Mondiali, i campioni del mondo senza aver giocato un minuto
Dei baffi portafortuna di Rami al Fenomeno Ronaldo, diciassettenne con l'apparecchio ai denti. Alcuni erano giovanissimi e debutteranno solo dopo il trionfo, altri conquistando la chiamata a 33 anni. Nel 1986 l'argentino Hector Zelada salì sul tetto del mondo con Maradona senza aver mai giocato nemmeno un minuto in Nazionale nella sua intera carriera, né prima né dopo. Ecco i campioni (e le storie) di chi ha vinto senza mai scendere in campo nei Mondiali più recenti (dal 1982 ad oggi)
- Ex meteora del Milan, in Russia non gioca mai ma incide sulla vittoria finale grazie alla scaramanzia. Prima delle partite tutti accarezzano i suoi baffi a manubrio che sembrano usciti da un altro secolo, e la cosa porta benissimo. Una sorta di citazione del bacio di Blanc alla testa (pelata) di Barthez del 1998.
- Prima vince il Mondiale, poi esordisce. Il portiere (oggi al West Ham) non solo non colleziona nemmeno un minuto in Russia, ma non ne aveva mai collezionati in assoluto in nazionale maggiore bleus fino a quel momento. Il debutto arriverà soltanto pochi mesi dopo in Nations League contro la Germania. Senza subire gol.
- Esordio in nazionale a 33 anni suonati, è la romantica storia di Roman Weidenfeller; perché l'amore arriva quando meno te lo aspetti. Nel suo caso dopo 14 lunghi anni di carriera. Gioca tre partite pre-Coppa del mondo e vince il Mondiale senza scendere in campo. 33 anni li ha invece ora Ron-Robert Zieler, l'altro portiere di riserva del fenomeno Neuer. Ma c'erano anche giocatori di movimento…
- Tre, pre la precisione. Uno è Großkreutz - esterno tutta corsa del Dortmund. Oggi porta una medaglia d'oro dei Mondiali nel quinto livello del calcio tedesco, giocando col suo Bövinghausen. Durm, invece, giocherà solo sette volte in assoluto in nazionale. Era giovanissimo, 21 anni da poco. Ne aveva invece 19 Ginter, ex pallino di mercato anche delle italiane. In Brasile si guadagna il doppio record di primo giocatore del Friburgo a partecipare a un Mondiale e, ovviamente, primo a vincerlo.
- Nemmeno Reina riuscì a giocare, come succederà a tantissimi altri portieri di riserva. Prassi ma non regola, visto che, due anni prima, nell'Europeo del 2008 (vinto anche quello), giocò la terza gara del girone. Restò a guardare anche il portiere del Barcellona show di Guardiola, Vitor Valdes. Tra i pali c'era l'insostituibile Casillas.
- Dei venti giocatori di campo chiamati di Lippi, tutti giocarono almeno un minuto. Chi sempre (690 su 690 solo per Cannavaro), chi meno (sotto la mezz'ora solo Oddo e Inzaghi, che comunque riuscì a segnare). Non giocarono invece i vice di Buffon, anche lui ovviamente da en plein come il suo capitano. Peruzzi chiuse con quella medaglia d'oro la sua storia in Nazionale. Più che una riserva: uomo spogliatoio, fedele alleato di Lippi.
- Amelia, giovanissimo, contava appena 19 minuti totali in azzurro prima dell'impresa Mondiale di Berlino. Diventerà il primo e unico campione del mondo del Livorno, dove giocava al tempo.
- Già noto al calcio italiano: arriva al Milan nell'estate del 2000, primo impatto da film horror: gioca poco, una papera a Leeds in Champions sembra condannarlo definitivamente. Riconquisterà tutto, come cantavano gli 883. Torna i Brasile al Corinthians e si guadagna la convocazione alle spalle di Marcos. Torna al Milan e diventa uno degli artefici dei futuri successi rossoneri.
- Più di mille partite in carriera e 131 gol da portiere, roba Guinness dei Primati. Curiosamente, il bomber coi guantoni non ne ha mai segnato uno con la Seleção, con cui ha collezionato appena sedici gettoni. Zero, per l'appunto, in Corea e Giappone.
- Tutti e diciannove in campo almeno per un minuto, tranne i due portieri di riserva. Nell'immaginario collettivo c'è il bacio di Blanc alla pelata di Barthez che, infatti, giocò sempre. Uno dei vice era Lama - tra i migliori portieri francesi di sempre - e che vincerà anche gli Europei del 2000, quella volta scendendo in campo 90'. L'altro cambio era Charbonnier: una sola presenza con la Francia. La finale del 1998 resta anche la sua ultima panchina in bleus. Si ritirò poco dopo.
- Il Mondiale della finale di Pasadena, Usa, del rigore di Baggio e della feste verdeoro. Che il Fenomeno Ronaldo avesse vinto un Mondiale (quello del 2002, da capocannoniere, con doppietta in finale e annesso Pallone d'oro) è storia nota. Meno nota è che vinse anche nel 1994 pur senza mai scendere in campo. 17 anni, aveva esordito tra i pro col Cruzerio da pochissimo. In patria era già una futura stella, scintillante come il suo sorriso per via dell'apparecchio ai denti.
- La stessa sorte del futuro Fenomeno toccò anche i due vice di Taffarel, cioè Zetti e Gilmar Rinaldi. E a un altro giocatore di movimento, di mestiere difensore centrale: Ronaldo Rodrigues de Jesus detto (curiosamente) Ronaldão. Giocava al San Paolo. Dopo il trionfo (da zero minuti) partirà per il Giappone, rafforzando la solo apparentemente insolita tradizione nipponico-brasiliana del pallone.
- Il titolare di pali era Bodo Illgner, ma la medaglia andò anche a Andreas Köpke - che nel futuro trionfo di Euro 1996 sarà il titolarissimo - e a Raimond Aumann - al tempo titolare dei pali del Bayern Monaco dopo otto anni da secondo a Jean-Marie Pfaff, il portiere dai guanti giganti. Ma anche…
- Mill, bomber della Bundes, 123 gol in carriera. Arrivò al Mondiale 1990 ormai scavalcato da Völler, Klinsmann e Riedle. Storia di campioni del mondo senza minuti, e con pochissime presenze, è anche quella del centrale Paul Steiner (riserva dei difensori titolari) e del mediano Günter Hermann. Il primo collezionò in tutto 45' con la nazionale tedesca, il secondo 99'.
- El gran capitan, fu lui a guidare la Selección nel Mondiale del 1978 con Menotti in panchina. Poi la storia cambia: arriva Bilardo - el Narigon - che consegna la fascia da capitano a Maradona, suo figlio calcistico. Passarella sarà comunque tra i 22 del Mondiale di Diego, ma non giocherà mai causa infortunio: la "Maledizione di Montezuma", leggenda per la quale i conquistadores cadevano vittime di forti disturbi gastrointestinali una volta giunti in Messico. Al suo posto Tata Brown (che farà gol in finale).
- Campioni senza giocare lo furono anche Trobbiani e Almiron, rispettivamente centrocampista e attaccante. Zero minuti anche per i portieri Islas e Hector Zelada, che detiene un curioso primato: è uno dei due soli calciatori nella storia ad aver vinto il Mondiale senza giocare nemmeno un minuto con la maglia della propria nazionale nel corso dell'intera carriera, né prima né dopo il trionfo (al pari solo dell'azzurro Giuseppe Cavanna, campione del mondo nel 1934).
- Nello storico Mundial '82 vinsero senza giocare un futuro capitano come Franco Baresi, che non aveva ancora esordito in azzurro al pari del poi compagno di squadra (nel Milan) Giovanni Galli. Dalla Fiorentina (come Galli) arrivavano anche Massaro e Vierchowod (infortunato). A zero anche proiettile Bordon (come lo chiamava Mazzola), vice di Zoff, spadino Selvaggi e il numero 10 Dossena.
- Tanti altri hanno vinto senza mai giocare. Il turnover era pratica ancora lontana e, come se non bastasse, il primo Mondiale con la rivoluzione delle sostituzioni arrivò solo nel 1970. Chi altro c'è nell'elenco da quell'anno fino al 1982? Nel Brasile 1970 in 6 (i portieri Ado e Leao, più Camargo, Marvilha, Ze Maria e Baldo), altri 6 con la Germania Ovest 1974 (Burdenski e Kargus tra i pali, più Worm, Zewe, Cullmann e Schwarzenbeck) e 5 dall'Argentina 1978 (i portieri Baley e LaVolpe, più Galvan, Killer e Pagnanini). Nella storia ci sono anche loro