Il 'Massimo' della Premier: i gol più belli

Premier League
Massimo Marianella

Massimo Marianella

©Getty

Un viaggio nel tempo per rivivere tre gol che hanno fatto la stopria, tre emozioni indimenticabili

Per mia fortuna ne ho raccontati davvero tanti di gol in Premier League. Mi sono appassionato praticamente per tutti. Sceglierne però uno in questi casi è praticamente impossibile, ma un’ideuccia sui tre gol che in telecronaca (in uno stadio inglese) mi hanno esaltato di più ce l’ho. Non posso fare un podio tra di loro perché sono parte di emozioni diverse, ma professionalmente hanno rappresentato momenti speciali della mia carriera.

Per importanza il gol del Kun

Maggio 2012. Lo meritava quel City, lo strameritava per il lavoro fatto Roberto Mancini, lo meritavano i tifosi dopo tante delusioni quel titolo che prima della partita col QPR sembrava una semplice formalità e a pochi minuti dalla fine appariva ormai impossibile da vincere. Quello che sarebbe accaduto nel finale e soprattutto nei minuti di recupero di quella partita ha però dell’irreale e anche per questo viverlo è stato magico. Un finale così per decidere il campionato inglese è paragonabile solo a quello dell’89 con l’Arsenal che espugna Anfield col gol di Michael Thomas all’ultimo respiro. Quando l’arbitro Mike Dean (non uno dei migliori) segnala 5 minuti di recupero il City sta perdendo 2-1 e per essere campione dovrebbe vincerla quella partita, quando fischia la fine al 95° Mancini e i suoi sono Campioni d’Inghilterra. Prima il gol di Dzeko al 92esimo poi l’incredibile. Il Kun Aguero conferma tutta la sua grandezza quando due minuti dopo chiede triangolo al limite, ha la freddezza di mettere a sedere un difensore e di forza col destro la mette tra palo e portiere. Incredibile! Esaltante! Raccontarlo in diretta una sensazione speciale anche se sul 2-2… pensavo onestamente che qualcosa sarebbe ancora potuto accadere in quel match. Una finale da leggenda.

Per bellezza quello di Rooney contro il City

Nel nostro lavoro chiaramente sono fondamentali le postazioni commento. Per la distanza dal campo, la visibilità e la posizione dei monitor, la posizione fa la differenza. Alta, bassa, centrale, lontana… Ci sono stadi in questo senso che aiutano e altri meno. L‘Old Trafford è semplicemente perfetto. Una fortuna perché quel 12 febbraio 2011 lì si sarebbe scritta una pagina di storia della Premier League. Poco più di una decina di minuti alla fine, risultato in parità, derby quindi di straordinaria rivalità, Zola al mio fianco per commentare e Old Trafford esaurito con più di 75.000 spettatori. Situazione perfetta per un grande finale, ma non potevo aspettarmi quello che stava per succedere. Un gol fenomenale, storico che decidesse quella partita. La mia fortuna è che quella volta lo stadio dello United era tutto esaurito anche in tribuna stampa e nelle postazioni commento delle televisioni di tutto il mondo quindi la nostra era leggermente spostata verso l’area di rigore dove nella ripresa attaccavano i Red Devils. Me lo sono gustato per questo ancora di più. L’ho visto davanti a me talmente bene nel suo svolgimento che mi ha dato quasi l’impressione di vivere quel gol al rallenty. Scholes che allarga sulla destra, Nani che crossa dalla trequarti, Kompany leggermente fuori tempo nella copertura e… a quel punto la magia. Rooney si eleva in area in rovesciata e con forza la mette all’angolino per il gol vittoria. Sir Alex Ferguson l’ha definito il gol più bello che abbia mai visto in una partita in cui sia stato parte. Io invece credo di aver perso lì una corda vocale che non ho mai più ritrovato anche nelle mie successive visite a quello stadio che hanno definito Theather of Dreams esattamente per momenti come quello. 

Per momento, fattura e location quello di Torres sotto la Kop

So che con la Premier non c’entra nulla perché segnato in una partita di Champions, ma essendo una sfida tutta inglese e lo scenario Anfield gli do una wild card personale. Torres è stato un attaccante meraviglioso ed è un vero peccato che sia arrivato in Italia troppo tardi per dimostrarlo, ma quello è certamente il gol che lo rappresenta di più. Campione del Mondo e 2 volte Campione d’Europa con la Spagna (con gol in entrambe le finali) ha vinto - e anche da protagonista - la Champions con la maglia del Chelsea. Il suo cuore è “Colchonero”, ma il periodo con i Reds è stato favoloso. Un rapporto che chiaramente era scritto nel destino. Con 3 amici di Fuenlabrada affascinati davanti alla tv dalle imprese del Liverpool decisero di farsi lo stesso tatuaggio “You’ll never walk alone” ma a lui capitano delle giovanili dell’Atletico Madrid fu sconsigliato dal club quindi decise di scriverlo dietro la fascia che portava in campo. Chissà se ci avrà pensato quella sera quando segnò proprio in quello stadio all’ombra di quel motto, uno dei gol più belli di tutta la sua carriera. 8 aprile del 2008. Un’altra delle notti magiche di Anfield con un Liverpool che nonostante avesse pareggiato all’andata a Londra decise per una formazione molto offensiva. Un 4-4-2 con Torres e Crouch davanti ad un centrocampo con Kuyt, Gerrard, Mascherano e Xabi Alonso. In telecronaca con me c’era Luca Marchegiani e ci facemmo trasportare al commento da emozioni calcistiche strepitose. Ricordo come fosse oggi che finii il commento completamente senza voce e molto fu “colpa” di uno dei gol che ho amato di più. Venti alla fine, punteggio 1-1, arrivò un lancio da dietro e Torres spalle alla porta controlla, si gira tiene a distanza due avversari e la mette di destro all’incrocio prima di scivolare sotto la Kop. Davvero in quel momento per gestualità, autorità, fierezza ed armonia mi ha ricordato un torero. Uno che stava per ricevere coda e orecchie.