Pep "il cattivo": vincere per fare l'ultimo dispetto a Mourinho

Premier League

Vanni Spinella

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L'epico duello si arricchisce di un nuovo capitolo. Perché adesso Guardiola può rispondere ai dispetti di Mou rubandogli un record a cui tiene tantissimo. Gli basta un 2-0 contro l'Huddersfield...

La vendetta perfetta si consumerebbe con un 2-0 all’Huddersfield. Che poveretto non c’entra nulla in questa infinita guerra privata, ma che s’è trovato sulla strada di Guardiola nel momento sbagliato della stagione e sarà semplicemente un mezzo che Pep userà per lanciare un segnale a chi sa lui.

Con un 2-0 all’incolpevole Huddersfield, il Manchester City già campione d’Inghilterra batterebbe infatti, in un colpo solo, tre record della Premier: quello di punti, quello di vittorie e quello di gol segnati in un singolo campionato inglese. Al momento appartengono tutti al Chelsea, che li ha stabiliti in tre stagioni differenti. Con una vittoria, il City di Guardiola salirebbe a quota 96 punti (con due giornate ancora da giocare) migliorando il precedente primato di 95 del Chelsea 2004/2005. Sorpasserebbe anche il Chelsea della passata stagione, capace di vincere 30 partite su 38 sotto la guida di Conte (record al momento eguagliato). Infine, segnando due gol, arriverebbe a 104 reti, meglio del Chelsea 2009/2010, targato Ancelotti, che ne fece 103.

Tre record in un colpo solo strappati ai Blues, ma non è con loro che Guardiola si vuole “vendicare”. Il vero obiettivo di Pep, possiamo scommetterci, è il record di punti: perché il Chelsea che lo stabilì era quello di José Mourinho.

Due modi di scrivere la storia

La loro rivalità in stile Borg-McEnroe – dunque già consegnata alla storia anche se ancora se ne stanno scrivendo dei capitoli – è già stata ampliamente raccontata (manca giusto un film, se qualche regista volesse cimentarsi…) e altro non è che una riedizione in chiave moderna di quei duelli epici tra eroi che nella letteratura funzionano sempre. Nulla di originale, ma è per questo che continuano a piacere: l’uno l’opposto dell’altro, ma animati da un rispetto reciproco di fondo, quasi ammirazione, che poi è il vero motore di ogni relazione di amore-odio. Ecco perché José Mourinho – checché se ne dica o ne dicano loro – resterà sempre il nemico da battere nella testa di uno come Pep Guardiola. E viceversa.

Diversissimi ma accomunati dallo stesso narcisistico desiderio, quello di lasciare inciso il proprio nome nella storia, hanno adottato modalità differenti per scolpire la pietra: da un lato il piacere di creare qualcosa attraverso lo studio e la ricerca della bellezza, dall’altro l’inseguimento del risultato a ogni costo, la collezione dei tituli appuntati al petto. Il tiki-taka e il pullman davanti alla porta. Così, a livello tattico, saranno ricordati tra anni, sintesi ingenerosa di due visioni del calcio opposte ma ugualmente vincenti, e in fondo è questo il bello del calcio.

Mou vs Pep: manca giusto un film...

Metti, una sera a cena

La bellezza passa, sfiorisce, pensa Mourinho; l’albo d’oro, con i suoi numeri, resta. Ecco perché la vendetta di Guardiola è la più crudele che si possa immaginare: perché a Mou, questa volta, strappa un record, un numero. Lo batte sul suo piano preferito, quello della fredda matematica.

Non è da escludere che un giorno i due possano ritrovarsi a cena a discutere amabilmente, scherzando e ricordando i bei tempi andati, ammettendo finalmente anni di reciproci dispetti. Come possiamo chiamare, altrimenti, la vittoria di Mourinho nel derby? Un 2-3 in rimonta che cancellò in 45' l'ipotesi di una festa dei Citizens davanti al proprio pubblico, con lo Special One che svegliò i suoi dal torpore con un discorso stile Ogni maledetta domenica all’intervallo. Una settimana dopo il Manchester City anticipa battendo il Tottenham a Wembley, lo United vincendo contro il West Brom ultimo in classifica rimanderebbe di un'altra giornata la festa dei Citizens. Ed è lì che si consuma il dispetto ancora più scaltro e crudele perché i Red Devils crollano improvvisamente, perdono 1-0 e consegnano il titolo ai cugini, quasi chinando il capo. Risultato: la festa del City, inaspettata e senza palcoscenico, è una tristezza. I tifosi scendono in strada con le sciarpe al collo, ma non è la stessa cosa. Un giorno, magari proprio quel giorno a cena, Mou confesserà di averlo fatto apposta, per negare a Guardiola una festa come si deve, sul campo.

Pep cuore di Mou

Vista così, pare dunque legittimo il desiderio di Pep di strappargli ciò a cui tiene maggiormente: un numero scolpito nella pietra, un record da consegnare alla storia. Per una volta Guardiola non tiene la palla, ma la ributta nel campo di Mourinho. Dispetto chiama dispetto. A te la risposta, adesso.

A voler ben guardare, poi, c’è un altro record che Guardiola potrebbe superare, portando con sé nella storia anche Mourinho, ma nella parte dello sconfitto. Con il ko dello United contro il Brighton e una vittoria del City, il distacco già abissale tra le due di Manchester diventerebbe di 19 punti. Conservandolo fino al termine del campionato, il City batterebbe dunque quello stabilito proprio dallo United (stagione 1999/2000), quando vinse la Premier con 18 punti di vantaggio sull’Arsenal secondo.

Ma a voler provocare fino in fondo, c’è un pensiero che non ci leveremo mai dalla testa: che se a Guardiola proponessero di pareggiare le ultime tre di campionato per 0-0, rinunciando dunque a due record su tre (quelli di vittorie e di gol segnati) ma impossessandosi di quello di punti che detiene José (arriverebbe a 96, giusto uno in più di lui), beh, pensiamo che Pep con mourinhana perfidia ci metterebbe la firma. In fondo, c’è un po’ di Mou in tutti noi.