L'ex allenatore delle giovanili di Manchester City e Stoke City è stato condannato dal tribunale di Liverpool a 31 anni di prigione dopo le testimonianze dei giorni scorsi: per lui l'accusa è di violenza carnale, sodomia e aggressione
La sentenza che tutto il calcio inglese aspettava è stata pronunciata in una corte di Liverpool dal giudice Clement Goldstone, che nel leggere il verdetto ha definito l'imputato come la reincarnazione del Diavolo. Barry Bennell, l'ex allenatore, tra le altre, delle giovanili di Manchester City e Stoke City, è stato condannato a 31 anni di prigione dopo aver commesso oltre 50 abusi su minori, ai danni dei propri giovani calciatori, dal 1979 al '91. 48, in totale, i capi d'accusa, tra cui aggressione a sfondo sessuale, violenza carnale, tentativo di violenza carnale e atti di sodomia; 100 sono invece le vittime acceratte, 86 delle quali nei giorni scorsi si sono presentati di fronte alla corte per accusarlo personalmente.
Nel leggere la sentenza, il giudice Goldstone ha aggiunto: "Il comportamento adottato nei confronti di questi ragazzi, inizialmente curati e sedotti e in un secondo momento costretti a subire gli abusi più gravi, è il male nella sua forma più pura. Per loro inizialmente era una specie di Dio, si è reincarnato nel Diavolo in persona, rubando a questi ragazzi l'infanzia e l'innocenza solo per soddisfare una perversione personale e portandoli a tentativi di suicidio, alcolismo e depressione".