ll quarto episodio del "Di Canio Premier Special" è una bandiera orgogliosamente italiana, distesa idealmente a coprire la Londra di Chelsea e West Ham. Appuntamento da stasera su Sky Sport e disponibile on demand
Italians did it better. Un tempo, verso fine anni Novanta, quando la Premier League non era ancora un fenomeno globale e il movimento di calciatori italiani verso l’Inghilterra suscitava curiosità doppia: tra noi per la loro partenza, visto che la Serie A veniva ancora considerato il campionato più bello, e tra i britannici, sempre incuriositi dalle novità, per il loro arrivo, accolto più spesso con stereotipi più benevoli che negativi. Erano gli anni in cui, inconsciamente insicuri, i media inglesi celebravano come culturalmente raffinate abitudini che a noi parevano banalissime: bere cappuccino a colazione, ad esempio, o evitare toast con i fagioli stufati, pasto prepartita preferito dal grande Alan Shearer, che evidentemente aveva uno stomaco di titanio.
Nel giro di poco più di due anni, novembre 1996-gennaio 1999, in Inghilterra, anzi a Londra, arrivarono due italiani di grandissimo talento: Gianfranco Zola, al Chelsea, e Paolo Di Canio, al West Ham United. Zola aveva lasciato un Parma in cui aveva trovato poco spazio nei mesi precedenti, per la decisione di Carlo Ancelotti di puntare in attacco sul duo Crespo-Chiesa, mentre Di Canio era già passato per l’esperienza con il Celtic e successivamente con lo Sheffield Wednesday, di grande impatto sul campo, ma chiusa improvvisamente dall’episodio della spinta all’arbitro Paul Alcock, il 26 settembre 1998.
Al Chelsea, l’allenatore (e giocatore) era Ruud Gullit; al West Ham, Harry Redknapp. Due mondi diversi, due personaggi radicalmente diversi, due club lontani geograficamente ma uniti, curiosamente, dalla linea District della metropolitana, 50 minuti circa di viaggio da ovest - Fulham Broadway cioè Blues - a est - Upton Park, cioè Irons (o Hammers). Ora il mondo è cambiato: il club più ricco, il Chelsea, è rimasto dov’era, mentre quello con minori disponibilità economiche si è spostato, dall’estate del 2016, nel nuovo stadio, l’Olimpico, a qualche chilometro di distanza dal precedente. Una decisione che doveva portare a un aumento di pubblico, sponsor, opportunità, orizzonti, ma che al momento ha dato frutti solo ai primi due punti, mentre la prevista crescita sul piano agonistico non c’è stata, anzi.
Ovest ed Est di Londra, due mondi vicini e lontani, due club con bacini di utenza molto diversi, due club uniti dall’eccellenza italiana rappresentata da Zola e Di Canio. Che per la quarta puntata del suo "Di Canio Premier Special" è tornato nella Capitale per visitare, per la prima volta, la zona dove sorgeva il “suo” vecchio stadio, rimanendo commosso e quasi turbato di fronte ai cambiamenti di scenario e visuale.
Poi, l’incontro con Zola a Stamford Bridge, un incontro che ha suscitato grande curiosità anche tra i tanti turisti in visita allo stadio: tanti ricordi, ma anche uno scherzoso invito, da parte di Di Canio, a trasferirsi in un luogo meno… compromettente per lui, e allora il dialogo è proseguito in una delle gelaterie londinesi di Zola.
Una grande vetrina - letteralmente - su un passato di glorie e reminiscenze, su narrazioni e su un sentire comune di quanto l’esperienza inglese abbia arricchito i due e li abbia introdotti a una realtà in cui il calcio è vissuto seriamente ma non seriosamente. “Sdrammatizzare”, non “drammatizzare”, è il senso che emerge ad un certo punto, trasmettendo agli spettatori un messaggio che deve essere assorbito da chi è meno esperto di calcio inglese: dove non è vero - aldilà dei luoghi comuni - che conti solo lo spettacolo, anzi conta soprattutto la vittoria, ma il metodo per raggiungerla non passa per tensioni abituali invece in altre parti del mondo. È anche per questo che il gesto criminale di una ventina di pseudo-tifosi del Manchester United, che la scorsa settimana hanno lanciato fumogeni all’interno della villa dell’uomo al comando, Ed Woodward, ha suscitato tanto rumore.
Il quarto episodio del "Di Canio Premier Special" è dunque una bandiera orgogliosamente italiana distesa idealmente a coprire tutta la Londra compresa tra l’Ovest e l’Est, tra Chelsea e West Ham, e per chi si chieda come mai l’esponente orientale del binomio abbia ‘Ovest’ (West) nel nome, la risposta è semplice: il distretto in cui è nata la squadra è suddiviso in due parti, est e ovest, e avendo avuto i natali in quello ovest il club ha preso West nel nome. Cose che capitano, insomma.
Appuntamento con "Di Canio Premier Special" venerdì 7 febbraio alle 19.30 su Sky Sport Uno, alle 20.00 e 23.45 su Sky Sport Football. Sabato 8 febbraio alle 17.30 su Sky Sport Football e alle 20.30 su Sky Sport Uno. Infine, domenica 9 febbraio alle 14.00 e 20.00 su Sky Sport Football. Disponibile anche on demand.