Il 'Massimo' della Premier: Didier Drogba
Premier LeagueLa storia di quel video amatoriale fra Massimo e Didier, gli aneddoti di un rapporto professionale diventato nel tempo una grande amicizia
I “Signori del Calcio” è una delle produzioni originali di Sky Sport che ho maggiormente a cuore. Realizzare una puntata o semplicemente guardarla da abbonato: in questa doppia dimensione mi ha permesso di conoscere meglio tanti personaggi del calcio, ma anche regalato un amico: Didier Drogba. Personalmente non lo conoscevo bene prima e ci sono voluti sei mesi per trovare una data giusta per l’intervista. Durante quell’incontro però è nato un rapporto di stima e si è anche commosso quando ha ricordato un momento duro della sua infanzia mostrandomi un aspetto molto diverso dall’attaccante spietato dell’area di rigore. Il volto di un personaggio vero.
L’uomo delle finali
Drogba è stato uno degli attaccanti più straordinari del calcio moderno perché ne era la sintesi migliore nell’interpretazione del ruolo. Potenza, fisicità, dinamismo e produttività. Ha segnato più di 350 gol in carriera e tanti di questi sono valsi delle coppe. Il campione, nello sport come nella vita, è quello che riesce ad esprimere il massimo delle sue potenzialità nei momenti più importanti e lui, oltre alle 104 reti in Premier League, ha segnato in ognuna delle 4 Finali di FA Cup vinte e sette gol nelle sette partite giocate nel nuovo Wembley. Ha sollevato in carriera 17 trofei in totale, compreso l’ultimo la Super Coppa di Turchia col Galatasaray contro il Fenerbahce, firmando 9 gol nelle sue Finali.
I gol indimenticabili
Molti di questi ho avuto la fortuna di commentarli io ed è stato emozionante farlo. Alcuni sono stati speciali. Uno al Barca a Stamford Bridge, quello della prima FA Cup Final nel nuovo Wembley al Manchester United e ovviamente quello della Finale di Champions a Monaco.
In quel post partita all’Allianz mi ha anche regalato uno dei riconoscimenti più belli della mia carriera. Finito di girare per il campo “pretendendo di guidare” usando il trofeo come un volante, è venuto a bordo campo dove stavo guardando i festeggiamenti per dirmi che la sera prima aveva riguardato quella puntata dei “Signori” e lo aveva aiutato a caricarsi. Gli ho creduto a metà perché forse l’aveva davvero rivista al computer, ma non aveva bisogno certo di quello per sciogliere al vento la sua criniera di “Re della Foresta” del calcio Europeo quella notte.
Drogbaaaaaaaaaaaaaaa
In telecronaca allungare la fine del suo cognome alzando i decibel al microfono ha creato quasi involontariamente quel suono Drogbaaaaaaaaaaaaaaa che è stato la colonna sonora di tanti momenti belli. Me lo ricordano spesso entusiasticamente e carinamente in tanti, anche gente che incontro per la prima volta ed evidentemente in maniera davvero non studiata è entrata un po' nella mente degli appassionati. Non solo dei nostri abbonati però perché una sera dopo una partita a Stamford Bridge, stavo rientrando nel tunnel per uscire dallo stadio dopo aver finito la telecronaca e tutte le interviste post match quando dallo spogliatoio è uscito proprio Didier che ormai non giocava più con i Blues da tempo, ma era passato a salutare tutti gli amici del Chelsea. Mi venne incontro, un sorriso, un saluto e poi mi disse armato di cellulare pronto per fare un video "Massimo per favore mi fai Drogbaaaaa?" Nooooo, gli dissi, pure tu adesso? "Dai l’ultima volta per me poi mai più”.
Fu un momento molto carino e anche un po’ imbarazzante, ma il risultato, buona la prima, non fu neanche male con io che fingevo la cronaca e lui che riprendeva recitando al mio fianco. Divertente e mi disse poi anche molto apprezzato sui suoi social. Da quel giorno ho mantenuto la promessa e non l’ho più fatto anche perché è un momento che appartiene ad una storia bella. La sua e un pochino anche la mia.
Parlano i fatti
Professionale, gentile, onesto e anche un ragazzo spiritoso, Didier. Ma al tempo stesso molto diretto e poco diplomatico. Très charmant quando voleva, ma anche brusco in altri casi. Non uno che amasse particolarmente rilasciare interviste anche se non era mai banale, ma ha sempre preferito far parlare i fatti. Con i gol prima, con le scuole e gli ospedali che ha contribuito in prima persona a far costruire in Africa poi.
Un modello difficile da emulare in campo perché la sua fisicità, il suo istinto per il gol ad altissimo livello sono difficilmente replicabili, ma il suo impegno e quello che ha realizzato per gli altri fuori dal rettangolo verde quello sì che andrebbe imitato. Forse nonostante i numeri della sua carriera dovrebbero metterlo “nella conversazione” non finirà mai in nessuna squadra ideale di sempre a livello mondiale, forse neanche nella mia, ma nella storia della Premier certo si è meritato un posto importante. Ah ormai glielo ho promesso e Drogbaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa non lo faccio più per nessuno!