In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Leicester, Mancini rifiuta la panchina del club

Premier League
Roberto Mancini (Getty)

Dopo l'esonero del manager campione d'Inghilterra, la dirigenza delle Foxes aveva contattato Mancini per la panchina, ma l'ex allenatore dell'Inter ha rifiutato l'incarico. Intanto un retroscena: l'esonero di Ranieri sarebbe arrivato dopo una chiacchierata tra la dirigenza e alcuni senatori della squadra

Condividi:

Roberto Mancini dice no al Leicester, non sarà lui il prossimo allenatore delle Foxes. Dopo l'ufficialità dell'esonero dell'allenatore che la passata stagione aveva portato il club alla conquista della Premier, infatti, il Leicester questa mattina aveva contattato l'ex allenatore dell'Inter per capire la sua disponibilità a subentrare a Ranieri. Nessuna offerta ufficiale, ma solo un sondaggio quello del Leicetser, che però dopo il no di Mancini ora dovrà virare su altri obiettivi. Per il momento sulla panchina dei campioni di Inghilterra siederà l'assistente di Ranieri, Craig Shakespeare, che guiderà la squadra almeno per la partita di lunedì sera contro il Liverpool.

E il Mancio lo saluta - Proprio questa mattina, mentre cominciavano a circolare le voci su Mancini, l'ex allenatore dell'Inter ha voluto ringraziare su twitter il collega appena esonerato: "Mi dispiace per il mio amico Ranieri. Rimarrà nella storia del Leicester, nella memoria dei tifosi dei suoi tifosi e degli amanti del calcio!"

Claudio tradito - Sky Sports fa anche trapelare quelli che sono alcuni retroscena dell'esonero di Ranieri. La decisione, ad esempio, sembrerebbe essere arrivata al termine di un colloquio, richiesto dal presidente e tenutosi ieri, nel giorno successivo alla sconfitta in Champions contro il Siviglia, tra la dirigenza e i senatori della squadra, durante la quale i giocatori interpellati avrebbero in un certo senso tradito il proprio allenatore, spiegando al presidente come il rapporto tra lo stesso Ranieri e il suo assistente Craig Shakespeare fosse arrivato ai minimi termini. Evidentemente le parole dei giocatori hanno convinto il presidente delle Foxes del fatto che l'allenatore non avesse più in pugno la propria squadra e che la decisione inevitabile ma molto dolorosa non potesse essere che quella dell'esonero.