Un viaggio nel cuore di Salford, dove il football è molto più di uno sport

Andare a vedere una partita del Salford City Football Club vuol dire fare un viaggio. Nella storia della cultura popolare dell’Inghilterra più profonda. Si gioca a Moor Lane, delizioso impianto da oltre cinquemila posti ristrutturato nel 2017. Sorge a tre miglia dal Salford Lads Club, circolo ricreativo giovanile di origine operaia reso immortale da una celebre foto dei mancuniani Smiths, pubblicata all’interno della copertina del memorabile The Queen is Dead, il loro terzo album. Perché il football a Salford, come in tutto il Regno Unito, non è mai solo calcio. È musica, arte, letteratura in un cocktail irresistibile di presente e passato. E con tutto il rispetto per l’ottocentesca cattedrale neo-gotica dedicata a San Giovanni Battista, Salford è famosa soprattutto per altro. I Joy Division, innanzitutto. Band tra le più influenti degli ultimi 50 anni, poi diventati New Order dopo il suicidio del cantante Ian Curtis, la cui pietra tombale - nel cimitero di Macclesfield - è ancora oggi meta di un continuo pellegrinaggio di fan. E poi, in ordine sparso: Shaun Ryder, cantante degli Happy Mondays e poi dei Black Grape; Shelagh Delaney, scrittrice che influenzerà i testi di Morrissey e quindi degli Smith ; John Motson, storico telecronista sportivo della BBC. E poi attori leggendari come Albert Finney, Ben Kingsley e Michelle Keegan, la Tyna McIntyre della mitica Coronation Street, storica soap opera inglese in onda ininterrottamente dal 1960. Tutti di Salford. come Eddie Colman e Geoff Bent, due dei Busby babies morti il 6 febbraio del 1958 nella tragedia aerea di Monaco che spazzò via un pezzo di quel Manchester United di ritorno dalla trasferta in casa della Stella Rossa. Una vera e propria Superga d’Inghilterra. E ovviamente Paul Scholes, uno dei più forti centrocampisti di sempre, che insieme ad altri membri della storica class of ’92 del Manchester United rilevò la proprietà del Salford City FC nell’estate del 2014 con la Project 92 Limited. Da allora il club ha centrato quattro promozioni e dalla stagione 2019-20 gioca in League Two, la quarta divisione del calcio inglese. Oggi i proprietari sono solo Gary Neville e David Beckham. Ma gli altri restano tra le menti della società pur avendo venduto le loro quote. Il filo rosso tra Man United e Salford City non si può spezzare. Impossibile non essere incuriositi dal Salford City. E allora si va. Il viaggio inizia dalla stazione dei bus di Shudehill, a due passi dal National Football Museum di Manchester. Salendo mi accorgo subito dalle magliette e dall’inconfondibile accento scouser che domina a bordo che farò il viaggio insieme a una corposa delegazione della tifoseria viaggiante. Saranno 900 in totale allo stadio! Il Tranmere Rovers è la squadra di Birkenhead, la cittadina che 'guarda' Liverpool dall’altra parte del fiume Mersey. Club glorioso soprattutto per i baffi di John Aldridge, il sostituto di Ian Rush al Liverpool, che chiuse la carriera proprio ai Rovers. E che poi da manager nel 2000 li guidò addirittura fino a una storica finale di Coppa di Lega, persa di misura contro il Leicester di Robbie Savage, Muzzy Izzet, Neil Lennon, Tony Cottee e Emile Heskey. I più giovani siedono davanti e sono i più irrequieti. Fanno un bel casino, insomma. Per ben due volte l’autista ferma il bus, minacciando di non proseguire la corsa. Stiamo passando davanti al carcere di Strangeways e quelli che sembrano essere dei genitori in imbarazzo, per redarguire i più scalmanati, citano addirittura gli Smiths “Strangeways, here we come!” . Seguono grasse risate di tutto il bus. Ma qualcuno è già in clima partita e parte un “Gary Neville is a wanker”. La traduzione è superflua. Scendiamo a due passi dallo stadio. Il ritornello è leggermente cambiato. Ora è il momento di “You’re not a proper football team”. È ciò che i tifosi avversari ripetono spesso a quelli del Salford City, considerandoli figli di un’operazione più commerciale che calcistica. Ma la replica da qualche mese a questa parte è sempre la stessa: “Eravamo in 6mila all’Etihad”. Riferimento ai seimila tifosi del Salford City al seguito della squadra nel terzo turno di FA Cup perso 8-0 in casa del Manchester City a gennaio. Lo stadio sorge a Kersal, una zona molto verde di Salford, l’accesso alle due End ha un percorso diversificato per separare la tifoseria ospite da quella di casa. Tutto è perfettamente organizzato. Vicino all’accesso alla tribuna principale c’è uno store degno di una squadra di Premier League: è preso d’assalto soprattutto dai bambini che smaniano per le magliette e i cappellini con il leone stilizzato, lo stemma del club. Una volta controllati i biglietti si accede a una confortevole area ristoro esterna per mangiare e bere. “Do you fancy a pint?” chiede una barista. Come dire di no ad un pinta da queste parti? Ma “non puoi portarla dentro”, mi spiega lei. Fa niente, tanto manca ancora mezz’ora. L’importante è non perdersi l’ingresso in campo delle squadre. Si perché era nato a Salford pure Ewan MacColl attore, poeta e cantautore socialista. Scrisse nel 1949 “Dirty Old Town” portandola ad un buon successo. Divenuto planetario nel 1985 grazie all’inconfondibile voce dell’indimenticabile Shaun McGowan nella splendida cover che figurava in Rum Sodomy and the Lash, il secondo album dei Pogues. Ecco che parte l’attacco di violino. Sono sugli spalti e tutti alzano braccia e sciarpe. Valeva la pena rinunciare a una paio di sorsi di birra. “I met my love by the gas works wall Dreamed a dream by the old canal I kissed my girl by the factory wall Dirty old town Dirty old town”. Per tre quarti dello stadio, praticamente, la cantano quasi tutti. Sono le tre del sabato pomeriggio e la partita sta per iniziare. Cosa c’è di meglio? Il Salford va in vantaggio con un rigore trasformato dal capitano Luke Garbutt, ex under 21 inglese, promessa non mantenuta del settore giovanile dell’Everton. Oggi fa il braccetto sinistro nel 3-5-2 del Salford di Karl Robinson. I Rovers pareggiano con un clamoroso contropiede da un calcio d’angolo per il Salford finalizzato da Omari Patrick. La End opposta alla mia, quella degli ospiti, è in subbuglio come il Mersey in tempesta. E i tifosi del Tranmere, fantastici, faranno un meraviglioso baccano fino all’ultimo secondo. Al 79’ dalla panchina di casa entra Ben Woodburn. Klopp lo lanciò in prima squadra al Liverpool che aveva 17 anni. Pochi mesi dopo fece l’esordio con il Galles segnando contro l’Austria da 30 metri. Qualcosa, evidentemente, è andato storto. Ma ha solo 26 anni e il calcio gli può ancora regalare tante soddisfazioni. Anche perché il Salford la partita la vince 3-1 con i gol di Cole Stockton, il centravanti, e del subentrato Ossama Ashley, centrocampista cresciuto nell’Academy del West Ham. Nella partita successiva il Salford ha vinto 3-1 anche in casa dello Shrewsbury grazie a una doppietta di Udoh e a uno splendido gol segnato da Woodburn su punizione, ed è al momento terzo in classifica. Forse la sua storia è ancora tutta da scrivere. Come quella del Salford della Class of 92’. Sabato verrà a far visita a Moor Lane lo Swindon capolista, che ha solo due punti in più. Nella Dirty Old Town si sta alla grande.

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Paolo Ciarravano