Un proverbio argentino rende bene l'idea: ci sono emozioni, traguardi raggiunti, che restano per sempre. Sarà così anche per Roberto Mancini: la sua Italia ha vinto con merito l'Europeo, questo non andrà mai dimenticato. E il modo in cui è riuscita a farlo deve essere la spinta con cui puntare ai playoff Mondiali di marzo
È un detto argentino che rende bene l'idea: ci sono emozioni, traguardi, obiettivi che hai raggiunto e che restano, per sempre. "Niente può toglierti il tango che hai ballato". Così sarà anche per Roberto Mancini, il Ct felice, e per la sua Italia che l'Argentina, tra l'altro, l'affronterà il primo giugno, a Roma, nella inedita sfida tra i vincitori della Coppa America ed i Campioni d'Europa. Perché l’Italia ha vinto con merito l’Europeo e questo non lo deve mai dimenticare. Così come non deve mai dimenticare COME ha vinto, per puntare dritto sui play off di marzo contro Macedonia prima e la vincente tra Portogallo e Turchi poi. Perché Mancini non pensa minimamente ad un insuccesso, anzi al mondiale vuole andarci e provare pure a vincerlo. Visionario o uomo di parola? La notte di Wembley ha detto più la seconda definizione che la prima. Migliorabile quella avventura? Molto difficile. Ripetibile? Sì. A condizione però che si recuperi molto di quei 50 giorni ha oggi ancora valore.
3-2-5 offensivo ma equilibrato
L'idea di gioco resta e può farsi più ricca. Mancini ha avuto il pregio di risollevare l'italia, estromessa da Mondiale russo, sfruttando il materiale a disposizione (non più del 37% di italiani titolari nella nostra Serie A nel 2018). Mettendo i giocatori nel ruolo a loro più congeniale, ha chiesto ed ottenuto disponibilità quando ha detto loro: "Ora ce la giochiamo di là, nella metà campo avversaria teniamo il pallone ed andiamo a fare gol. Divertitevi". Un 3-2-5 offensivo ma equilibrato, il "doppio regista" perchè se hai Jorginho e Verratti non puoi ignorarli, le ali, compreso quello Spinazzola che, sbocciato a ridosso del pre-ritiro in Sardegna, è stata una della rivelazioni del torneo.
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Leggerezza e serenità prima di tutto
Questa Italia non deve dimenticare la fatica, le difficoltà contro chi ci ha aggredito alti, come l'Austria, o ci ha rubato l'idea, come la Spagna (per la verità i maestri del palleggio erano restano loro), ma il Ct felice ai suoi ragazzi non ha nascosto nulla, ha intercettato paure, interrogativi e desideri e ne ha fatto una squadra. La leggerezza e la serenità del ritiro di Coverciano, quella condivisione di tutto nella casa degli Azzurri sono stati il motore di un successo che si è alimentato vittoria dopo vittoria. E non ultimo quel senso forte di appartenenza, di fare qualcosa per la propria gente dopo un periodo maledetto. Pare poco ma, fuori di retorica, a questi ragazzi è subito è stato chiaro: non siamo qui solo per noi stessi. Roberto Mancini con la semplicità e l'immediatezza che gli sono propri, lo ha sempre rimarcato: "Della vittoria in finale contro l’Inghilterra mi è rimasta, su tutte, la felicità dei ragazzi e degli italiani, cui abbiamo regalato un sorriso grande".
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I prossimi passi
Tutto questo Mancini vuole recuperare per puntare al Mondiale del Qatar, ma soprattutto deve ritrovare forma psicofisica e uomini infortunati, aspetti questi che hanno segnato il cammino zoppo delle qualificazioni mondiali. I due rigori sbagliati sono una macchia, un'occasione perduta ma non l'ultima. A Sky Sport 24 Mancini è stato chiaro: "Quello che abbiamo costruito a Coverciano, grazie anche ad uno staff meraviglioso, potremo riproporlo interamente solo quando saremo qualificati. Ora conta arrivare bene alla sfida contro la Macedonia. Il gruppo c'è, va migliorato laddove è possibile. Priorità sarà ritrovare infortunati come Zaniolo che il Ct vede incursore, nei 5 offensivi, non necessariamente esterno, ma più vicino alla porta, e come Lorenzo Pellegrini, che a malincuore dovette escludere per infortunio. Rispetto alle gare post europeo si aspetta il miglior Verratti, Spinazzola, Chiellini, cui aggiungere ciò che il campionato suggerisce. Con Tonali a pieno titolo in gruppo continua la ricerca di una centravanti/prima punta. Immobile è sempre il miglior realizzatore italiano del nostro campionato, non deve dimostrare nulla, gli ricorda spesso Mancini, ma servono alternative differenti. Raspadori è certezza di qualità, forse Kean, si segue Lucca, ma per futuro, prossimo. Joao Pedro è eleggibile e cosa sappia fare già si conosce. Vedremo. Di sicuro, su tutti, piace Scamacca, 23 anni il primo gennaio, 6 gol in Serie A, 4 nelle ultime 7 giornate del girone di andata da titolare: ha colpi, fame, gioca con la squadra e sente la porta…Ogni volta che dalla nazionale ritorna a Sassuolo Dionisi deve gestirne carica emotiva e ambizioni, ma ha trovato il suo centravanti.