Buffon, 20 anni in Nazionale: "Il regalo più bello che mi ha fatto la vita"

Calcio

Il portiere della Juventus festeggia oggi il ventennale dal suo debutto in Azzurro, avvenuto a Mosca, dove difese la porta nello spareggio per accedere a Francia '98. Proprio in Russia si augura di tornare in estate, per chiudere in bellezza una carriera formidabile

Da uno spareggio Mondiale all'altro. In mezzo, vent'anni di Azzurro. Il 29 ottobre 1997, un diciannovenne Gigi Buffon faceva il suo debutto con la maglia della Nazionale italiana, a Mosca, dove era in ballo la qualificazione ai Mondiali di Francia. Oggi, esattamente 20 anni dopo, Gigi è ancora l'indiscutibile titolare di quella porta, che difenderà a novembre negli spareggi per accedere ai Mondiali di Russia. Dalla Russia alla Russia, un cerchio perfetto per chiudere la carriera.

"Vincere un Mondiale vale una vita"

Oggi è il giorno dei festeggiamenti e dei ricordi: “20 anni d’Italia? Sono il regalo più bello che mi ha fatto la vita" ha detto a Vivo Azzurro, l'account Twitter della Nazionale. "Me lo sono meritato sicuramente. L’ho voluto, ma non è stato facile perché porsi tutti i giorni l'obiettivo di non mollare, di reagire alle difficoltà, di confermare i momenti positivi è veramente un grande stress sia dal punto di vista mentale che fisico. Però credo che il sogno e l’idea di poter rappresentare la mia nazione, sentire per 20 anni l’inno prima di giocare in gara, emozionarsi con quello e per quello, aver avuto la fortuna di aver vinto un Mondiale, di aver dato ai nostri cittadini e agli sportivi una gioia così grande, valga una vita. La verità è questa".

"Ho dato e ricevuto tanto"

"Non ho mai voluto sposare delle cause nelle quali non credevo o solo in maniera utilitaristica". Ha proseguito Buffon. "Nella vita ho sempre fatto delle scelte cercando di dare importanza ai sentimenti, al sentirti parte del gruppo, al rappresentare qualcosa e cercare di sovvertire qualsiasi tipo di pronostico quando non si era favoriti, lottare e dannarsi per qualcosa in cui si crede. L’Italia, come la Juventus e prima il Parma, è stata tutto questo: mi hanno insegnato un modo di vivere ed io per loro ho cercato di dare il meglio, di battermi con tutte le mie forze per far sì che il nostro progetto potesse raggiungere i risultati migliori. Ogni tanto ci sono riuscito, ogni tanto no. Però sono fiero, dentro di me so quello che ho dato e fatto e soprattutto che ho ricevuto davvero tanto”.