Mondiali 2018 Russia, Mbappé e l'idolo d'infanzia Ronaldo: sfuma la sfida nei quarti di finale

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A 14 anni una camera tappezzata di suoi poster, e una foto come tra un qualunque ragazzino e il suo mito. Mbappé ai quarti di Russia c'è, da trascinatore, mentre CR7 esce contro l'Uruguay. Una sfida diretta e più che mai affascinante solo sfiorata

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Lui ci sarà, l’altro no. L’idolo e l’idolatrato. Quasi a contatto nei quarti di finale ma poi lungo strade diverse. Mbappé segna, due gol più un rigore procurato, e praticamente piega l’Argentina da solo staccando il pass per i quarti. Ronaldo delude, perso nel suo Portogallo. Va ko 2-1 e contro i francesi ci andrà l’Uruguay. Sarebbe stata una partita da sogno allora quella per Kylian Mbappé, che diventa il primo teenager dopo Pelé a segnare in una fase finale di un Mondiale. Lui, francese nato a Bondy nel 1998 e che da ragazzino (non poi troppo tempo fa) aveva una camerata tappezzata di foto di CR7. L’altro protagonista di questa storia, tutt’altro che a lieto fine. Perché in Russia è andato in scena, con tanto di sipario calato con un’ammonizione, il suo ultimo Mondiale. Vincere anche lì, dopo l’Europeo, avrebbe avuto del clamoroso. Ma questo non toglierà certo al tuttora giovanissimo Mbappé un po’ di dispiacere.

Valdebebas andata e ritorno

Era il 2012, quando un quattordicenne pieno di talento e tutta velocità rispondente al nome di Kylian aveva girato più di una squadra per dei provini. Tra questi anche Madrid, e la tappa a Valdebebas con la divisa del club indosso che poi non portò all’accordo. In quei giorni Mbappé era con lo zio Pierre, quando la scelta finale fu poi quella di rimanere in Francia, dall’accademia di Clairefontaine al Monaco, dove poi è stato rivenduto a peso d’oro appena cinque anni dopo. “Rido, quando la gente dice che Kylian ha scelto il Psg per i soldi” - disse invece papà Wilfried qualche anno fa a L’Equipe. La famiglia contava più di ogni altra cosa, e il Real a 14 anni, lontano da casa, poteva spaventare e frenare la sua carriera. Fu solo un’esperienza allora. Nessuna firma, qualche allenamento ma soprattutto una foto, scattata al tempo e rimasta probabilmente per sempre in qualche vecchio telefono di Mbappé. Cappellino in testa per CR7, e sorriso. Segno della “vu” con indice e medio della mano in segno di vittoria per il piccolo Kylian, felicissimo di fare la foto con il suo idolo. “É un tifoso del Real e il suo calciatore preferito è Ronaldo - faceva eco sempre il papà - passava ore a casa a guardare i video delle sue giocate su internet”. Evidentemente d’ispirazione, viste le magie replicate in campo.

(Foto As.com)

Dai poster allla Russia

Era il suo idolo, è diventato un rivale, e ora Mbappé lo ha anche sorpassato, o almeno così in Russia. Servono le dovute proporzioni in tutto questo, ovvio, nel parallelo tra la qualità globale della squadra di Deschamps e di quella di Santos. Fatto sta che i numeri sono comunque sotto gli occhi di tutti. E non mentono. Oltre mille e duecento minuti collezionati da CR7, più Messi, nelle fasi finali di un Mondiale. Rispettivamente 514 e 756. I gol? Zero. Mbappé? Due, nei primi 89 minuti di sempre. Vero. Perché nel 2014 era solo ragazzino con un sogno e un mito. Ora è un campione. Ieri una camera tappezzata di poster, a gambe incrociate e con lo sguardo sognante sperando un giorno di raggiungere il livello del suo idolo. Oggi un incrocio solo sfiorato, per colpa della doppietta di Cavani. Che beffa (si fa per dire) per Kylian! Lui che ai quarti di Russia c’è. Mentre è invece Ronaldo quello che ora starà già preparando la valigia per tornare a casa. Uno contro l’altro come nel Real-Psg dell’ultima Champions. Ma sul palcoscenico Mondiale. Un sogno destinato a rimanere tale. 

(Foto As.com)