Guardiola: "Sono felice che il City mi abbia dato il tempo per adattarmi alla Premier"

Premier League

L'allenatore spagnolo, a Sky Sports, parla del suo secondo anno al Manchester City e del match di domenica contro l'Arsenal. La giovane stella del City Phil Foden? "Il futuro dipende solo da lui"

Arrivato sulla panchina del Manchester City nel luglio 2016, Pep Guardiola ha concluso la sua prima stagione in Premier senza vincere un titolo. Alcuni hanno messo in discussione le sue capacità di adattarsi al campionato inglese, altri lo hanno sostenuto. Tra tutti, proprio il Manchester City: "Sono felice che la società mi abbia dato del tempo per ambientarmi", ha dichiarato in un'intervista a Sky Sports. Attualmente, in Premier, i Citizens sono i primi della classifica a +5 dal Manchester United e sono reduci dalla qualificazione agli ottavi, in Champions (dopo aver battuto il Napoli).

"Sono contento di aver avuto il tempo per modellare questa squadra. Le persone credono che un allenatore nuovo possa lavorare immediatamente e dimenticano che ci vuole tempo per risolvere le cose. Bisogna conoscersi, confidarsi, sapere tutto sulla Premier: gli avversari, lo stile di gioco, gli arbitri. Non importa quanti successi hai ottenuto in passato o meno, a volte hai bisogno di tempo. Sono un uomo fortunato perché questa società me lo ha permesso: ecco perché sono felice di essere qui".

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Domenica il Manchester City affronterà l'Arsenal: "Sono le partite di questo tipo che rendono la Premier League uno dei campionati più duri. E questa è la differenza rispetto agli altri. Ci sono solitamente cinque o sei contendenti per vincere il titolo", ha aggiunto. "Il livello delle squadre è molto alto. Magari giochi tre o quattro partite contro grandi squadre in Champions League e poi devi incontrare il West Bromwich in campionato: una gara complicata allo stesso modo. L'Arsenal è una squadra dura. Se la lasciamo giocare, può rendersi pericolosa, soprattutto in contropiede".

Guardiola ha trasformato la sua squadra in estate, portando talenti più giovani come Ederson, Bernardo Silva e Benjamin Mendy. "E' la normalità: le generazioni dei giocatori si susseguono e vanno cambiate allo stesso modo degli allenatori. Certo, la squadra è più giovane, ma i più piccoli sono protetti dai giocatori con esperienza come Yaya Toure e Nicholas OtamendiGabriel Jesus e Leory Sane hanno 20 e 21 anni: penso che sia l'età giusta per dare il massimo e questo è un aspetto positivo per il futuro del club".

Uno dei più giovani è Phil Foden che, a soltanto 17 anni, è stato nominato come il migliore giocatore della competizione quando l'Inghilterra ha vinto la Coppa del Mondo U17. Guardiola ne è rimasto impressionato: "Ci fidiamo molto di lui, ma dipende dalla sua passione. Non possiamo dimenticare che ha 17 anni e stabilizzarsi in prima squadra non è semplice. Dipende da lui, se vuole rimanere o andare via, ma faremo il possibile. E' stato nominato come il miglior giocatore nella Coppa del Mondo: crede molto in se stesso". 

"Il suo prossimo obiettivo è quello di allenarsi tutto l'anno con noi per ottenere il ritmo della sessione di allenamento e per competere contro tutti questi giocatori, uno a uno. Se lo capisce, allora avrà uno spazio per giocare durante l'anno, poi il prossimo e così via. Dipende da lui ".