Ci sono quattro nomi dietro ai successi della Roma di Spalletti: Fazio, De Rossi, Nainggolan e Dzeko, che rappresentano l'ossatura inamovibile della squadra
È il segreto delle grandi squadre. Non a caso era fiero Fabio Capello quando ricordava la spina dorsale, Samuel-Emerson-Batistuta, fondamentale per vincere l'ultimo scudetto a Roma. Fondamentale come Bonucci-Pirlo-Tevez nella Juve di Conte o Bonucci-Marchisio-Dybala-Higuain in questa di Allegri, in testa al campionato. Inseguita ora da Fazio-De Rossi-Nainggolan-Dzeko, la spina dorsale autentica garanzia della Roma di Spalletti.
Inamovibile come dimostra anche il minutaggio. Non a caso tre di loro sono stati utilizzati più di tutti in campionato. Con Dzeko al 1° posto con 1519' giocati, davanti a Fazio e Nainggolan.
La sorpresa più grande è Fazio. Si fermano a turno i vari Manolas e Vermaelen, ma lui è una roccia. Un muro l"argentino. Titolare inamovibile. Per Spalletti "l'esempio per tutti".
Davanti come posizione ha De Rossi: leader in campo e fuori. Tornato al centro di tutto. La vena si gonfia e la spina dorsale con lui sta in piedi.
Con Nainggolan a fare da raccordo tra De Rossi e Dzeko. Uno e trino. Mediano, rubapalloni e incursore. Trasformista e trascinatore. Tornato al Top. Non sbagliava Conte a provare a prenderlo a tutti i costi. Pedina tattica preziosissima, capace di esaltarsi come incursore alle spalle di Dzeko.
Il centravanti rivitalizzato da Spalletti che ora ripete spesso: "La Roma migliore si può vedere solo con Dzeko in campo". Il salto di qualità passa attraverso i suoi gol, 18 complessivi finora. E passa attraverso una spina dorsale che rivedremo in campo domenica a Marassi contro il Genoa.