Spalletti: "La Nazionale è come il paradiso. Devo dire grazie al Napoli"

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Dal Gran Galà del Calcio il Ct della Nazionale ha parlato del girone di Euro 2024: "Potrebbero essere gare da quarti di finale, ma noi siamo l'Italia e dobbiamo fare l'Italia e nessuno sarà felice di affrontarci. Allenare la Nazionale è come essere in paradiso. E ora anche i club ci devono aiutare". Sul campionato: "Per quello che si è visto, l'Inter è in testa meritatamente: i nerazzurri sono una squadra matura"

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"Quelle del nostro girone potevano essere partite da quarti di finale, ma noi siamo l'Italia e dobbiamo fare l'Italia". Ha le idee chiare Luciano Spalletti, che sul red carpet del Gran Galà del Calcio ha commentato il raggruppamento di Euro 2024 che vedrà gli azzurri contro Spagna, Croazia e Albania. "Tutti i nodi vengono al pettine - ha spiegato il Ct - e saranno tutte partite che dovremo giocare. Nessuno sarà mai felice di giocare contro l'Italia: se guardiamo la situazione con gli occhi degli altri, trovare l'Italia come avversaria di quarta fascia è una cosa che non può rendere felici le altre squadre. Noi dovremo far vedere che livello di squadra siamo e che livello di calcio possiamo esibire. Fin qui ho visto un'Italia che in tutte le partite, per 60-70 minuti, è stata un'ottima squadra. Poi però bisogna andare avanti, quindi dovremo completare quanto fatto finora. Quando si sale sul ring, l'incontro non si decide al primo colpo. Dovremo far vedere quali sono le nostre qualità migliori e mantenerle per 100 minuti". Un pensiero anche sui singoli, in particolare su Scamacca, reduce da un stop per infortunio: "Se la cosa mi preoccupa? A me non preoccupa niente, ci sono soluzioni da più parti. Spetta poi ai giocatori mettere il musino e far vedere in che panni si vestono".

"Allenare la Nazionale è come essere in paradiso"

"Io vivo per questo, ho lasciato la famiglia per stare dietro al pallone dalla mattina alla sera - ha proseguito Spalletti dal palco sul quale è salito per ricevere il premio come migliore allenatore della passata stagione -, ora allenare la Nazionale per me è come essere in paradiso". Agli Europei mancano circa 200 giorni: "Se sono tanti o pochi? Dipende - ha aggiunto il Ct -, se gli spazi che abbiamo a disposizione si usano bene potrebbero essere tanti, altrimenti sono pochi. Noi tenteremo di fare tutto il possibile, ma ora ci vuole anche un po' di collaborazione da parte dei club. Bisogna riuscire a trovare degli spazi e l'Italia deve stare a cuore a tutti. Noi dobbiamo provare a fare un calcio relazionale: del mio Napoli tutti ricordano l'azione in cui 10 giocatori tornarono in difesa per recuperare dopo un calcio d'angolo battuto male, con Osimhen che arrivò prima di tutti per dare una mano. In quel gruppo non c'erano gelosie e nulla poteva minare una squadra di quel genere, io voglio portare questa cultura: creare una squadra con la mente forte e far capire che stiamo facendo tutto per l'Italia".

"Inter matura, primo posto meritato"

Non soltanto la Nazionale, il Ct ha parlato anche dell'andamento campionato: "In questo momento, per quello che ha fatto vedere, è giusto che l'Inter sia prima in classifica. Vedo tante qualità - ha proseguito Spalletti -, i nerazzurri sono una squadra matura, che è in rapporto e che è in relazione. C'è un calcio fisico, uno tecnico e uno relazionale: mi pare che l'Inter abbia tutte queste caratteristiche, anche nei comportamenti tra i giocatori. Il Napoli? Io ricevo un premio per la vittoria del campionato dell'anno scorso e il Napoli è la squadra che mi ha permesso di essere qui. Ieri gli azzurri hanno giocato una buona partita contro una squadra fortissima e, per quello che si è visto, credo che il risultato finale non sia reale". Nel corso della cerimonia Spalletti ha incontrato anche il suo vecchio presidente, Aurelio De Laurentiis, e i due si sono soffermati a chiacchierare prima di salutarsi con un abbraccio.

"Il mio Napoli squadra di uomini veri, se ne parlerà a lungo"

In chiusura Spalletti è tornato a parlare dell'annata trionfale alla guida del Napoli: "È stato tutto bellissimo - ha concluso il Ct dell'Italia - perché, come ha già detto De Laurentiis, è venuta fuori una squadra incredibilmente collaborativa in cui tutti si stimolavano a vicenda ed erano orgogliosi delle giocate dei compagni. Era bellissimo vederli in spogliatoio, io ho dovuto fare poca fatica, sono stati bravi i ragazzi a capire perché eravamo lì e per chi dovevamo giocare. Oltre a grandi calciatori, quella dell'anno scorso è stata una squadra di uomini veri di cui si sentirà parlare ancora a lungo. Poi c'è il presidente che è bravo a motivare gli altri: quando sono arrivato, la prima cosa che mi ha detto è stata 'io secondo sono già arrivato'. Quando si va ad allenare una squadra che spesso ultimamente era stata in Champions o nelle coppe, si deve tentare di vincere, non ci sono alternative".