Leicester-Chelsea è sfida tra i due manager italiani che sa tanto di passaggio del testimone. Anche perché, esattamente il 14 gennaio di un anno fa, il non-ancora-King Claudio si risvegliava in testa alla Premier dopo aver battuto il Tottenham, svelando le sue vere intenzioni
Esattamente un anno fa, Ranieri era Conte. Poi finì che divenne Re, ma a questo punto della stagione era ancora “soltanto” uno dei candidati al trono della Premier, di quelli che non vogliono sentir parlare di fuga, che non sono interessati ai punti di vantaggio e che “a maggio si vedrà”. Un Conte, insomma.
Ecco perché Leicester-Chelsea, sfida tra i campioni in carica e i primi della classe di oggi, sa tanto di staffetta, con il testimone destinato a restare saldo nelle mani di un allenatore italiano. Mani che si stringeranno prima e dopo il fischio d’inizio, per la terza volta in stagione. Conte ha già battuto Ranieri all’andata (3-0: fu la seconda partita della striscia di 13 vittorie consecutive) e nel terzo turno di Coppa di Lega (4-2, ai supplementari), altri 3 i precedenti quando i due allenavano in Serie A: in Atalanta-Roma 1-2 del 29 novembre 2009 ebbe la meglio Claudio, poi Antonio fece doppietta alla guida della Juventus, nella stagione in cui il collega allenava l’Inter (2-0 e 2-1 nel 2011/2012).
Un anno fa, Ranieri era Conte perché si risvegliava in testa alla Premier al termine dell’ennesima impresa, datata 13 gennaio 2016. Il Leicester va a White Hart Lane in un momento delicato della sua stagione, reduce dalla sconfitta con il Liverpool e da due 0-0 consecutivi, tiene testa al Tottenham per tutta la gara e a 7’ dalla fine lo beffa con il gol di Huth. Il contemporaneo pareggio allo scadere del Liverpool contro l’Arsenal (3-3) fa il resto, permettendo a Ranieri di agganciare i Gunners e riprendersi la vetta.
Ripercorrendo la magica stagione del Leicester sono tanti i momenti in cui sembra che il destino abbia voluto dare una spintarella ai ragazzi di Ranieri: la vittoria sul Tottenham (proprio quel Tottenham che a Conte è rimasto sullo stomaco, negandogli la 14.a vittoria di fila) è certamente uno di quelli. Il non-ancora-Re Claudio magari aveva anche iniziato ad annusare l’aria di vittoria, ma di sicuro era bravissimo a non darlo a vedere. Quando, sul corner di Fuchs, Huth prende la mira e di testa indirizza la palla sotto l’incrocio più lontano senza neanche dover staccare i piedi da terra, una squadra intera segue con il fiato sospeso quel pallone e poi si riversa in delirio sulle spalle del suo gigante. E Ranieri? Lui ha la faccia dell’allenatore che ha appena preso gol all’83°, mica di quello che l'ha fatto.
E' solo una maschera, però. Sotto la quale Ranieri ride di gusto, balla, fa l'aeroplanino. Sa anche che ormai il velo è tolto, inutile negare: si corre per il titolo. Di lì a due settimane batterà anche Liverpool e Manchester City, inciamperà solo con l'Arsenal (sconfitta al 95°) ma poi sarà una marcia trionfale fino alla fine. I record di Conte (13 vittorie consecutive, miglior manager del mese per 3 volte di fila) lasciano pensare che anche Antonio si stia avviando su quella strada, raccogliendo il testimone da Ranieri. Occhi ben aperti nel momento in cui si stringeranno la mano, allora.