Genoa, un pomeriggio di follia e la paura della retrocessione

Serie A
Giovanni Simeone, attaccante del Genoa, dopo la sconfitta contro il Chievo (Getty)
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Le lacrime di Juric, l’interruzione del match per i fumogeni lanciati in campo dalla Gradinata Nord e un altro ko in quella che era "la gara della vita". I rossoblù ora sono pericolosamente vicini al terzultimo posto e domenica a Marassi arriva l’Inter

Blackout nella ripresa

"Tutto e il contrario di tutto". Il Genoa ieri ha concluso un’altra giornata complicata in cui ha mostrato la sua parte migliore e quella peggiore. La gara contro il Chievo a Marassi ha fatto rivedere la bella squadra della prima parte di stagione - quella che aveva convinto tutti dal punto di vista del gioco e dei risultati; nella ripresa poi è successo l’inspiegabile. Dopo il vantaggio segnato da Pandev e il rigore sbagliato da Simeone, la squadra di Ivan Juric ha subito il pareggio e il gol della definitiva sconfitta. Un altra giornata storta e difficile da giustificare visto quanto mostrato dal gruppo nel primo tempo, che condanna Burdisso e compagni a rimanere a 30 punti in classifica (a +1 sull’Empoli e a +5 sul Crotone terzultimo in classifica).

Rischio retrocessione?

"Il Genoa fa e disfa nell’arco dei novantasette minuti di gioco - scrive la società rossoblù sul proprio sito - un buon primo tempo, poi nella ripresa il black-out che non ti aspetti". Più della sconfitta in sé (la diciottesima in 34 partite in questa Serie A) è l’incapacità di reagire e di mantenere il vantaggio accumulato a preoccupare l’ambiente e i tifosi, lo stesso Juric - molto provato nella conferenza stampa post gara - non è riuscito a dare una spiegazione a quanto accaduto nel secondo tempo della gara con i gialloblù. Il tecnico croato non cerca alibi e non si nasconde dietro a una Gradinata Nord che per due volte ha causato l’interruzione della gara a causa dei fumogeni lanciati in campo e nemmeno dietro le tensioni tra la tifoseria la società che continuano a essere presenti.

Domenica l’Inter a Marassi

Il resto dello stadio - non pieno, ma comunque presente e vicino alla squadra - si è fatto sentire ma non è bastato, perché alla fine la partita che doveva dare delle risposte si è conclusa con un’altra sconfitta (che non si è rivelata ancora più grave a causa del ko dell’Empoli contro il Sassuolo e per l’1-1 del Crotone contro il Milan. Le lacrime di Juric sono la fotografia di un momento molto difficile soprattutto dal punto di vista emotivo: il Genoa non riesce a reagire, lo dicono i risultati e il comportamento della squadra. Nelle quattro gare che rimangono i rossoblù dovranno darsi la scossa, per forza. Il calendario non è semplice: Inter, Palermo, Torino e Roma saranno le tappe che chiuderanno questa stagione tormentata, Juric e i suoi ragazzi proverannoa  ottenere con tutte le loro forza una salvezza ora seriamente in bilico.