
Mundial 1982: com'era l'Italia nell'estate del trionfo azzurro
L'Italia del 1982 è un Paese ancora scosso dal terrorismo, governato dal primo presidente non democristiano. In tv spopolano 'Dallas' e i cartoni giapponesi, al cinema si ride con 'Eccezzziunale... veramente' e in radio impazza 'Cuccurucucu' di Battiato, canzone-amuleto degli Azzurri di Bearzot
di Alfredo Corallo

CAMPIONI! - L'11 luglio del 1982 la Nazionale di Enzo Bearzot si laurea campione del mondo per la terza volta nella storia azzurra: Paolo Rossi e compagni battono 3-1 la Germania Ovest allo stadio 'Bernabeu' di Madrid e un'intera nazione impazzisce di gioia. Ma com'era l'Italia in quell'estate di 40 anni fa?

UN PARTIGIANO COME PRESIDENTE - Il Capo dello Stato è Sandro Pertini, primo socialista a ricoprire la carica. Antifascista e personalità di spicco della Resistenza, fu eletto presidente della Repubblica l'8 luglio del 1978. Indimenticabili le sue esultanze ai gol di 'Pablito', Marco Tardelli e Alessandro Altobelli (quello del 3-0 e del "Non ci prendono più") e lo 'show' nella partita a scopone scientifico sul volo di ritorno al tavolo con Bearzot, Franco Causio e Dino Zoff.

IL PRIMO PREMIER NON DEMOCRISTIANO - Il presidente del Consiglio è l'intellettuale e giornalista fiorentino (già direttore del 'Corsera') Giovanni Spadolini, segretario del Partito Repubblicano e tra i principali promotori della nascita dell'allora Ministero per i beni culturali e ambientali: il primo premier non democristiano dalla proclamazione della Repubblica.

LA SITUAZIONE ECONOMICO-SOCIALE - L'Italia è un Paese fragile, condizionato da una forte instabilità politica e una situazione economica non esattamente florida, sempre a rischio "austerity". L'inflazione viaggia intorno al 17% e in quel 1982 lo spread tocca i 1175 punti base, un 'record' (negativo) mai più eguagliato, neanche nel periodo di Tangentopoli e della crisi della lira (quando arrivò a 769 punti). Dilaga il consumo di eroina tra i più giovani e una nuova infezione fino ad allora semisconosciuta colpisce a morte i tossicodipendenti: l'HIV.

SOTTO SCACCO - Gli anni neri del terrorismo e delle Brigate Rosse sembrano alle spalle, ma il ricordo della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 è ancora vivo. E proliferano i delitti di mafia: il 30 aprile del 1982 viene ucciso a Palermo il segretario regionale del Partito comunista Pio La Torre e nel successivo 3 settembre si consumerà l'agguato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, caduto - insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all'autista e agente di scorta, Domenico Russo - sotto i colpi dei kalashnikov di 'Cosa nostra'.

P2 - Al 1982 risale anche lo scioglimento della loggia massonica guidata da Licio Gelli, giudicata una vera e propria "organizzazione criminale ed eversiva" dalla Commissione parlamentare di inchiesta istituita dalla presidente della Camera, Nilde Iotti, e guidata dalla deputata democristiana Tina Anselmi (nella foto al fianco di Ciriaco De Mita e di un giovane Sergio Mattarella).

"NON ABBIATE PAURA" - Il Pontefice è Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II, grande appassionato di sport, anche lui vittima di un attentato poco più di anno prima del 'Mundial', il 13 maggio del 1981 in piazza San Pietro: sopravvissuto ai tre colpi di pistola sparati da Mehmet Ali Agca, un killer professionista turco, perdonato dal Papa polacco nel Natale del 1983. (nella foto il Papa con il presidente americano Ronald Reagan e la moglie Nancy)

IL POST 'TOTONERO' - Anche il calcio non aveva fatto eccezione in quegli anni: travolto nel 1980 dallo scandalo del calcioscommesse, che aveva coinvolto lo stesso Paolo Rossi, squalificato per 2 anni e tornato in tempo per giocare le ultime tre partite con la Juventus vincitrice in quella stagione dello scudetto della seconda stella, 'convincendo' Bearzot - una volta di più - a inserirlo nella lista dei convocati per la Spagna. Ancora una retrocessione, invece, per il Milan (stavolta per demeriti sportivi, dopo quella legata al Totonero).

RISPLENDE L'AZZURRO - Ma l'Italia che vince nel 1982 non è solo quella del pallone: la Squibb Cantù di coach Valerio Bianchini e capitan Pier Luigi Marzorati conquista la Coppa dei campioni di basket; nelle moto, Franco Uncini (nella foto, in tuta blu) succede a Marco Lucchinelli sul trono della classe 500; e Beppe Saronni vince a Goodwood, in Inghilterra - grazie alla celebre 'fucilata' a 300 metri dal traguardo - i Mondiali di ciclismo.

L'ESPLOSIONE DEL 'MADE IN ITALY' - Le belle notizie per il nostro Paese non arrivano solo dallo sport: il 5 aprile del 1982 Giorgio Armani campeggia sulla cover di 'Time', che consacra definitivamente lo stilista piacentino (già in rampa di lancio per i completi indossati da Richard Gere nel film 'American Gigolo'). Un riconoscimento, quello della rivista americana, che precederà di qualche mese il 'regalo' che la Nazionale gli confezionerà al 'Bernabeu' per la festa del suo 48° compleanno: sì, perché 'Re' Giorgio è nato proprio l'11 luglio...

OTTANTA VOGLIA DI... - Dalla moda alla "Milano da bere" il passo è breve, sebbene nel 1982 fossimo ancora all'aperitivo di una 'filosofia' che caratterizzerà l'intero decennio dell'edonismo reganiano/craxiano. Le figure dei 'Paninari' e degli 'Yuppies' non si sono ancora radicate, e gli spot che faranno epoca - su tutti quelli dell'amaro Ramazzotti e del 'provare per credere' di Aiazzone - arriveranno a metà degli Eighties.

L'AVVENTO DELLA TV COMMERCIALE - Con la rottura del monopolio determinata da una sentenza della Corte Costituzionale del 1976 si moltiplicano le televisioni commerciali. E le reti di Silvio Berlusconi (Canale 5 e Italia 1, acquistata nel 1982) cambiano di fatto usi, costumi e soprattutto 'consumi' degli italiani, sedotti dal vivace - e più 'americaneggiante' rispetto alla Rai - palinsesto offerto dai canali di proprietà del Cavaliere, premiato dai clamorosi successi di 'Dallas' e 'Uccelli di rovo' (che raggiungono anche picchi di 15 milioni di telespettatori).

I CARTONI - Se i 'grandi' si appassionano alle serie televisive statunitensi, i più piccini rimangono abbagliati dall'invasione dei cartoni giapponesi. Soltanto nel 1982 sbarcano sulle tv commerciali (comprese quelle regionali): 'L'Uomo Tigre', 'Hello! Spank', 'Rocky Joe', 'Sampei', 'Chobin', 'Lalabel', 'Lady Oscar', 'Piccole donne' e 'Flo la piccola Robinson', per citare i più famosi. E nello stesso anno ecco 'Bim Bum Bam' - condotto da un giovanissimo Paolo Bonolis - che 'alleverà' un'intera generazione di bambini.

GIOCATTOLI E RIVISTE - Playmobil, robot a profusione, il Soffiasù, Big Jim, Ken e Barbie, soldatini e macchinine, e riviste storiche ma sempre in voga come 'Il monello' e 'L'Intrepido', che celebrano il trionfo degli Azzurri con i poster della Nazionale in regalo e inserti speciali "da staccare e conservare".

IL 'BISCOTTONE' - Cartoni, giocattoli, videogiochi: il 1982 è un anno cruciale anche per il 'gaming', fino al quel momento esclusiva dell'Atari 2600: affiancato, ora - poi superato e rilevato - dalla Commodore e dal suo C64, presentato alla Fiera di Milano a settembre e distribuito dal marzo 1983 al prezzo di 973.500 lire. Sarà la console più venduta nella storia dell'informatica e il ricordo delle sfide in cameretta a 'International Soccer' - il 'nonno' di Fifa e Pes - farà venire gli occhi lucidi ai ragazzi cresciuti nei favolosi anni Ottanta...

RITMO 'MUNDIAL' - Gli stessi ragazzi che 'sgasavano' su Ciao, Bravo, Sì, Vespa o Garelli a tre marce, mentre i padri si muovevano 'comodi' sulle loro 131, Argenta e Ritmo (che diventa anche un modellino in versione 'Mundial'), e le mamme andavano a fare la spesa con la Panda e la 126...

ECCEZZIUNALE... VERAMENTE - Parola d'ordine: "evasione" anche al cinema, dove abbondano le commediole sexy e i film demenziali tengono in vita le sale, entrate in crisi con il sempre più crescente potere della tivù e dell'home video. Nel 1982 escono due 'pilastri' del genere: 'Eccezzziunale... veramente' e 'Vieni avanti cretino'; ma anche i più sofisticati 'Borotalco' e 'Madonna che silenzio c'è stasera', di Carlo Verdone e Francesco Nuti, le nuove leve della commedia all'italiana insieme a Roberto Benigni e Massimo Troisi.

FELICITA' - I B-Movie contagiano anche Sanremo, che nel 1982 sceglie 'Che fico' di Pippo Franco per la sigla di apertura del Festival. Vince Riccardo Fogli, con 'Storie di tutti i giorni'; ma è dall'enorme successo della seconda classificata, 'Felicità' di Albano e Romina, che abbiamo la conferma di quanto fosse grande la voglia di leggerezza dell'Italia post-anni di piombo. Al terzo posto Drupi (con 'Soli'), 4° padre Giuseppe Cionfoli ('Solo grazie'), 5° Christian ('Un'altra vita un altro amore').

E NON FINISCE MICA IL CIELO - Quel Festival passerà alla storia anche per il debutto di Zucchero e Vasco Rossi, leggermente fuori posto... che 'scandalizza' la platea dell'Ariston per l'anticonformismo della performance di 'Vado al massimo', ultima classificata (ça va sans dire). E per l'istituzione del Premio della critica, vinto da Mia Martini con 'E non finisce mica il cielo', scritta per lei da Ivano Fossati.

VITA SPERICOLATA - Nell'agosto del 1982 Vasco dipinge il manifesto di un'intera generazione, ispirato - come l'urlo di Tardelli - dalla magia di un prato verde. "Eravamo in un campo sportivo di Cagliari - ricorda Vasco - ma veniva giù una pioggia torrenziale e il concerto fu annullato. In macchina continuavo a impazzire perché non riuscivo a trovare le parole giuste per quella melodia. Finché... mi uscì 'voglio una vita'... e come la voglio? A quel punto la vita la potevo volere in mille modi, come minimo piena di guai...".

L'ORACOLO DEL 'COMUNALE' - Ancora in uno stadio, ma a Torino e proprio nel giorno della finale dei Mondiali, il surreale concerto dei Rolling Stones, 'costretti' ad anticipare l'esibizione al pomeriggio (alle 15!) per consentire ai fan di vedere, appunto, la partita. Mick Jagger si presenta sul palco con la maglia numero '20' di Paolo Rossi e, per una volta, azzecca il pronostico: "Sarete campioni del mondo - profetizza - questa sera l'Italia vincerà 3-1!".

I TORMENTONI DELL'ESTATE (preparate i fazzoletti) - Tra i pezzi più gettonati: 'Der Kommissar' (del rapper Falco, nella foto), 'Paradise' (dal film con Phoebe Cates), 'Non succederà più' (Claudia Mori), 'Celeste nostalgia' (Riccardo Cocciante), 'Un'Estate al mare' (Giuni Russo), 'Ballo ballo' (Raffaella Carrà), 'Eye in the sky' (Alan Parsons Project), 'More Than This' (Roxy Music), 'Rosanna' (Toto). Miguel Bosè e Loredana Bertè vincono il Festivalbar con 'Bravi ragazzi' e 'Non sono una signora', mentre Claudio Baglioni viene premiato per il tour 'Alé Oó'.

"NON È MICA DA QUESTI PARTICOLARI..." - Il 9 giugno del 1982 - a una manciata di giorni dall'inizio dei Mondiali spagnoli - il 'romanista' Francesco De Gregori ci regala la poesia delle poesie sul senso più profondo del calcio, dedicata al suo idolo Agostino Di Bartolomei, capitano della grande Roma di Viola e Liedholm. Ma 'La leva calcistica della classe 1968' incarna perfettamente anche sentimenti, romanticismo e spirito di quella Nazionale, e quel rigore di Cabrini...

"CUCURUCUCU..." - E poi c'è la canzone del Mundial, quella che gli Azzurri ascoltavano regolarmente nel tragitto dall'hotel allo stadio, prima di ogni partita: era 'Cuccurucucu' di Franco Battiato, dall'album 'La voce del padrone'. Nello spazio di una strofa, adiós agli anni bui e in alto la Coppa: "Il mondo è grigio il mondo è blu...".