Gori, geometra del gol: "Beach soccer? 10 anni fa non lo conoscevo". Ora trascina l'Italia

Mondiali

Rovesciate d'autore, il calcio a 11 mai abbandonato, perfino una carriera da agente immobiliare: "Non è sempre facile riuscire a far tutto. Ma una volta scoperta, la sabbia non si molla più: ora siamo ai quarti e vogliamo andare in fondo". Nel mondo di Gabriele 'Tin Tin' Gori, fuoriclasse azzurro del mondiale

Una vita a mezz'aria, i piedi al posto della testa, senza vedere dove finisce il pallone. Ma il più delle volte basta l'urlo dello speaker: Gabriele Gori, ancora, gol per l'Italia. Lunedì contro il Messico ha fatto 13, in tre partite del mondiale. Più della metà sono arrivati in rovesciata: preparata dal palleggio, sul cross di un compagno, invenzione senza senso (da vedere e rivedere, il 3-0 alla Tricolor). Un marchio di fabbrica che vale un soprannome: "Una volta, giocando con gli amici si era deciso che prima di tirare dovevamo dire la prima cosa che ci veniva in mente", spiegava l'attaccante dopo un torneo a Jesolo nel 2014. "Mi arrivò un cross e mentre preparavo la rovesciata urlai 'tin tin': la palla finì sotto l'incrocio e da allora mi hanno sempre chiamato così”. Guai se no: nel frattempo, Tin Tin Gori è diventato il miglior marcatore di sempre in maglia azzurra (in 163 partite 289 gol, di cui 79 nel solo 2019), si è laureato campione d’Europa nel 2018 e quest'anno, per la seconda volta, è stato nominato tra i tre giocatori più forti al mondo, insieme al brasiliano Rodrigo e al portoghese Jordan. Ci fermiamo, altrimenti il pallottoliere va in tilt. Come se nel calcio ci fosse Immobile vicino a Neymar e CR7, senza tracce di Messi: surreale, ma su sabbia la storia è questa. E pensare che il 32enne viareggino ci è entrato quasi per caso.

"Mi proposero il beach: ci credevo poco, e invece..."

Avete presente quell'amico che vuole farvi provare lo sport che gli piace tanto, e voi gli dite sì quasi per gentilezza? Tra Gori e il beach soccer era nata più o meno così: "Ormai sono passati dieci anni, da quando mi chiesero di fare un tentativo lì a Viareggio", inizia a raccontare l’attaccante in esclusiva per Sky Sport. "Io ero un po' scettico, anche perché non conoscevo questo sport. Invece è andata bene e adesso siamo arrivati fin qua". Ma se l'inizio è a sorpresa, sul luogo non ci sono dubbi: la città di Gori è quella del Carnevale, del Torneo under 19 e delle spiagge sul Tirreno. Unisci gli ultimi due punti, ed ecco la roccaforte del beach: "Ma non ho mai mollato il calcio a 11!", esclama Gabriele, una vita in Eccellenza toscana, l'ultima stagione con la maglia del Castelnuovo Garfagnana. "Anche lì, qualche rovesciata la provo: non è facile come su sabbia, ma ogni tanto sono riuscito a segnare". Richiamo irresistibile, portato avanti nel suo Viareggio. Dove quest'anno, da vicecampione d'Italia, Gori ha indovinato forse la più bella rete della sua carriera.

Il numero 10 della Nazionale nella sua Viareggio, dove gioca dai tempi della fondazione del club nel 2010

"Le rovesciate? L'importante è che la palla entri"

Da onesto centravanti dilettante a fuoriclasse in versione spiaggia: manca ancora qualche pezzo del puzzle. Il modello: "Ramires Figueiras Amarelle". Un nome che forse non dirà molto, ma mentre Kakà trascinava i rossoneri alla loro ultima vittoria in Champions League, la Milano del beach soccer festeggiava il primo scudetto grazie ai gol di questo talento spagnolo. "Uno dei più grandi di sempre, lo studiavo", ricorda Gori."Il primo anno che mi sono avvicinato a questo sport vedevo in lui il più forte di tutti e cercavo di rubargli il più possibile". Oggi verrebbe da dire missione compiuta. Ma meglio di no, perché c’è ancora un mondiale da inseguire dopo tre medaglie di legno (nelle due edizioni precedenti e nei World Beach Games dello scorso ottobre): "Per noi essere qui in Paraguay è importante sotto molti punti di vista. Negli ultimi anni in Italia questo sport è cresciuto tanto, e speriamo che possa esplodere il prima possibile: fare bene al mondiale potrà contribuire ad aumentare la visibilità mediatica ma anche la conoscenza per chi ci guarda". I 'pionieri' del beach italiano erano stati soprattutto ex calciatori di Serie A (Di Canio, Ballotta ma anche Antonio Conte e da 15 anni Massimo Agostini). Oggi invece gli azzurri nascono sulla sabbia, dal ct Emiliano Del Duca al frontman Gori. Una chilena dopo l'altra, lo spettacolo aiuta: "Non nego che da casa stanno arrivando tanti incoraggiamenti e messaggi, le persone ci iniziano a seguire. Ma in queste partite non conta come fai gol, l'importante è che la palla vada dentro", la saggezza spicciola di Gabriele, attaccante innanzitutto.

Messico-Italia 2-6: una cinquina di Gori trascina gli azzurri ai quarti di finale

Fuori dal campo: geometra e papà

Beach, calcio, ma non solo. Perché finita la bella stagione, parliamo di un vero factotum: Gori è anche geometra e negli ultimi tempi ha intrapreso la carriera di agente immobiliare. Fa un certo effetto immaginarselo in giacca e cravatta: "Di solito riesco a stare dietro a tutto, ma ultimamente non è facile", ammette il giocatore. "Una stagione di beach soccer dura tre o quattro mesi, ma quest'anno, tra i Giochi a Doha e il mondiale, è la prima volta che siamo impegnati da aprile a dicembre". Dulcis in fundo, papà a tempo pieno: "Ora c’è anche mio figlio, che quando tornerò a dicembre farà due anni: sto già cercando di fare appassionare al calcio anche lui". Piccoli Gori crescono, mamma permettendo. “Eh sì, lei mi mette un po' i freni e sostiene che il bambino dovrà fare quello che vuole. Io dico di sì, però continuo a passargli il pallone”. Magari non in rovesciata, ancora per qualche anno. Quelle teniamole per l’Italia.