Trionfi e delusioni fino alle dimissioni: la storia di Mancini con la Nazionale
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La Figc ha ufficialmente annunciato le dimissioni del Ct Roberto Mancini. Il tecnico aveva iniziato la sua avventura in azzurro nel 2018, dopo la delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali dell’Italia targata Ventura. Da quel giorno, il record di imbattibilità, il trionfo all’Europeo ma anche un’altra Coppa del mondo mancata in fase di qualificazione. Ecco la storia di Mancini alla guida della Nazionale
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- Come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia delle dimissioni di Roberto Mancini da Ct della Nazionale italiana. L’allenatore degli azzurri ha comunicato alla Figc la sua decisione poche settimane dopo essere stato nominato anche coordinatore delle nazionali under 20 e under 21
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- La decisione di puntare su Roberto Mancini arriva dopo la delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali del 2018. Dopo l’eliminazione ai play-off ad opera della Svezia, la Federazione decide di cambiare tutto e affidarsi all’ex allenatore di Inter e Manchester City che succede così a Gianpiero Ventura
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- Il debutto di Mancini da Ct risale al 28 maggio 2018, amichevole disputata a San Gallo contro l’Arabia Saudita: il primo gol della sua gestione lo firma Mario Balotelli, protagonista della staffetta nella ripresa con Belotti che realizza il raddoppio (2-1 per gli Azzurri al fischio finale). Modulo che risponde al 4-3-3 e complimenti a Super Mario a fine partita: "Positiva la sua gara, abbiamo fatto bene nel primo tempo. Contro una squadra più forte, probabilmente, le prestazioni saranno migliori"
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- Il primo incontro ufficiale dell’Italia targata Mancini arriva il 7 settembre 2018, esordio in Nations League al Dall’Ara contro la Polonia. Sarà anche l’ultima uscita in Nazionale per Mario Balotelli, sostituito nella ripresa quando gli Azzurri perdono 1-0 per mano di Zielinski: determinante il rigore di Jorginho per strappare il pareggio, buone indicazioni da Chiesa e Belotti. Italia che non vince in gare ufficiali dall’ottobre precedente: "Era la prima partita importante, purtroppo qualche errore ci può stare", l’analisi del 'Mancio'
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- La prima partita da dentro o fuori è quella del 14 ottobre a Chorzow, casa della Polonia da battere per evitare la retrocessione in Nations League. Match rocambolesco per occasioni (due traverse di Insigne e Jorginho) e gli interventi di Szczesny, ma al 92’ ci pensa Biraghi con il pesantissimo gol-vittoria. Azzurri che crescono in mezzi e consapevolezza, formazione confermata dopo il test con l’Ucraina e un gruppo che rivede la luce. Mancini: "Non abbiamo mai avuto problemi, stiamo crescendo. Il nostro obiettivo è l’Europeo"
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- Dopo la Nations League, si riparte quindi a marzo, calendario del 2019 dell’Italia sulla strada delle qualificazioni all’Europeo. Il primo ostacolo è rappresentato dalla Finlandia, battuta 2-0 ad Udine grazie ai gol di Barella e Kean. Se Mancini chiedeva "allegria, gioco e soprattutto gol", gli Azzurri si riscoprono sulla buona strada regolando gli scandinavi in un match a senso unico. Dieci gare da Ct per il 'Mancio' con altrettanti marcatori diversi: "Non era facile, loro si sono chiusi subito. Kean? Ha margini enormi, dipende da lui"
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- Missione definitivamente compiuta il 12 ottobre, traguardo raggiunto all'Olimpico dopo la vittoria per 2-0 contro la Grecia. Marcia da record per Mancini, che si qualifica a Euro 2020 con tre turni di anticipo, non era mai successo nella storia azzurra
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- La sconfitta a Lisbona contro il Portogallo il 10 settembre è anche l’ultimo ko fino al 6 ottobre 2021, con il primato di 37 gare utili che diventa la striscia più lunga di tutti i tempi per una Nazionale. Si tratta di un record tutt’ora imbattuto visto che l’Argentina di Messi si è fermata a quota 36
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- Mancini costruisce una squadra una squadra che diventa invincibile: l’Italia, nella sua gestione, raggiunge il record di 11 vittorie consecutive, superando le 9 di Pozzo (1938-39). Ma non solo: in quella striscia c’è anche un altro primato: 10 successi su 10 nelle qualificazioni agli Europei, non era mai successo
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- La fase più importante dell’era Mancini in Nazionale è sicuramente quella di Euro 2020. Un Europeo che, per via del Covid, si gioca nell’estate del 2021, quella che diventerà (nuovamente) un’estate da "Notti magiche", proprio grazie all’Italia allenata da Mancini
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©LaPresse
- Dopo un girone vinto con tre vittorie in altrettanti incontri, l’Italia arriva fino alla finale di Wembley battendo l’Austria agli ottavi, il Belgio ai quarti e la Spagna ai rigori in semifinale. È una Nazionale che incanta con un calcio rapido e moderno, senza un vero bomber ma con un collettivo capace di battere squadre sulla carta più attrezzate
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- È l’11 luglio 2021, quando l’Italia di Mancini batte ai rigori l’Inghilterra padrona di casa. A Wembley, dopo l’1-1 firmato Bonucci nei tempi regolamentari, è Donnarumma che ci fa esultare con la parata decisiva sul rigore di Saka. L’Italia è per la seconda volta nella storia campione d’Europa, l’ultima vittoria era quella del 1968. L’artefice di tutto è ovviamente Mancini, accompagnato dal suo amico fraterno Gianluca Vialli
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- Finiti gli Europei nell’estate del 2021, l’Italia fatica però a ritrovare quello spirito e quel gioco che l’avevano portata sul tetto d’Europa. Pochi mesi prima rispetto al trionfo, 17 maggio 2021, Mancini aveva prolungato il legame con la Nazionale fino al 2026, ossia fino al Mondiale
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- Al Mondiale però l’Italia non ci andrà mai: a Palermo, si materializza un’altra volta l’incubo. Questa volta non è la Svezia ma la Macedonia ad eliminarci. Il gol di Trajkovski condanna gli azzurri al secondo Mondiale consecutivo da casa. Non era mai successo nella storia della Nazionale: "Credo che come luglio sia stata la cosa più bella che ho avuto a livello professionale, questa è la più grande delusione. Futuro? Vediamo, la delusione è troppo grande per parlarne ora. Ai miei ragazzi voglio più bene ora che a luglio scorso"
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- L’obiettivo di Roberto Mancini diventa così quello di una seconda ricostruzione, senza però dimenticare i calciatori che poco tempo prima avevano vinto gli Europei. Dopo la pesante sconfitta per 3-0 nella Finalissima con l’Argentina vincitrice della Coppa America inizia una nuova fase con l’addio di Chiellini e le partenze verso gli Usa di due protagonisti all’Europeo come Insigne e Bernardeschi
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- Il Ct decide di puntare sui giovani e fa esordire, tra gli altri, tanti ragazzi come Frattesi, Gnonto, Pobega, Scalvini e Pafundi, Fagioli e Miretti. L’obiettivo è quello di vincere il Mondiale del 2026. Intanto, però, Mancini fa presente le sue difficoltà nel trovare giocatori convocabili per via dello scarso utilizzo degli italiani nel proprio club. Da qui la scelta di Retegui, argentino naturalizzato, come nuovo centravanti in azzurro
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- Nell’estate del 2023 arriva un’altra delusione, quella della sconfitta contro la Spagna nella semifinale di Nations League. Gli azzurri si riscattano nella finale per il terzo e quarto posto contro l’Olanda, ma non basta per un nuovo trofeo in bacheca. Si tratta del secondo podio in Nations League per gli azzurri dopo l’altro terzo posto nell’edizione del 2021 giocata in Italia
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- Pochi giorni prima delle dimissioni, Roberto Mancini era stato nominato coordinatore dalla Nazionale maggiore all'Under 21 e 20. Ad annunciarlo era stata la stessa Figc al termine della riunione del Consiglio Federale, definendo - sulla base di una proposta tecnica del CT dell'Italia - il nuovo assetto delle Nazionali maschili. Mancini diventa così il responsabile del nuovo progetto Club Italia: si sarebbe occupato direttamente della selezione e dell'attività tecnica delle Nazionali A, Under 21 e 20