Mourinho: "Ecco perché con l’Inter è stata una storia d’amore"
Premier LeagueL’allenatore: "A Milano è stato tutto speciale, avevo un gruppo con le ultime occasioni di vincere qualcosa di importante in carriera. Sono un allenatore con ambizioni e desideri, sono sicuro che non concluderò la mia carriera qui allo United"
Il presente a Manchester, il passato all’Inter e il futuro… chissà. Di certo l’ultima panchina su cui si sederà José Mourinho non sarà quella dei Red Devils. A confessarlo è lo stesso allenatore portoghese, che in una lunga intervista a TeleFoot ha parlato a tutto campo della sua carriera, soffermandosi in particolare sulla "storia d’amore" che lo ha legato all’Italia e ai colori nerazzurri dal 2008-2010. Queste le considerazioni del portoghese.
Sul futuro
"Nel corso della mia carriera ci sono stati alcuni momenti bellissimi ma anche qualche controversia - ha ricordato l’allenatore ai microfoni della tv francese - ci sono stati momenti non molto belli, ma non mi dispiace per la mia carriera. La Champions con il Porto? Vincere in Europa con il club del tuo paese è speciale perché entri nella storia del club ma anche della tua Nazione. L’unica cosa che posso dire è che sono ancora un allenatore con ambizioni, desideri di provare altre cose e nuove esperienze. Credo, anzi, sono sicuro che non concluderò la mia carriera qui allo United".
A Milano una storia d'amore
Poi, le solite parole dolci per l’Inter: "Con i nerazzurri è stato tutto speciale perché ho avuto una relazione d’amore con un gruppo di giocatori che poteva essere all’ultima occasione di vincere qualcosa di importante in carriera. Insieme abbiamo regalato alla famiglia Moratti e a tutto il popolo interista una gioia incredibile”. Poi il Real Madrid: “Quando ho iniziato a lavorare con i Blancops l’ho fatto perché in quel momento volevo andare esattamente lì, per sconfiggere il Barcellona. Nello stesso modo in cui quando ho deciso di venire allo United sapevo che non sarebbe stato facile, ma io sono così. Posso aggiungere che io lavoro bene quando sono sereno e nella terza stagione in Spagna non era così".
Su Real Madrid, Barcellona e PSG
E ancora: "Mio figlio un giorno mi ha detto che ‘vincerò molto contro Messi ma mai con lui in squadra’. Non lo dimenticherò, è un mio rimpianto. Pep a Barcellona? Un giorno potrò raccontare la verità, come sono realmente andate le cose, ma non oggi. Ci sono cose nella mia carriera che preferisco preservare, ma quando sarò molto vecchio, chissà… Zizou vince, quindi è un grande allenatore. Penso sia il migliore e che gli verrà riconosciuto questo perché lo merita". Infine, tanto calcio francese: "Il PSG è una squadra speciale, di qualità, giovane, magica. Mio figlio abita a Londra ma davanti ad una scelta ha deciso di volare a Parigi per vedere una partita perché lì c’è un ambiente fantastico".
Su Pogba e Benzema
"Paul Pogba può scrivere la storia del calcio, ma non ha ancora trovato il suo spazio con la Francia - ha concluso - è un peccato che Benzema non sia in Nazionale, non so bene i motivi delle sue ripetute esclusioni ma è un grosso peccato che nel miglior momento della sua carriera con questa esperienza non possa dare una mano alla sua Nazionale".