Lampard: "Sogno di allenare il Chelsea. Io nuovo dt? Vedremo"

Premier League
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Una vita in Blues, l'ex centrocampista ha svelato ai microfoni di Sky Sports UK il sogno nel cassetto: "Sono un uomo del Chelsea, è il club che vorrei allenare"

Frank Lampard e il Chelsea: una storia che continua. L’ex centrocampista dei Blues, ritiratosi dal calcio a febbraio dopo l’esperienza ai New York City in MLS, lavora oggi con l’U18 del club e sembra già pronto a fare un salto in avanti nella sua nuova carriera. La notizia fresca dell’addio di Michael Emenalo, direttore tecnico dei londinesi da 10 anni, ha aperto alla possibilità che Lampard possa prendere il suo posto nella dirigenza: "Ho lavorato con Michael per otto anni - ha detto l’inglese a Sky Sports UK - ed è stato importante, visto che ha permesso al club di vincere come mai nella sua storia. Gli auguriamo il meglio. Io al suo posto? Non lo so. Sono un uomo del Chelsea, mi piacerebbe legarmi al club con un contratto a lungo termine in qualche modo. Vedremo".

Sogno la panchina di Stamford Bridge

Nonostante la posizione di direttore tecnico sia attualmente vacante, il 39enne ha anche ammesso che il suo desiderio sarebbe quello di poter essere un giorno manager del Chelsea: "Devo imparare - ha raccontato Lampard - giocare per 20 anni non necessariamente ti rende pronto per un ruolo da allenatore di una squadra di Premier League. Quindi devo crescere, ma mi piacerebbe mettere in gioco la mia esperienza accumulata da giocatore". Il sogno, quindi, non è più segreto: "Chiaramente avendo giocato per così tanto per il Chelsea questo sarebbe il club in cui vorrei un giorno allenare. Questo è il mio sogno, ma il percorso non è così semplice". Lampard ha poi parlato del suo rapporto con i tanti allenatori avuti in carriera: "Ho lavorato con molti manager diversi durante i miei anni da calciatore, mi piace pensare che da ognuno si possano apprendere cose buone e cose meno buone. Mi piacerebbe comunque lavorare con ragazzi giovani e provare a migliorarli, non solo come calciatori ma anche come persone", ha concluso.