In Inghilterra ne sono quasi tutti convinti, a prescindere da come andrà la sfida con il Newcastle, mentre fonti del club fanno sapere che sarà confermato anche in caso di risultato negativo. Ripercorriamo tutte le tappe che hanno portato lo Special One sempre più lontano da Old Trafford
"Mourinho, dopo la partita contro il Newcastle e a prescindere dal risultato, sarà esonerato". "No, Mou resterà l'allenatore del Manchester United in ogni caso". Il futuro del portoghese sulla panchina dei Red Devils resta un forte rebus e, anche nella stessa Inghilterra, le opinioni sono discordanti. Quel che è certo è che lo Special One, in una situazione simile, non si è mai trovato in carriera. Neanche nella sua esperienza-bis al Chelsea, dove il rapporto terminò anzitempo a dicembre per una - almeno tecnicamente - rescissione consensuale. Qualcuno Oltremanica la definisce la Third-season syndrome, ovvero quel sentimento che lo ha spinto in tutte le sue precedenti avventure a concludere il rapporto non oltre il terzo anno. Successe al Porto, al Chelsea, ancor prima all'Inter, poi al Real Madrid, di nuovo ai Blues e adesso sta per ripetersi con lo United. Non si sa con certezza se questa separazione avverrà in queste ore o nei prossimi giorni, ma è ormai sicuro che, al massimo a fine stagione, le due parti in causa prenderanno strade diverse. Lo si era già intuito in estate, quando un mercato ben al di sotto delle aspettative (e delle concorrenti) aveva "consegnato" un Mourinho piuttosto teso e irritato con la società. A quello si sono poi aggiunti i cattivi risultati sul campo: un negativo inizio in Premier - il peggior di sempre per lo United -, caratterizzato da tre vittorie, tre sconfitte e un pareggio, l'eliminazione dalla Coppa di Lega per mano del Derby County e ultimo, ma non per importanza, il deludente 0-0 interno di Champions contro il Valencia che potrebbe comprometterne la qualificazione agli ottavi di finale.
I rapporti con giocatori e dirigenza
Questo score non all'altezza riflette il caos che aleggia nello spogliatoio dei Red Devils, attualmente spaccato in due. C'è chi ancora parteggia a favore di Mou, come Lukaku, Young e Matic - quest'ultimo arrivato lo scorso anno proprio per richiesta dell'allenatore - e chi invece gli rema contro. Tra questi emerge in particolare la figura di Paul Pogba, desideroso in estate di lasciare l'Inghilterra per approdare al Barcellona. Chiuso il mercato, il centrocampista francese ha tirato fuori gli artigli e cercato di trascinare la squadra ma, con il passare del tempo, i malumori sono saltati fuori e le cose sono peggiorate. L'ex Juve ha fatto, davanti ai microfoni, qualche critica di natura tattica e, durante l'uscita di scena nella Carabao Cup, è stato ripreso dalle telecamere a scherzare mentre i compagni di squadra erano in difficoltà sul campo. Una scena che ha mandato lo Special One su tutte le furie, tanto da negargli la stretta di mano nell'allenamento del giorno dopo. Pogba - che secondo fonti inglesi avrebbe addirittura proposto un aut aut alla società - non è, però, l'unico che vorrebbe vedere Mou lontano da Manchester. Insieme a lui c'è anche il capitano, Valencia, che si è provato a giustificare per un like galeotto contro il suo allenatore, oltre a Martial e Bailly, sempre più ai margini della squadra e più volte rimproverati pubblicamente dal mister di Setubal. Non si può definire positivo, poi, il suo rapporto con Alexis Sanchez. L'ultimo gol del Nino Maravilla in campionato (tre in totale i centri con i Red Devils) risale addirittura al 31 marzo scorso e, dopo la mancata convocazione contro il West Ham, il cileno avrebbe - secondo il Mirror - minacciato la sua partenza nella prossima finestra di calciomercato.
Gli show in conferenza stampa
Ricco di contrasti è infine il legame con l'amministratore delegato del club, Ed Woodward. Non essere stato accontentato in tema di acquisti ha, senza dubbio, inclinato il rapporto del portoghese con la dirigenza, tanto da creare quasi due fazioni. La maggior parte dei tifosi ha mostrato il proprio sostegno all'allenatore, testimoniato ad esempio da un messaggio volato nel cielo prima della sfida al Brighton in cui l'ad veniva associato al fallimento e da una giacca che lo stesso Mou ha voluto regalare a un suo fan per il supporto ricevuto. L'ex allenatore dell'Inter, almeno ai microfoni dei giornalisti, ha comunque sempre voluto tranquilizzare la situazione, sostenendo una certa serenità nei rapporti intrattenuti con Woodward, mentre ha lamentato in più riprese lo scarso impegno e lo sbagliato atteggiamento dei suoi giocatori. Ed è proprio nelle conferenze stampa che Mourinho ha dato vita ai suoi show. Alla vigilia del match contro il Tottenham ha "intrattenuto" i presenti con qualche monosillabo della durata totale di 8 minuti, nel post ha chiesto rispetto ricordando con orgoglio il suo curriculum in Premier e prima della partita contro il Newcastle ha convocato un incontro con la stampa alle 8 del mattino, facendola poi durare appena tre giri di orologio. Tutti segnali di un rapporto arrivato ormai ai titoli di coda. Alcuni quotidiani inglesi, come il Sun, sostengono che l'esonero è questione di ore e potrebbe arrivare dopo la partita contro i Magpies, a prescindere dal risultato finale. Altri invece, come il Guardian e il Daily Mail, affermano che fonti della società danno per scontata la conferma di Mou, anche in caso arrivasse un altro risultato negativo.
"20 milioni rimandano il suo esonero". Per il futuro c'è Pochettino
Ma cosa trattiene, almeno per ora, il club dall'esonerare il suo allenatore? Il problema, come sostiene Marianella, non è il cosa, ma il quanto. In caso di licenziamento, infatti, i Red Devils dovrebbero garantire a Mourinho un risarcimento da 20 milioni di euro. Un impegno economico rilevante che avrebbe propenso la società a non mandarlo via. In ogni caso i nomi del suo successore girano già da un po' di tempo. Si è parlato in particolare di Zidane, libero dopo l'addio da vincente al Real Madrid e desideroso - come espresso da lui stesso - di tornare al più presto su una panchina, ma anche di Blanc e di una suggestiva idea Wenger. L'ultima ipotesi, invece, corrisponde a Mauricio Pochettino. Secondo quanto riportato da The Independent l'argentino sarebbe la scelta migliore per alcuni membri del consiglio d'amministrazione dello United, perché ritengono Zizou non adatto in quanto all'Old Trafford troverebbe condizioni completamente differenti a quelle con cui approcciò il mondo dei Blancos. Per riuscire in questa operazione servirà comunque convincere il Tottenham: una missione per niente facile.