Tutti i bambini d'Irlanda, ora, giocheranno a essere Troy Parrott

Irlanda. Una fredda giornata invernale, su un qualsiasi campo da calcio di una qualunque città o cittadina dell’isola. Dei bambini stanno giocando animatamente a pallone e il sole sta per tramontare del tutto. C’è tempo giusto per un’ultima azione, prima che il buio prenda il sopravvento e venga il momento di rientrare a casa. Il risultato è in parità; chi segna vince. Chi ha la palla tra i piedi prova allora un disperato lancio lungo per avvicinare la sfera all’obiettivo e trova la leggera spizzata di testa di un compagno, nulla che possa impensierire chi difende la porta avversaria. Il pallone sta per finire lentamente tra le mani del portiere e, invece, all’improvviso sbuca un piede. Tocco rapidissimo, gol! Il bambino che ha appena segnato si toglie istintivamente la maglietta, corre a braccia aperte e urla a squarciagola: “Goooooool! Gooooooool! Come Troy Parrott!”. Si sdraia poi sull’erba, ride e viene festeggiato dagli amici. Partita finita. Si prende il pallone sottobraccio e torna a casa per raccontare l’impresa a mamma e papà. Ecco, questa è una scena che potrebbe ripetersi in loop in tutta l’Irlanda da qui a marzo e forse anche oltre, qualora il sogno dei Boys in Green dovesse prolungarsi ulteriormente. Segnando al 96’ del match vinto in rimonta per 3-2 contro l’Ungheria a Budapest, Troy Parrott è entrato in un lampo nella storia del football irlandese. L’attaccante ventitreenne di Dublino si è preso le luci dei riflettori alla Puskás Aréna e ha tenuto vive le speranze dell’Irlanda di qualificarsi alla Coppa del Mondo 2026. Grazie a due sensazionali vittorie messe a segno in quattro giorni contro Portogallo e Ungheria, l’Éire è riuscita a conquistarsi il diritto di giocare i playoff che si terranno a marzo e che metteranno in palio altri quattro posti per partecipare al prossimo Mondiale. Il protagonista indiscusso in entrambe le partite è stato proprio Troy Parrott, attaccante la cui biografia è stata ricordata pressoché da qualsiasi sito web, giornale e pagina social nelle ultime ore. In Irlanda sono tutti impazziti per lui. La nonna, raggiunta subito dopo il successo contro l’Ungheria dal servizio di news nazionale della tv pubblica, ha dichiarato: “Sapevo che avrebbe segnato, me lo sentivo”. Robbie Keane è stato ripreso mentre intonava festante il coro 'There's Only One Troy Parrott' in un pub, sulle note della famosissima canzone natalizia ‘Winter Wonderland’. Il social media manager dell’account ufficiale dell’Aeroporto di Dublino ha cambiato il nome della pagina in ‘Troy Parrott International Airport’, quasi a chiedere di intitolare al centravanti irlandese lo scalo aereo, come già avvenuto in passato nella confinante Irlanda del Nord, dove si trova davvero il ‘George Best Belfast City Airport’. I tifosi che assistevano alla partita davanti a un qualunque schermo sono impazziti di gioia e hanno iniziato a cantare e a bere birra, a bere birra e a cantare, mentre i bambini hanno trovato un nuovo eroe da provare a imitare nelle partite al campetto con gli amici. Dopo aver segnato cinque gol nelle sue prime trentun presenze con la Nazionale irlandese, Troy Parrott ne ha realizzati altrettanti nelle ultime due gare in cui ha vestito la maglia verde, permettendo a tutti di riscoprire l’emozione più pura del calcio: la gioia. È come se l’attaccante il cui nome richiama il mito di Ilio si sia ricordato all’improvviso che, togliendo la ‘t’ finale, il suo cognome diventa ‘parrot’ e così ha iniziato a fare ciò che riesce meglio a un pappagallo: ripetere. Gol al 17’ e gol al 45’ contro il Portogallo. E ancora: gol al 15’, gol all’80’ e gol al 96’ contro l’Ungheria. Con cinque colpi ben assestati il centravanti dell’AZ Alkmaar ha fatto crollare le mura avversarie e ha capovolto il destino dell’Irlanda. Mentre l’Italia si è risvegliata impaurita e demoralizzata dopo il brutto ko rimediato a San Siro contro la Norvegia, gli irlandesi si sono alzati con l’entusiasmo di chi non vede l’ora che arrivino i playoff di marzo. Se gli spareggi, che rappresentano l’ultima possibilità per qualificarsi al Mondiale, sono visti dagli Azzurri con terrore e sconforto , per i Boys in Green quello stesso appuntamento rappresenta invece la chance migliore per tornare a respirare l’aria della competizione più importante di tutte a livello calcistico, dalla quale mancano dal 2002. L’Irlanda alla Coppa del Mondo ha infatti partecipato soltanto tre volte nel corso della sua storia e il miglior risultato l’ha centrato a Italia ’90, quando il cammino dei ragazzi allenati allora dal leggendario Jack Charlton si interruppe ai quarti di finale proprio contro gli Azzurri, per un gol del compianto Totò Schillaci. L’eroe delle ‘Notti magiche’. In Italia, tanti bambini sono cresciuti provando a replicare le sei reti che Totò mise a segno in quel Mondiale. Le inzuccate contro Austria e Cecoslovacchia. Il magnifico sinistro da fuori area contro l’Uruguay. Il tap-in proprio contro l’Éire e quello con l’Argentina. Il rigore contro l’Inghilterra. In Irlanda, tanti bambini cresceranno invece provando a imitare i cinque gol che Troy Parrott ha rifilato a Portogallo e Ungheria in queste qualificazioni. Uno di testa, uno di destro a chiudere sul primo palo, uno su penalty, uno con un morbido pallonetto a tu per tu col portiere e uno ad anticipare l’estremo difensore con un rapidissimo tocco di suola all’ultimo respiro. “Che serata! Che serata!!! Ancora non ci credo. È per questo che amiamo il calcio, perché cose del genere possono sempre accadere. Amo il mio Paese e questa vittoria significa tutto per me. Questo è ciò di cui sono fatti i sogni. Non so quali parole usare per descrivere le emozioni che sto provando ora”, ha detto Parrott a bordocampo nell’intervista post Ungheria-Irlanda, bagnando le proprie parole con qualche lacrima di gioia. L’ex Tottenham ha voluto viversi fino in fondo tutte le emozioni che il calcio sa dare. Lui che, lanciato da Mourinho, dopo essere cresciuto un po’ nelle giovanili del Belvedere e un po’ nell’Academy degli Spurs, ha riscoperto il suo fiuto per il gol in Olanda, con le maglie di Excelsior prima e di AZ Alkmaar ora. L’Eredivisie gli ha portato nuova fiducia, dopo i dubbi che ne avevano accompagnato i prestiti al Millwall, all’Ipswich Town, all’MK Dons e al Preston North End. L’Irlanda gli ha dato invece la gioia più grande e lui l’ha data a tutta la Repubblica d’Irlanda. Cinque gol in quattro giorni per alimentare un sogno e ricordare a tutti quanto possa essere bello il calcio.

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Tutti i bambini d'Irlanda, ora, giocheranno a essere Troy Parrott

Marco Garghentino