Danimarca-Australia 1-1: apre Eriksen, risponde un rigore di Jedinak

Al termine di una partita equilibrata ma non bellissima, danesi e australiani si sono fermate a vicenda sull'1-1: apre le marcature Eriken con un gral sinistro di prima intenzione, il pareggio arriva a pochi minuti dal termine del primo tempo col rigore di Jedinak, decretato con l'aiuto del Var dall'arbitro spagnolo Laoz. Nella ripresa poche vere occasioni, anche se è stata l'Australia a spingere di più

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DANIMARCA-AUSTRALIA 1-1

7 Eriksen (D), 39' Jedinak rig. (A)

Danimarca (4-2-3-1): Schmeichel 6,5; Dalsgaard 6,5, Kjaer 7, Christensen 6,5, Stryger Larsen 6; Schone 6, Delaney 5,5; Poulsen 5 (59' Braithwaite 6), Eriksen 6,5, Sisto 6; Jorgensen 6,5 (68' Cornelius 5,5). Ct. Hareide.
Australia (4-3-3): Ryan 6; Risdon 6, Milligan 6, Sainsbury 5,5, Behich 6,5; Mooy 6,5, Jedinak 6,5; Leckie 7, Rogic 5 (82' Irvine sv), Kruse 5,5 (68' Arzani 6,5), Nabbout 6,5 (75' Juric 5,5). Ct. van Marwijk.

Ammoniti: Poulsen e Sisto

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Minimo sforzo, massimo risultato. O quasi, ma poco cambia. Una Danimarca più concreta che spettacolare si aggrappa al talento del suo gioiello più luminoso ed esce imbattuta e decisamente ottimista, almeno per il passaggio del turno, dalla partita contro l'Australia. Gara spigolosa, non bellissima, certamente combattuta, ma nella quale entrambe le squadre hanno mostrato pecche di personalità e tecnica: alla fine ne è uscito un 1-1 abbastanza corretto che, come detto, e solo grazie ai risultati della prima giornata, premia più i danesi che gli australiani, chiamati ora a sperare nella Francia (sia contro il Perù che contro la Danimarca all'ultima giornata) e a battere nella terza partita il Perù. La gara ha vissuto il suo primo sussulto dopo 7 minuti, quando una grandissima giocata del centravanti danese Jorgensen ha permesso l'altrettando pregevole conclusione mancina di Eriksen, che, di prima intenzione, ha fulminato Ryan dai 14 metri. Dopo il vantaggio la Danimarca ha amministrato bene e ha preso in mano la partita, creando qualche pericolo alla difesa dell'Australia e dimostrando una buona organizzazione difensiva, grazie anche all'ottima prova di Kjaer e Christensen, i due centrali. Poi, alla mezzora, l'episodio che ha cambiato (anche se solo in parte la gara) e riequilibrato il punteggio: su una punizione dalla destra Leckie svetta più alto di tutti ma trova la mano protesa di Yussuf Poulsen, che, dopo aver procurato il rigore a favore del Perù nel primo tempo, causa la seconda massima punizione ai danni della propria nazionale. Laoz non se ne accorge, viene richiamato dal Var e dopo aver effettuato l'on field review fischia il rigore e ammonisce Poulsen, che, già diffidato, ora sarà costretto a saltare la decisiva partita contro la Francia. Dal dischetto capitan Jedinak non si fa intimidire e spiazza Schmeichel, diventando così l'unico giocatore nella storia del Mondiale ad aver segnato più di tre gol e tutti quanti su rigore. Nella ripresa ci si potrebbe aspettare la reazione della Danimarca, che in caso di vittoria avrebbe praticamente staccato il pass per gli ottavi, e invece a venir fuori è la disperazione la voglia di vincere di una squadra, quella australiana, in grado di mettere in campo comunque un buon mix di muscoli e talento. Molto bene Leckie, male invece il talentuoso Rogic, eccessivamente innamorato del proprio sinistro, non male il centravanti. La sorpresa, però, anche se in campo solo per 22 minuti, è il più giovane di tutti, quel Daniel Arzani che aveva già fatto parlare di sé nelle ultime due amichevoli prima del Mondiale e che dal momento del suo ingresso in campo ha messo in seria difficoltà la difesa danese. Che si è difesa, per la verità senza soffrire nemmeno troppo. E che ora aspetta la partita della verità. Quella nella quale non si potrà speculare come fatto nel pomeriggio di Samara.