Mondiali, il pallone Al Rihla va ricaricato come uno smartphone

la curiosita'
©IPA/Fotogramma

Le curiose immagini dei palloni di Qatar 2022 collegati al caricabatterie hanno una spiegazione: all'interno è presente un sensore (di appena quattordici grammi) che consente il tracciamento del pallone con un invio di dati cinquecento volte al secondo. Serve per il fuorigioco semi-automatico ma ha anche tolto un gol a Cristiano Ronaldo

IL TABELLONE

Come ogni sera: smartphone sul comodino e caricabatterie inserito. Allo stesso modo in Qatar, ma ad essere ricaricato come un normale device tecnologico è il pallone, oggetto antichissimo per definizione ma, oggi, con un nuovo e sorprendente salto nella modernità. La tecnica prima, e la tecnologia ora, hanno cambiato il gioco del calcio e il suo strumento per eccellenza: più leggeri, aerodinamici, criticati e apprezzati. L'ultima rivoluzione, c'è da chiamarla così, è quella del sensore. È un piccolo chip: quattordici grammi di peso inserito nel cuore della sfera che rotola sul campo. Un adattamento tecnologico per Al Rihla - questo il suo nome, che tradotto sarebbe il viaggio - capace così di una serie di applicazioni, dal fuorigioco semi-automatico al gol di CR7 (che di CR7 non è) contro l'Uruguay.

Come funziona

Come ogni strumento tecnologico, quindi, anche il pallone tecnologico necessita di una carica. Col caricabatterie. Come uno smartphone o qualsiasi altro oggetto della nostra quotidianità, per quanto possa lasciara logicamente spiazzati un'immagine del genere. Quanto dura? La piccola batteria (in termini di dimensioni) resiste sei ore se in uso e fino a diciotto se non in uso. Meglio averli tutti carichi, allora, visto che il chip nel pallone, insieme alle tante e piccole telecamere poste in vari punti dello stadio, permette le chiamate del fuorigioco semi-automatico. Le camere sono in grado di tracciare ventinove "punti-dati" di ogni singolo giocatore durante la partita, indicando con grande accuratezza la sua posizione in campo. Mentre il sensore dell'unità di misura inerziale (IMU), posto al centro della palla, invia i dati alla sala video 500 volte al secondo, consentendo un rilevamento molto preciso del punto di gioco; come aveva confermato Maximillian Schmidt, co-fondatore e amministratore delegato di KINEXON (la società che ha prodotto il sensore).

Il non-gol di Cristiano Ronaldo

Insomma, le immagini 3D che annullano o confermano un gol al Mondiale per fuorigioco, passano anche dal chip di Al Rihla, lo stesso che ha potuto affermare che la rete dal vantaggio portoghese contro l'Uruguay sia stata messa a segno da Bruno Fernandes (l'autore del cross) e non da Ronaldo (che ha provato il colpo di testa senza arrivarci, ma comunque beffando il portiere): il sensore IMU - aveva confermato proprio l'Adidas che ha firmato la sfera - non aveva riscontrato nessuna variazione, e dunque nessun tocco dell'ex Manchester United al momento del tentativo di tiro. L'ha detto la scienza.