Dall'addio allo United fino a quello alla Nazionale inglese, passando anche per il suo tormentato rapporto con José Mourinho. Wayne Rooney si racconta senza filtri: "Nel momento in cui mi sono accorto che non ero più considerato dall’allenatore come una figura importante all’interno dello spogliatoio ho deciso di andarmene"
Prima l’addio allo United dopo tredici anni, poi quello alla Nazionale inglese. E’ un periodo di cambiamenti per Wayne Rooney, deciso ormai a concentrarsi su pochi ma importanti obiettivi in questi anni di carriera. Il ritorno all’Everton gli ha restituito il sorriso, perso con l’arrivo di Josè Mourinho dalle parti di Old Trafford. Disperso tra panchina e tribuna, i minuti in campo per l’attaccante inglese sono diventati ben pochi, tanto da convincerlo questa estate a fare le valigie per tornare al suo primo amore: l’Everton. A distanza di qualche mese dall’addio ai red devils, Rooney ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, attribuendo a Mourinho la responsabilità di averlo allontanato dallo United.
Tutta la verità
Parole chiare e precise quelle di Rooney, deciso a svelare tutti i dettagli del suo rapporto con il manager portoghese: "Nel momento in cui mi sono accorto che non ero più considerato dall’allenatore come una figura importante all’interno dello spogliatoio – sottolinea l’attaccante inglese nel corso di un’intervista a TalkSport – ho deciso di andarmene. Sono tornato all’Everton con l’obiettivo di tornare a giocare divertendomi, cosa che ormai non riuscivo più a fare negli ultimi due anni. Sono un giocatore che ha sempre creduto in se stesso, ricordo che a 16 anni quando entrai per la prima volta nella prima squadra dell’Everton mi sentivo il migliore di tutti in campo. E’ questa una caratteristica che mi ha sempre contraddistinto".
Il sogno di diventare ct
Abbandonata la Nazionale, Rooney svela di avere un piccolo sogno nel cassetto, quello di diventare un giorno ct dell’Inghilterra. "Diventare manager della Nazionale sarebbe senza dubbio un sogno, chi potrebbe dire di no. A me piace guardare le partite, studiare le altre squadre e trovare le contromisure per poter raggiungere la vittoria. Sono piccoli dettagli che aiutano anche in campo, per questo motivo passo molte ore a guardare video su Youtube. Mi servirà anche per il futuro".