Italia-Bosnia, Mancini: "Conte e Sarri? Il loro ritorno in Italia un vantaggio per tutti"

Calcio

Le parole del CT della Nazionale in vista della prossima gara di qualificazione agli Europei contro la Bosnia: "Faremo pochi cambi, loro arrivano da una sconfitta e non sarà semplice. Gli attaccanti segnano poco ed è strano, ma ora è meglio giocare bene. I ritorni di Conte e Sarri? Un bene per il nostro calcio"

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Dare seguito alla prova più che positiva contro la Grecia e continuare il percorso a punteggio pieno in vetta al girone J di qualificazione agli Europei del 2020. Obiettivi chiari per l’Italia di Roberto Mancini, che nel prossimo turno – martedì 11 giugno alle 20:45 all’Allianz Stadium di Torino – sfiderà la Bosnia di Dzeko e Pjanic. Una partita da affrontare con il giusto atteggiamento, come chiesto da Mancini in conferenza stampa: "Di certo ci sarà qualche cambio, ma non ne farò moltissimi – ha esordito il CT -, valuterò bene dopo l’allenamento. La Bosnia è una buona squadra e secondo me è una delle candidate forti per passare il girone. Credo che la sconfitta contro la Finlandia sia stata solo un episodio. Pjanic? È uno che fa girare la squadra, sarà molto pericoloso. Il rischio di essere presuntuosi? No, basta vedere cosa ha fatto la Francia con la Turchia solo pochi giorni fa. Se non diamo il massimo, a questi livelli si rischia sempre. La Bosnia arriva da una sconfitta, sarà una partita diversa. E poi non abbiamo fatto i Mondiali in Russia: meglio lasciar perdere la presunzione".

I gol degli attaccanti

Il CT si è poi soffermato sulla scarsa vena realizzativa degli attaccanti: "Fin qui abbiamo fatto tanti gol, ma ci mancano quelli degli attaccanti. Sicuramente è una cosa anormale, ma credo che le reti delle punte arriveranno. In ogni caso – ha spiegato Mancini – a me serve innanzitutto che la squadra giochi bene, che si esprima al meglio. Chiaramente i gol degli attaccanti diventano decisivi nelle partite importanti. Ci vogliono anche quelli, ma tutti stanno facendo un gran lavoro. Ad esempio Belotti contro la Grecia ha fatto un assist e ne ha serviti altri due nel secondo tempo. I gol alla lunga arriveranno".

Il gioco offensivo e il ranking

Mancini ha poi spiegato la sua scelta di praticare un calcio offensivo: "Non mi sento un allenatore eretico, ma ho giocato tanti anni da calciatore e quindi voglio fare un calcio offensivo. Nonostante lo scetticismo iniziale, io ho trovato parecchi giocatori tecnici con i quali c’è grande feeling. La strada è ancora lunga, ma vogliamo continuare così. In Italia ci sono sempre stati campioni in tutti i ruoli, per questo motivo sono sempre stato positivo. Io sono qui perché mi diverto, mi piace allenare i ragazzi perché sono tutti bravi e di qualità. Adesso in orbita Nazionale ci sono 30-40 giocatori dai quali si può attingere. Magari tanti anni fa pensavamo in maniera più difensiva e la cosa ci ha portato anche a vincere diversi Mondiali, ma ora siamo su questa strada. Ora vogliamo continuare a vincere per scalare il ranking perché l’Italia non merita di stare nella posizione che ricopre attualmente".

Le scelte future e la ripartenza post Mondiale

Inoltre Mancini ha parlato delle scelte per il futuro e della capacità della Nazionale di ripartire dopo il fallimento legato alla mancata qualificazione ai Mondiali del 2018: "Le scelte future sulla rosa rappresentano il tasto più dolente – ha aggiunto -, dovremo prendere delle decisioni. Ma sono tutti giocatori talmente bravi che non è facile scegliere. Il Mondiale? L’Italia che non si è qualificata era forte, ma in certi momenti le cose accadono, vanno male. Credo che da quella delusione sia arrivata una spinta in più, qualcosa di differente che abbia portato tutti a dare qualcosa di più bello".

Conte e Sarri

In chiusura il CT dell’Italia ha dato il suo giudizio sul ritorno in Serie A di Antonio Conte e su quello imminente di Maurizio Sarri: "Gli allenatori italiani sono i migliori a livello tattico – ha concluso -, l’ho sempre pensato. Se tutti gli allenatori italiani sono in Italia, credo sia un bene".