Il Brighton ha già dimenticato De Zerbi: l'analisi dell'ottimo campionato dei "Gabbiani"

Il Brighton protagonista in Premier League è tutto tranne che una 'sorpresa'. Continuare ad accostare questo termine al club di Toby Bloom è ormai improprio quanto anacronistico. Un sesto posto finale già due anni fa, con De Zerbi in panchina, valse ai Seagulls il miglior piazzamento di sempre e la prima storica qualificazione alle coppe europee. Onorata l’anno successivo con il raggiungimento degli ottavi di finale in Europa League. Vette impensabili, è vero, per quella che è sempre stata la storia del club. Per anni quella storica finale di FA Cup del 1983 persa al replay contro il Man United – non ancora di Sir Alex Ferguson – era stato l’unico vero sussulto nel calcio dei grandi. Oggi le cose sono cambiate. Il Brighton è da otto anni consecutivamente nel campionato più competitivo del mondo. I bilanci sono solidi e la prospettiva è di ulteriore crescita. Di mosse, del resto, Tony 'The Lizard' Bloom ne ha sbagliate ben poche da quando nel 2009 si è preso il club. Ex campione di poker, genio delle scommesse e della statistica, mette a frutto il suo immaginifico talento per le previsioni per continuare a costruire la scalata del suo Brighton. 'The Lizard' come 'lucertola', animale a sangue freddo come sanno essere i migliori giocatori di poker. Il suo ormai leggendario algoritmo, e soprattutto una buona dose di competenza negli uomini da lui scelti, hannp consentito straordinarie operazioni sul mercato al Brighton in questi anni. Giocatori di altissimo livello che i Seagulls trovano in giro per il mondo che prima fanno crescere la squadra e poi – una volta rivenduti – continuano a rendere sempre più solido il bilancio. Un misto di lucidità e senso dell’azzardo. Rischi calcolati. Scommesse vinte quasi sempre. Chris Hughton fu l’uomo del ritorno in massima divisione. Potter prima e De Zerbi poi sono stati quelli in grado di giocare un calcio sempre più spettacolare, coniugando i risultati alla valorizzazione dei talenti. I casi più clamorosi? Caicedo e Mac Allister. Il primo fu scovato in Ecuador nell’Independiente del Valle nel febbraio del 2021 e pagato 4.5 milioni di sterline, per poi essere rivenduto al Chelsea nell’agosto 2023 per la cifra record di 115 milioni. L’argentino Mac Allister, campione del mondo con l’Argentina nel 2022, fu acquistato per 7 milioni di sterline dall’Argentinos Jrs nel gennaio del 2019 e rivenduto al Liverpool nell’estate del 2023 per 55 milioni bonus compresi. Ma in scala minore l’operazione è stata ripetuta anche quest’estate con le cessioni a titolo definitivo di Gross – memoria storica dello spogliatoio – al Borussia Dortmund, Undav allo Stoccarda e Gilmour al Napoli. Con una situazione di bilancio estremamente rassicurante alle spalle la scorsa estate il Brighton ha cambiato strategia e ha alzato il tiro: con 139 milioni di sterline ha avuto il deficit più alto nel saldo tra entrate e uscite nel mercato estivo di tutta la Premier League. Sono stati 194 i milioni di spesa complessiva per nuovi giocatori: una media di 21.5 milioni di sterline ad acquisto. Solo due volte il Brighton in passato aveva superato questa cifra per acquistare un giocatore. Era successo nell’estate del 2023 con Baleba acquistato dal Lille per 23.2 milioni di sterline e con Joao Pedro pagato 30 milioni dal Watford, il giocatore al momento in massima ascesa per rendimento nel Brighton con quattro gol e due assist nelle ultime sei partite. Incluso il gol e l’assist realizzati entrando dalla panchina nell’iconica vittoria in rimonta contro il Man City del 9 novembre scorso. In ogni caso in estate sono arrivati tutti giocatori compresi tra i 19 e i 25 anni in grado di generare valore nei prossimi anni: Rutter dal Leeds, Minteh dal Newcastle, Kadioglu dal Fenerbache, O’Riley dal Celtic, Wieffer dal Feyenoord, Gruda dal Mainz, Osman dal Nordsjaelland, Yalcouye dal Goteborg e Cozier-Duberry dall’Arsenal. Un azzardo calcolato, insomma. Come quello di affidare la squadra nell’estate della sua campagna acquisti più dispendiosa a un esordiente assoluto in un campionato di massima divisione. Nonché il più giovane manager permanente della storia della Premier League: Fabian Hurzeler. Il texano cresciuto in Germania veniva dalla vittoria del campionato di Zweite Bundesliga con il St.Pauli, ma non sembra aver risentito del salto di categoria. La partenza del suo Brighton è la migliore della storia del club dopo 13 giornate e sono ancora tanti i motivi di ulteriore ottimismo. Non solo i 7 punti nelle ultime tre partite, malgrado la frenata contro il Southampton ultimo in classifica. Ma soprattutto la sensazione che i margini di miglioramento siano ancora ampi tra la costante crescita di condizione di Joao Pedro, il ritorno dall’infortunio di Minteh e i segnali di rilancio dati da Adingra. Anche Rutter che continua a sdoppiarsi tra il ruolo di esterno e quello di centravanti sta alzando il livello. Ma quello che più ha colpito è la capacita di Hurzeler di plasmare la squadra senza disperdere l’eredità del prezioso lavoro del suo predecessore De Zerbi. Hurzeler ha rimodellato il Brighton verso un calcio che alterna momenti di attesa, propedeutici a un gioco improvvisamente diretto e verticale, a momenti di furore 'molto teutonici', esaltando la propensione alla riaggressione: il cosiddetto gegenpressing della tradizione tedesca di Rangnick e Klopp. Rispetto all’anno scorso il Brighton, infatti, fa in media a partita meno possesso palla e un minor numero di passaggi . Sono aumentati invece i passaggi lunghi . Non è calata però l’aggressione, che era un marchio di fabbrica dell’era-De Zerbi. Anzi è stata accentuata. Il PPDA è sceso da 11.07 a 10.4: significa che la squadra è più aggressiva. Ed è aumentata pure la riaggressione, che pure già con De Zerbi era un’eccellenza, visto che sia negli inidici di intensità che di ri-aggressione il Brighton è passato dal quarto al terzo miglior dato della Premier League. Per il Brighton di 'Lizard' Bloom e di Hurzeler, già quarto in classifica dopo 13 giornate, insomma, il meglio potrebbe ancora venire. Potete scommetterci.

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