Arsenal, Özil svela: "Avevo lasciato il calcio per dedicarmi al ping pong"

Premier League

Il giocatore dell'Arsenal ammette: "Quando avevo 11-12 anni ho lasciato il calcio per dedicarmi al ping pong. Poi ho capito che non era quello che volevo fare nella vita"

ARSENAL, 5-1 AL BOURNEMOUTH: GOL E HIGHLIGHTS

DEL PIERO SFIDA DYBALA A PING PONG

La lunga crisi sembra essere superata. Mesut Özil, dopo un periodo caratterizzato da tante panchine e pochissime presenze, è tornato al centro del progetto Arsenal, ritrovando la presenza dal primo minuto nella rimonta di Europa League sul Bate Borisov. Mercoledì poi, nel match infrasettimanale contro il Bournemouth, è di nuovo sceso in campo dal primo minuto ed è stato proprio lui a sbloccare la goleada dei Gunners, con una 'ciabattata' che ha piegato, comunque, le mani di Boruc e portato avanti i suoi. Numeri importanti per il tedesco all'Emirates, con 50 centri (19 gol e 31 assist vincenti) garantiti alla formazione londinese in 85 partite casalinghe di Premier League, e che sono mancati tanto alla squadra di Emery durante questo periodo passato più fuori che dentro il terreno di gioco. Momenti difficili che forse avranno suscitato nell'ex Real il pensiero di andare via. Si può sempre cambiare idea, però, e Özil lo sa bene visto che in passato ha meditato anche di lasciare il calcio. Ad ammetterlo è stato lo stesso trequartista classe '88 che, in un'intervista al magazine del club, ha svelato un retroscena: "Quando avevo 11-12 anni, a scuola, ho iniziato a giocare a ping pong - ha spiegato -. Ero anche molto bravo e mi hanno subito inserito in squadra. Nel mio primo torneo ho battuto tutti i miei avversari, poi ho dovuto affrontare il mio allenatore. Era molto forte e mi ha sconfitto, ma mi è piaciuto molto. In quei tre mesi ho lasciato il calcio: non perché mi ero disinnamorato, ma in quel momento mi divertivo di più con il ping pong. Quel periodo mi ha aiutato a capire che il ping pong non era ciò che volevo nel mio futuro, il calcio mi mancava molto e volevo tornare". Decisione che non si può non definire azzeccata vista la carriera che ha poi compiuto Özil: 11 trofei conquistati a livello di club e, soprattutto, la vittoria del Mondiale con la Germania nel 2014.