone, quella Giamaica si affacciava alla Coppa del Mondo per la prima volta nella sua storia. La maglia (ma in realtà tutta la divisa) era un'esplosione di colori. Base gialla con motivi verdi e neri, a continuare e invertirsi anche lungo i pantaloncini

Impossibile non citare gli inglesi, non solo per un modello e icona di stile come David Beckham, ma anche per la bellezza con cui la Umbro ha sempre disegnato le sue divise. Semplici, senza mai esagerare, e quasi a non voler tradire l'attitudine British. Nel 2006 gli inglesi verranno eliminati nei quarti ai rigori dal Portogallo

Nella prima foto la versione casalinga "rossa", qui invece quella di trasferta "bianca". Stesso motivo, solo un diverso impatto al colpo d'occhio. Quella della Danimarca del 1986 è stata scelta dalla rivista "Four Four Two" come la più bella di sempre tra le 50 migliori maglie di sempre (tra club e nazionali). I danesi quell’anno vinsero il proprio girone (davanti alla Germania Ovest), per poi essere eliminati agli ottavi dalla Spagna

Ronaldo sventaglia il dito indice, dopo il raddoppio alla Germania nella finalissima del quinto (e ultimo) titolo mondiale dei verde-oro. Una divisa dal giallo splendente, come quello del sole, con inserti verdi e pantaloncini blu. Disegnata dalla Nike, da quel giorno in poi si arricchirà con una stelle in più sopra il logo della federazione

Sfondo verde chiaro, inserti verdi scuri, come omaggio alle proprie civiltà antiche e alla loro arte. Tra Maya e Aztechi, i messicani del presente (di allora) superarono il proprio gruppo per poi uscire agli ottavi contro la Germania, eliminati da un gol di Bierhoff a quattro minuti dai supplementari

Con tutte quelle stelle sulla maglia Alexi Lalas (in Italia al Padova) sembrava una sorta di Capitan America rosso di capelli. In realtà quella fu una maglia memorabile, patriottica, a richiamare una bandiera ricca di simbolismo e che racchiude tutto lo spirito made in Usa. Il sogno (sempre americano) sul campo si concluse invece agli ottavi: tutta colpa di un gol del brasiliano Bebeto

Prima Davor Suker, poi l'inaspettata doppietta di Thuram, e la grande cavalcata di una grande Croazia (con indosso una grande maglia) si fermò a un passo dalla finale. Casa e trasferta, scacchi rossi sempre presenti su sfondo bianco o su base blu: da sempre uno dei motivi più suggestivi dei Mondiali di calcio

“Le Coq Sportif” disegna una maglia entrata nel mito, quella dell'Argentina di Maradona campione del mondo nel 1986. Colore “albiceleste” classico quella di casa, niente di più, girocollo tradizionale: un trionfo di bellezza e semplicità. Blu quella di trasferta. La leggenda narra che temendo l’afa messicana lo staff della nazionale abbia acquistato delle normalissime maglie blu (sempre “Coq Sportif”) più leggere in un semplice negozio, e che i numeri sulla schiena siano poi stati applicati a mano da due donne proprio la sera prima dei quarti contro l’Inghilterra, una partita poi entrata nella storia

Arancia meccanica: capolavoro sul grande schermo e sul campo da calcio. Non vinse nel 1974 quell'Olanda spettacolare del “calcio totale”, sconfitta in finale proprio dai padroni di casa tedeschi. Ma la maglia (anche qui) era perfetta, nella sua assoluta semplicità, e con una curiosità. Disegnata dall’Adidas, la stella indiscussa era ovviamente Johan Cruijff, sponsorizzato però da Puma. Dal dettaglio si nota in foto come lui, "Profeta del gol” o “Pelé bianco”, scendeva in campo con una versione personalizzata con solo due strisce sulle maniche e senza logo sul petto

Per la maglia di Russia 2018 l'Adidas si è ispirata proprio al fascino retrò del 1990, solo scegliendo una versione "total black" e non colorata per le tre strisce che corrono sul petto. Campioni proprio in Italia, quella divisa a riprendere la bandiera nazionale diventò vera icona del loro calcio, quello di Lothar Matthäus e Rudi Völler abbracciati e in cima al mondo